Cluster-bomb, Annan contro Israele.

Da www.repubblica.it

Il segretario generale Onu ha chiesto a Gerusalemme informazioni
per "localizzare le aree da proteggere, assieme ai civili residenti"

Cluster-bomb, Annan contro Israele
"In Libano usate armi non convenzionali"

Egeland: "Oltre 100mila gli ordigni inesplosi, i siti da bonificare sono 359"

<img alt="Cluster-bomb, Annan contro Israele
“In Libano usate armi non convenzionali”
” src=”afp_8770935_26210.jpg” width=”200″ />

Un esperto esamina una cluster-bomb israeliana prima di neutralizzarla

SHUNE (GIORDANIA) – Kofi Annan punta il dito contro Israele: nel Libano del sud sono state usate bombe a grappolo. Armi che, ha detto il segretario generale dell’Onu, "non dovrebbero essere usate in zone abitate". Ma Israele replica: "Abbiamo usato bombe conformi alle convenzioni"

Ma l’Onu rincara la dose: Tsahal avrebbe disseminato intere aree del Libano di ‘cluster-bombs’, ordigni che disseminano sull’obbiettivo decine di mini-bombe che esplodono in un secondo tempo. "Dal cessate il fuoco del 14 agosto secondo l’esercito libanese, 11 persone sono state uccise e 50 ferite da ordigni inesplosi, per la maggior parte bombe a grappolo", fa sapere in una nota, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr).

"Anche in guerra la popolazione civile deve essere rispettata", ha detto Annan nel corso della conferenza stampa seguita all’incontro re Abdullah di Giordania. "E’ scioccante, e completamente immorale, che il 90 per cento delle bombe a grappolo siano state disseminate da Israele nelle ultime 72 ore del conflitto, quanto sapevamo che la guerra sarebbe finita", aveva detto, poche ore prima il responsabile dell’intervento umanitario dell’Onu, nonchè suo braccio destro al Palazzo di vetro, Jan Egeland, spiegando che gli ordigni inesplosi in Libano sarebbero oltre 100mila, sparsi su 359 siti da bonificare.

Il numero uno delle Nazioni unite ha reso noto di aver chiesto nei suoi colloqui ieri con le autorità israeliane la consegna di informazioni utili a individuare i punti in cui sono state lanciate, "in maniera da poter localizzare le aree da proteggere, assieme ai civili residenti”, ha detto Annan nel corso della conferenza con il ministro degli esteri della Giordania Abdel Ilah Khatib. ”Questo genere di armi non dovrebbero essere usate in aree popolate – ha aggiunto -, e perciò dobbiamo muoverci molto velocemente per disarmare l’esercito israeliano”.


"Israele non ha violato il diritto internazionale con le armi che ha impiegato. Il loro uso è conforme alle norme internazionali", ha replicato la portavoce del governo israeliano, Miri Eisin. Anche i vertici di Tsahal respingono le accuse e in un comunicato hanno sottolineato che "tutte le armi e le munizioni utilizzate dall’esercito sono consentite dalle leggi internazionali".

”Il conflitto in Libano ha generato una delle più gravi contaminazioni di ordigni inesplosi mai avvenuta, sia a sud del fiume Litani che nelle aree a nord e ad est del paese”, afferma Christopher Clark, direttore del programma United Nations mine action service (Unmas), che sta collaborando con l’Unhcr per bonificare il terreno dagli ordigni inesplosi. In particolare le due organizzazioni da ieri hanno iniziato a lavorare con i bambini dei villaggi intorno alla zona di Tiro.

”I leader locali ci hanno richiesto di fornire dei corsi di formazione rivolti ai bambini, circa i rischi derivanti dalle mine – spiega Dalia Farran, portavoce dell’Unmas -, poiché molti di loro entrano giornalmente in contatto con residui di bombe a grappolo ed esplosivi”. Anche Amnesty International ha esortato oggi Israele ad accettare un’inchiesta sull’uso di bombe a grappolo durante la sua recente offensiva in Libano e a svelare i luoghi dove sono state sganciate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.