Circa 400 prigionieri affiliati allo Jihad islamico iniziano sciopero della fame

Ramallah – WAFA. Mercoledì, circa 400 prigionieri affiliati allo Jihad islamico rinchiusi nelle carceri israeliane hanno iniziato uno sciopero della fame contro le punizioni israeliane.

La Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha dichiarato in un comunicato stampa che i prigionieri hanno iniziato lo sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare contro le punizioni imposte loro dai servizi carcerari israeliani (IPS), a seguito della fuga di sei prigionieri dalla prigione di Gilboa, all’inizio di settembre.

La PPS ha aggiunto che l’amministrazione dell’IPS ha iniziato, durante la notte, a trasferire con la forza i prigionieri in sciopero in celle separate, a causa della loro affiliazione politica, una mossa a cui i prigionieri hanno opposto resistenza.

Ha affermato che la decisione dei prigionieri di iniziare lo sciopero della fame fa parte del programma di lotta recentemente approvato dal Comitato nazionale d’emergenza, i cui membri rappresentano tutte le fazioni, volto a opporre resistenza alle punizioni dell’IPS.

In seguito alla fuga di sei prigionieri da Gilboa, il 6 settembre, l’IPS ha iniziato ad attaccare i prigionieri palestinesi, in particolare quelli dello Jihad islamico, a cui appartenevano cinque dei fuggitivi.

La fuga ha innescato una massiccia caccia all’uomo per i fuggitivi, tra cui Zakaria Zubeidi, membro di Fatah.

I sei fuggitivi sono stati catturati in momenti separati, entro un periodo di due settimane, e ora devono affrontare ulteriori accuse, oltre alle già presenti condanne all’ergastolo.

Dopo l’evasione, l’IPS ha messo in isolamento diversi prigionieri affiliati allo Jihad islamico, ed i leader del movimento sono stati trasferiti in celle per gli interrogatori, nel tentativo di smantellare la sua struttura all’interno delle carceri israeliane, mossa che ha spinto le fazioni palestinesi ad annunciare un crescente “programma di lotta” contro l’oppressione dei prigionieri da parte dell’IPS.