Coloni israeliani appiccano il fuoco in una moschea in Israele

An-Nasira (Nazareth) – Ma'an, InfoPal. Coloni israeliani hanno appiccato il fuoco all'interno della moschea di Tuba az-Zangariyah, nell'Alta Galilea (Israele/ Territori palestinesi occupati nel '48, ndr).
'Amer al-Heb, uno dei residenti, ha descritto il rapido propagarsi delle fiamme intorno alla mezzanotte di ieri. All'interno della moschea, pareti e tappeti sono stati danneggiati.

L'episodio ai danni del luogo di preghiera del villaggio beduino non è il primo, anzitutto si pone in una catena di fatti identici accaduti di recente a Ramallah a Nablus. Circa quattro mesi fa c'erano state altre minacce di questa natura a Tuba.

Mentre i residenti si dicono certi che “l'azione sia una manifestazione dell'incitamento contro arabi e palestinesi del rabbino della vicina Safad”, la polizia israeliana ha sostenuto la tesi della ritorsione dei coloni israeliani.

Tra i messaggi lasciati dai responsabili del rogo, vi è anche il nome “Palmer”, presumibilmente un riferimento al colono Asher Palmer che, lo scorso 23 settembre, morì in un incidente stradale causato dal lancio di pietre di palestinesi.

Gli ufficiali israeliani sostengono che “dietro il gesto ci sia anche la protesta per una politica di governo ritenuta dai coloni 'troppo permissiva verso i palestinesi'”.

Il premier israeliano ha condannato l'attacco.

I palestinesi che continuano a vivere sui Territori occupati da Israele nel 1948, poi divenuti Stato di Israele, sono 1,3milione e rappresentano il 20% dell'intera popolazione di Israele.

I residenti di Tuba sono palestinesi discendenti da coloro che, durante la guerra del 1948, riuscirono  a restare nelle proprie abitazioni. Quell'anno 700mila palestinesi furono espulsi dalle proprie case dietro gli attacchi dei gruppi terroristici ebraici.

In Israele, la discriminazione nei loro confronti va dall'impiego all'istruzione ai servizi sociali e, fino ad oggi, è stata ampiamente riportata da gruppi per i diritti umani.

Le reazioni. A Tuba oggi è stato proclamato lo sciopero generale in tutti gli istituti educativi e dal consiglio di villaggio.

La Fondazione per il patrimonio storico-religioso “Al-Aqsa” ha imputato la responsabilità dell'episodio di razzismo al governo israeliano.

Dalla Striscia di Gaza, il ministro della Giustizia ha definito l'accaduto: “Un nuovo crimine dei coloni israeliani spalleggiati dal proprio governo”.

“E' stato un atto in violazione alla IV Convenzione di Ginevra, alle disposizioni dell'Aja e  a tutte le leggi internazionali dove si sancisce l'inviolabilità dei luoghi sacri e la libertà di culto”.

Anch'egli ha parlato di “responsabilità del governo israeliano per il rogo di Tuba”, reputandolo parte della catena di minacce su Gerusalemme e contro suoi residenti palestinesi.

“E' guerra aperta contro i palestinesi nella città Santa”, ha detto il ministro e, concludendo, ha invitato tutte le realtà per i diritti umani a perseguire Israele per questi atti, fino a condurlo davanti al tribunale penale internazionale per i suoi crimini di guerra e di razzismo.

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