infopalRamallah-Ma’an. Martedì mattina alcuni coloni israeliani hanno appiccato il fuoco ad una tenda di beduini nella zona di Ein Samiya vicino al villaggio di Kafr Malik, a nord di Ramallah, come hanno dichiarato a Ma’an alcune fonti locali.
Un gruppo di coloni israeliani ha compiuto un’incursione nel villaggio di Ein Samiya e ha lanciato materiale infiammabile contro una tenda beduina prima che gli abitanti se ne accorgessero e attaccassero i coloni, facendoli immediatamente abbandonare la zona.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha confermato l’aggressione, ma non ha potuto fornire ulteriori dettagli.
L’incendio ha provocato notevoli danni alla tenda, ma i residenti sono riusciti a spegnere il fuoco senza nessun ferito, ha riferito la gente del luogo.
I coloni israeliani hanno anche lasciato scritte “price tag” sulla scena e slogan che invitano ad uccidere i Palestinesi e a cacciarli dalle loro terre.
I locali hanno riferito che le forze israeliane e la polizia sono giunte nella zona, hanno svolto indagini ed hanno raccolto impronte digitali.
Mercoledì, le forze israeliane hanno chiuso la strada nella zona di Ein Samiya, vietandone loro l’utilizzo.
Nelle scorse settimane vi è stato un incremento negli attacchi da parte dei coloni israeliani contro i Palestinesi, in Cisgiordania.
Un bambino palestinese di 18 mesi, Ali Dawabsha, è stato bruciato vivo quando presunti estremisti israeliani hanno attaccato con il fuoco la sua casa alla fine del mese scorso nel villaggio di Duma, vicino a Nablus. Il padre del bambino, Saad Dawabsha, è deceduto una settimana dopo a causa delle ferite, dopo aver subito ustioni di terzo grado sull’80 percento del suo corpo.
Sabato mattina, coloni israeliani hanno attaccato una casa palestinese con bombe incendiarie e pietre in una zona ad est di Tayba, nel distretto di Ramallah. Le bombe sono cadute all’esterno dell’abitazione, senza causare danni, come hanno riferito i residenti a Ma’an.
I coloni israeliani hanno compiuto almeno 120 attacchi contro i Palestinesi a Gerusalemme Est occupata e in Cisgiordania dall’inizio di questo anno, secondo l’ufficio ONU per il Coordinamento degli aiuti umanitari.
Traduzione di Aisha Tiziana Bravi