Cisgiordania, manifestazione per sostenere i detenuti in sciopero della fame

UFree. La rete UFree per la difesa dei diritti dei detenuti palestinesi, insieme ad alcune organizzazioni per i diritti umani, ha organizzato una manifestazione in Cisgiordania per sostenere i detenuti palestinesi in sciopero della fame. La manifestazione, cui parteciperanno le famiglie dei detenuti e attivisti dei diritti umani, prenderà il via lunedì 11 febbraio dalle ore 11.

La manifestazione è stata organizzata, su invito delle famiglie dei detenuti palestinesi, dalla rete UFree, l’Associazione dei prigionieri palestinesi, l’Alto Comitato per sostenere i prigionieri e l’organizzazione Yousef Al Sideeq. E’ prevista la partecipazione delle famiglie dei prigionieri, provenienti da Gerusalemme, Cisgiordania, i territori palestinesi del ’48 e Gaza.

All’evento prenderanno parte anche ex detenuti, rappresentanti delle fazioni palestinesi, personaggi pubblici e membri del Comitato Nazionale di libertà e riconciliazione. Inoltre, Shireen al-‘Issawi, sorella di Samer, in sciopero della fame da più di 200 giorni, parteciperà alla manifestazione, mentre lo Shaykh Raed Salah e altri rappresentanti delle Ong (Organizzazioni non governative) terranno dei discorsi.

Per la rete UFree, la manifestazione rappresenta un’azione urgente per salvare la vita dei prigionieri palestinesi in sciopero della fame, iniziato proprio per chiedere la libertà e la fine delle ingiustizie israeliane perpetrate nei loro confronti. Uno sciopero della fame su larga scala, proclamato nel 2011 dai prigionieri palestinesi, ha spinto le autorità israeliane ad accettare le condizioni dettate dai detenuti, salvo poi rinnegare il tutto in seguito.

L’evento di oggi coincide con il secondo anniversario del rapimento di Dirar Abu Sisi, avvenuto in Ucraina, in una flagrante violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali. Abu Sisi era stato rapito e trasferito in Israele con la complicità di alcuni servizi segreti arabi ed europei.

UFree, attraverso campagne e sforzi mediatici, ha messo in evidenza la questione di Abu Sisi. Ha contattato i funzionari europei e ucraini illustrando a loro l’illegalità delle azioni israeliane, tuttavia, nessuna di queste parti ha intrapreso alcuna azione contro lo Stato occupante di Israele.