Nonostante la loro età avanzata, gli anziani palestinesi continuano ancora a raccontare le storie e i racconti dei loro villaggi dorigine ai nipoti e agli altri bambini. Raccontano del villaggio da cui sono stati cacciati via con la forza e la violenza brutale israeliana, cinquantotto anni fa. Da lì è iniziata la sofferenza del popolo palestinese, sofferenza che continua ancora.
In questa giornata, i palestinesi dentro e fuori della Palestina organizzano festival, mostre e marce popolari per ricordare e commemorare. Il messaggio è chiaro: Noi abbiamo il diritto a ritornare nella nostra terrra. Noi non vi rinunceremo nonostante il passare degli anni.
I palestinesi commemorano lanniversario della Nakba, le sofferenze che hanno sopportato a causa della brutalità israeliana, le difficoltà causate dalla perdita della loro terra, rubata per formare lo stato occupante di Israele dichiarato il 15 maggio del 1948.
Israele è nato sul 78% della superficie della Palestina storica (che è di 27 mila chilometri quadrati); il restante 22% era passato sotto amministrazione araba.
Israele ha iniziato a cambiare la geografia dei territori palestinese: si è impegnata per creare una realtà nuova, distruggendo totalmente 421 villaggi, modificando nomi, impianto architettonico e urbanistico di città come Hayfa, Jaffa, Akka, e altre ancora, per cancellare i segni delle radici palestinesi.
Da parte di gruppi musulmani e cristiani vengono organizzate numerose iniziative sia in Cisgiordania sia nella Striscia di Gaza: padre Atallah Hanna, responsabile della Chiesa ortodossa in Palestina e lo sheikh Taisir At-Tamimi, giudice supremo musulmano hanno ribadito lunità del popolo palestinese e il suo attaccamento al diritto al ritorno.
Si è anche riunito il Consiglio legislativo palestinese in seduta speciale per loccasione: il presidente Mahmoud Abbas ha ricordato lanniversario della Nakba, mentre Gaza commemora con una grande manifestazione popolare.
La sofferenza di 58 anni.
Il 15 maggio 1948 è iniziata la "Questione palestinese" e ha preso il suo posto tra i più importanti problemi del mondo: da organizzazioni internazionali e regionali è stata posta nelle agende di discussione e delle pressanti questioni da risolvere.
Dal 1948, le Nazione Unite hanno emesso 846 risoluzioni che riguardano i palestinesi, le più importanti sono la n.181 del 28/11/1947, che riguarda la spartizione della Palestina; la n.194 del 21/12/1948, che riguarda il diritto al ritorno; la n. 24 del 22/11/1967 che riguarda il ritiro delle forze israeliane dai territori arabi occupati nel guerra del 1967; la n.338 del 22/10/1973, che riguarda il Medio Oriente dopo la guerra dell’ottobre del 1973.
A livello regionale – Lega Araba, paesi non allineati – gli incontri hanno affrontato la questione palestinese e hanno emesso numerose risoluzioni che confermavano il diritto del popolo palestinese allautodeterminazione, e hanno invitato Israele acessare le sue aggressioni verso il popolo palestinese chiedendo il ritiro delle forze di occupazione dai territori arabi occupati.
A livello di iniziative e programmi di pianificazione, quella dellemiro Fahd Bin Abdelaziz si è trasformata in progetto arabo durante lincontro di Fès, poi è stata la volta della conferenza per la pace di Madrid, nel 1990, e quella araba di Beirut nel 2002, e infine la Road Map nel 2003.
I palestinesi della diaspora.
Il numero dei palestinesi che non hanno abbandonato la loro patria nel 1948 con la nascita della stato di Israele è circa 154 mila: dopo 58 anni, sono arrivati a 1,3 milioni.
L’attuale numero di palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, compreso Gerusalemme est, è di circa 3,88 milioni. Entro il 2010 saranno 4,4 milioni.
La popolazione di Israele è di circa 7 milioni (compresi il 1,13 milioni di palestinesi).
I palestinesi in diaspora, alla fine del 2005 era di 3 milioni in Giordania e 1,6 milioni nei diversi paesi arabi e nel resto del pianeta.