Gerusalemme occupata˗PIC. Martedì un gruppo di coloni israeliani ha sequestrato un negozio palestinese nella Città Vecchia della Gerusalemme occupata.
A quanto riportato da Al-Quds Press, i coloni ebrei, scortati dalle forze di polizia, hanno fatto irruzione nel negozio della famiglia di Noura Sub-Laban e hanno iniziato attività di scavo e manutenzione.
Raafat Sub-Laban, il figlio di Noura, ha raccontato che i coloni hanno invaso il negozio, chiuso da anni, “come ladri” e hanno iniziato a scavare all’interno, senza che la famiglia ne sapesse niente.
Ha aggiunto che l’Alta Corte israeliana aveva escluso durante la sua ultima udienza, tenutasi il 20 dicembre 2016, il negozio dalla sentenza che permette ai suoi genitori di stare nella loro casa per i prossimi 10 anni, prima di essere consegnata ai coloni israeliani.
Ha sottolineato che poliziotti e guardie di frontiera israeliane hanno scortato i coloni nel negozio, prima dello scoppio degli scontri fra i coloni e i proprietari.
Le associazioni di coloni hanno provato per anni a cacciare i Sub-Laban dalla propria casa, spalleggiate dalle vessazioni praticate dalle autorità israeliane. Per esempio, negli anni ’70 era stato impedito alla famiglia di eseguire qualsiasi riparazione o ristrutturazione alla casa, negli anni ’80 l’ingresso era stato invece bloccato dai coloni.
Nel 2010 le autorità israeliane hanno consegnato la casa al Kollel Galicia Trust, un gruppo privato di coloni, che aveva dichiarato che la casa era una proprietà ebraica.
Nonostante le pressioni israeliane, la famiglia è rimasta salda per oltre 20 anni di processi fino a riguadagnare il diritto di rimanere temporaneamente nella casa.
Secondo l’ufficio dell’ONU per il coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), perlomeno 180 famiglie palestinesi della Gerusalemme occupata rischiano di essere cacciate via dalle proprie casa a causa di procedimenti giudiziari presentati da coloni o associazioni coloniali, con pretesti come la mancanza dei certificati di proprietà.
Traduzione di F.G.