Città arabe ricorrono alla Corte suprema israeliana: chiediamo i benefici per lo sviluppo di cui godono le vicine città ebraiche

Gerusalemme-WAFA. Adalah – Il Centro Legale per i Diritti delle Minoranza Araba in Israele, in collaborazione con il Centro Arabo per la Pianificazione Alternativa, ha presentato giovedì una petizione alla Corte suprema israeliana contro una politica del governo israeliano che discrimina le  comunità arabe nella regione del “triangolo settentrionale” nella distribuzione di alloggi, costruzioni e benefici per lo sviluppo del territorio.

La petizione, secondo un comunicato stampa di Adalah, è stata depositata per conto di tutte le autorità locali arabe di Wadi Ara e residenti nell’area 74, in collaborazione con il Comitato Pubblico per la Difesa della Terra e delle Abitazioni di Wadi Ara, le località dei firmatari, i consigli locali di Umm al-Fahm, Baqa al-Gharbiya, Ara-Ar’ara, Kfar Qara, Ma’ale ‘Iron, Basmah e Jatt e le comunità di Umm al-Qatif, Misar e Al-‘Iryan che non hanno ricevuto la designazione di “Area di Priorità Nazionale” (NPA) che li renderebbe ammissibili ai benefici per lo sviluppo, l’abitazione e i terreni da parte dell’Autorità israeliana del Territorio.

L’avvocato di Adalah, Suhad Bishara, ha presentato la petizione con la consulenza professionale per la pianificazione dell’urbanista Enaya Banna del Centro Arabo per la Pianificazione Alternativa.

I benefici dell’NPA forniti a quelle località incluse nell’attuale accordo del governo riducono significativamente i costi delle loro abitazioni e delle nuove costruzioni. Questi vantaggi includono una riduzione dell’affitto dei terreni del 51 per cento, oltre ai sussidi del ministero israeliano per l’Edilizia e l’Abitazione per  la pianificazione e le spese di sviluppo relative a nuove costruzioni residenziali su terreni dello stato.

I firmatari hanno affermato che le decisioni del governo sull’ammissibilità dell’NPA non sono conformi alla legge israeliana che regola la classificazione dei luoghi, afferma il comunicato stampa.

Questa legge è stata il risultato di una sentenza della Corte Suprema del 2006 su una petizione presentata da Adalah a nome dell’Alto Comitato di Controllo per i Cittadini Arabi di Israele (HCJ 11163/03). In quel caso, la Corte ha respinto la determinazione arbitraria  da parte del governo israeliano  dei criteri che in precedenza avevano portato a discriminazioni tra la luoghi arabi ed ebraici sulla base dell’etnia o dell’appartenenza nazionale.

La legge che autorizza il governo israeliano a determinare le aree di priorità nazionale comprende l’adesione al principio di uguaglianza e il divieto di discriminare, e dà anche un peso significativo al criterio del ranking socio-economico e della resilienza economica e sociale delle comunità. I criteri sono scelti per ridurre le disparità socio-economiche tra le comunità, ha affermato Adalah.

Tuttavia, contrariamente al linguaggio chiaro della legge, il governo israeliano ha escluso le comunità arabe nell’area del “triangolo settentrionale” (Wadi Ara) dalla classificazione NPA, nonostante il loro basso livello socio-economico. Sebbene queste città siano state classificate come “periferia sociale”, non sono definite NPA perché rientrano nei confini del sotto-distretto di Khadera che ha un rank più alto.

Di conseguenza, altre località limitrofe – significativamente più ricche – hanno diritto ai benefici dell’NPA, mentre alle località più povere, che hanno presentato la petizione alla Corte Suprema, questi benefici vengono negati.

Ad esempio, le comunità arabe situate nel  Consiglio locale di Ma’ale ‘Iron (Musmus, Zalafa, Musheirifa, Salem e Bayada) e la città di Umm al-Fahm – che hanno tutte un basso livello socio-economico – non godono dei benefici forniti alle vicine località ebraiche più ricche di Givat Oz, Megiddo, Mizpe Ilan, Harish, Mevo Dotan e Hermesh.

Questa discriminazione di stato si verifica sullo sfondo della carenza di alloggi e dello sviluppo disfunzionale nelle comunità arabe del triangolo settentrionale. Insieme all’alta densità della popolazione, alla mancanza di pianificazione urbana e alla scarsità di terre disponibili, non esistono neanche opzioni di sviluppo che soddisfino le esigenze della popolazione.

Secondo i dati della petizione, forniti dal Centro Arabo per la Pianificazione Alternativa, dal 2010 sono stati emessi solo 20 bandi di sviluppo nell’area di Wadi Ara – circa 1.454 unità abitative – nonostante un deficit di alloggi stimato tra i 10.000 e gli 11.000.

Vista l’estrema violazione della legge da parte del governo israeliano – e la contestuale violazione del principio di uguaglianza – i firmatari hanno chiesto alla Corte Suprema di annullare le relative decisioni del governo che esclude le comunità arabe o, in alternativa, ordinare l’inserimento delle comunità arabe del triangolo settentrionale nell’elenco delle località designate come NPA.

L’avvocato Adalah Suhad Bishara e l’urbanista dr. Enaya Banna hanno commentato: “Il governo israeliano crea ripetutamente meccanismi che discriminano sistematicamente i cittadini arabi. Attraverso la manipolazione di vari parametri, formula una politica con un risultato che è evidente: le comunità più deboli – quelle che avrebbero dovuto essere in cima alle priorità del governo – sono escluse. È anche chiaro che il governo israeliano non è riuscito a conformarsi  alla precedente sentenza della Corte Suprema intesa a porre fine a questa pratica discriminatoria. Molte altre azioni devono essere intraprese per risolvere la crisi della terra e della pianificazione nelle comunità arabe e per promuovere uno sviluppo adeguato che possa facilitare la prosperità sociale ed economica”.

(Mappa che illustra le città del ricorso. (Mappa per gentile concessione di Adalah).

Traduzione per InfoPal di F.H.L.