Club del Prigioniero: a settembre, 54 arresti da parte delle IOF

Quds Press. Il Club del Prigioniero (PPC) afferma che a Jenin, solo in questo mese, ci sono stati 54 arresti.

Giovedì, il PPC ha dichiarato che, dall’inizio di settembre, solo a Jenin (nel nord della Cisgiordania occupata), le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno arrestato 54 palestinesi, tra cui due donne.

L’associazione ha aggiunto in un comunicato stampa che “l’occupazione ha intensificato la campagna di arresti a Jenin dopo la fuga dei 6 prigionieri dalla prigione israeliana di Gilboa del 6 settembre scorso, arrestando 48 palestinesi, di cui 16 familiari dei sei evasi.

A Jenin le forze di occupazione hanno compiuto violazioni e abusi in modo sistematico, i più gravi dei quali sono stati la punizione collettiva e arbitraria che ha colpito le famiglie dei sei prigionieri.

Nella suddetta dichiarazione viene evidenziato il modo in cui l’occupazione ha intensificato gli scontri a fuoco e l’uso della violenza durante le irruzioni nelle abitazioni, così come gli arresti effettuati “sotto copertura” dalle forze speciali.

Il PPC ha precisato che una parte dei detenuti è stata rilasciata pochi giorni dopo essere stati interrogati, anche se la maggior parte di loro era stata incriminata, e alcuni di loro sono comunque ancora sotto inchiesta, poiché parte degli arrestati sono evidentemente ex detenuti.

Sono stati feriti anche alcuni di questi detenuti, tra di loro c’è il prigioniero Muhammad Abu Al-Hassan della città di Burqin, che ora si trova in un ospedale dell’occupazione, la sua detenzione è stata prolungata per 9 giorni. Nel caso di Youssef Sobh, arrestato dall’occupazione dopo essere stato ferito in uno scontro a fuoco, la sua morte è stata annunciata dopo parecchie ore e il suo corpo non è ancora stato consegnato ai familiari. Tra le vittime di Jenin c’è anche l’ex prigioniero Osama Subuh.

La dichiarazione afferma che le autorità di occupazione proseguono con gli arresti con ritmo giornaliero e, dallo scorso maggio li hanno intensificati, insieme ai relativi strumenti di repressione, in particolare la tortura.

Traduzione per InfoPal di G.B.