Cisgiordania. Mercoledì, le forze di occupazione israeliane hanno demolito una casa nella città di Silwan, a Gerusalemme.
Fonti del governatorato di Gerusalemme hanno affermato che le forze di occupazione, accompagnate da diversi bulldozer, hanno fatto irruzione nella città e demolito la casa del residente locale Naim Al-Ruwaidi.
Hanno sottolineato che la casa contiene anche la sede centrale dell’Al-Bustan Center e la tenda Sumoud, che è il luogo in cui i residenti del quartiere di Al-Bustan si sono riuniti per anni per difendere le loro case.
Silwan è considerata la città più vicina allo storico Muro di Gerusalemme e al presidio meridionale della Moschea della Al-Aqsa. Le sue terre si estendevano nell’area di Khan al-Ahmar tra le città di Gerusalemme e Gerico, prima che l’occupazione ne confiscasse la maggior parte, e la città è ora limitata a 12 quartieri.
Secondo un membro del Comitato per la difesa delle terre di Silwan, Fakhri Abu Dhiyab, a Silwan vivono 59.000 gerosolimitani e oltre a 2.800 coloni che sono stati insediati dalle forze di occupazione in 78 colonie.
Dal 7 ottobre 2023, le forze di occupazione hanno demolito e raso al suolo circa 360 case e strutture nella città di Gerusalemme, come parte di una politica sistematica volta a sfollare i nativi gerosolimitani e privarli dei loro diritti storici e nazionali.
Beit Ummar, a nord di Hebron/al-Khalil, sempre oggi, mercoledì, le forze di occupazione hanno demolito una casa e un pozzo d’acqua.
Fonti dei media hanno riferito che le forze di occupazione hanno preso d’assalto la città con diversi veicoli militari e hanno raso al suolo la casa del cittadino Iyad Abdel Hamid Muhaisen Awad, nella zona di Beit Zaatah, con il consueto pretesto della “mancanza di documenti di proprietà”.
Tuttavia, Awad è in regola con tutti i documenti legali comprovanti la proprietà del terreno su cui è costruito l’edificio. La casa è composta da un unico piano con una superficie di 100 metri quadrati e non era ancora abitata.
Le forze di occupazione hanno anche demolito un’area per la raccolta dell’acqua a Thagharat Al-Shabak, a nord della città, di proprietà del cittadino Younis Naji Bahr, e utilizzato per scopi agricoli.
Secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), tra il 7 ottobre 2023 e il 15 ottobre 2024 le autorità di occupazione israeliane hanno demolito 1.787 strutture palestinesi, comprese 800 case abitate.
Le operazioni di demolizione hanno portato allo sfollamento di 4.498 palestinesi, oltre al danno causato ad altri circa 531.593 a seguito della demolizione delle loro case o strutture commerciali, industriali e agricole.