Cisgiordania, l’occupazione reprime le manifestazioni settimanali. Decine di intossicati

marcia venerdì  26 aprile 13Cisgiordania-Ma’an. Venerdì 26 aprile, decine di palestinesi e attivisti stranieri sono rimasti intossicati dal gas lacrimogeno, impiegato dalle forze di occupazione per  reprimere le marce contro il Muro e gli insediamenti, e in sostegno ai detenuti della Cisgiordania.

Ma’sara. Nel villaggio situato a sud-ovest della città di Betlemme, decine di manifestanti, tra cui l’attivista Muhammad Barijiyah, sono rimasti intossicati, quando le forze israeliane hanno tentato di reprimere la marcia settimanale, dedicata oggi alla vittoria del detenuto Samer al-Issawi, ottenuta nella sua battaglia per la libertà e la dignità, durata per più di 270 giorni, nei quali ha condotto uno sciopero della fame.

La manifestazione è partita dal centro del villaggio, con la partecipazione di attivisti internazionali e israeliani, a fianco degli abitanti di Ma’sara, che hanno sventolato bandiere palestinesi e striscioni con le foto di Samer al-Issawi. Al loro arrivo nell’area del Muro di annessione, sono stati affrontati da un massiccio dispiegamento dell’esercito israeliano, accompagnato da polizia e guardie di frontiera, che hanno colpito i giovani con gli scudi antisommossa e i calci dei fucili, inseguendoli nelle vie del villaggio nel tentativo di arrestarli.

L’attivista Mahmoud Ala’ al-Din ha ribadito che il popolo palestinese ha tutto il diritto di uso le strade che vengono chiuse nelle giornate di venerdì e sabato, e il cui utilizzo è riservato ai coloni. Quando un attivista israeliano ha preso la parola, l’ira dell’esercito di occupazione è esplosa, sparando raffiche di gas lacrimogeno e colpendo deliberatamente Muhammad Barijiyah, salvato dagli attivisti, dalle mani delle guardie di frontiera, mentre decine di manifestanti sono rimasti intossicati.

Nel suo intervento, Barijiyah ha affermato che la vittoria di al-Issawi nella sua battaglia “dello stomaco vuoto” ha dato una carica di speranza al popolo palestinese e un input per agire a livello nazionale e porre la questione dei prigionieri in cima all’agenda politica nella regione. E ha aggiunto che il massiccio dispiegamento dell’esercito, dei reparti speciali di polizia e delle guardie di frontiera israeliane, riflette la debolezza dello Stato ebraico, inerme di fronte alla determinazione del popolo palestinese.

Dal canto suo, l’attivista Muaz al-Lahham ha affermato che lo Stato palestinese diverrà inevitabilmente una realtà, e Israele sarà costretto ad ammetterlo.

Mahmoud Zawahra, coordinatore del Comitato popolare contro il Muro e gli insediamenti, ha ribadito che la resistenza popolare continuerà, elogiando la tenacia che ha portato al-Issawi a vincere la sua battaglia e piegare l’occupazione e il carceriere.

Hassan Barijiyah, membro del Comitato popolare contro il Muro, ha ringraziato gli attivisti internazionali, esortando loro ad esporre le politiche dell’occupazione, al loro rientro nelle proprie patrie.

Nabi Saleh. Le forze di occupazione hanno represso la manifestazione settimanale del villaggio, situato a nord ovest di Ramallah, provocando l’intossicazione di decine di partecipanti.

Le forze israeliane hanno anche aperto il fuoco, deliberatamente, contro le case del villaggio, dopo averlo assaltato, scontrandosi con i giovani palestinesi.

La marcia settimanale è partita con lo slogan ”i nostri detenuti trionferanno”, dopo la preghiera del venerdì, dal centro di Nabi Saleh e con la partecipazione di decine di abitanti del villaggio e di quelli vicini, oltre agli attivisti solidali internazionali. I partecipanti hanno scandito slogan che condannando l’occupazione e inneggiano ai prigionieri, e in particolare a Samer al-Issawi.

Al loro arrivo nelle terre confiscate dall’occupazione, i soldati israeliani di stanza hanno sparato raffiche di gas lacrimogeno e proiettili di gomma e di metallo. Il bilancio è stato di decine di partecipanti rimasti intossicati.

Dal canto suo, il movimento di Resistenza popolare palestinese, Intifada, si è congratulato con Samer al-Issawi per la sua vittoria, considerandola “un trionfo per la causa di tutti i detenuti”. Ha anche invitato il popolo palestinese ad unirsi di fronte a tutte le forme e espressioni dell’occupazione, e lanciare la resistenza popolare e trasversale, ribellandosi fino ad ottenere la libertà e l’indipendenza.

Silwad. Nel pomeriggio di venerdì, la cittadina palestinese situata a nord est di Ramallah è stata teatro di violenti scontri, scoppiati tra le forze di occupazione israeliane e i cittadini palestinesi che hanno eseguito la preghiera del venerdì sui terreni della cittadina, minacciati di confisca a favore di progetti coloniali.

Almeno quattro giovani palestinesi sono stati colpiti dai proiettili di gomma, mentre il gas lacrimogeno ha provocato l’intossicazione di una decina di manifestanti.

L’occupazione israeliana ha anche aggredito i giornalisti presenti, ricorrendo all’uso di spray al peperoncino, spruzzato contro il fotografo dell’agenzia di stampa, Reuters, Mohammed Turkman, e quello del giornale al-Hayat al-Jadida, Issam Rimawi.

Quasi 600 cittadini di Silwad, Deir Jarir e i villaggi vicini hanno eseguito la preghiera del venerdì sui terreni a rischio di confisca a favore dell’insediamento di Ofra, costruito su territori appartenenti a cittadini palestinesi. Al termine della preghiera sono scoppiati gli scontri tra i cittadini e le forze di occupazione, presenti in modo massiccio nella zona.