Colonialismo: Israele sottrae l’85% delle acque e i palestinesi sono obbligati a comprarla da una compagnia israeliana

Colonialismo: Israele sottrae l’85% delle acque e i palestinesi sono obbligati a comprarla da una compagnia israeliana

Ramallah – WAFA e Quds Press.  Un rapporto congiunto dell’Ufficio centrale di statistica palestinese (PCBS) e dell’Autorità palestinese per l’acqua (PWA), in occasione della Giornata mondiale dell’acqua celebrata oggi, mercoledì 22 marzo, afferma: “L’occupazione israeliana controlla oltre l’85% delle risorse idriche palestinesi, portando a una significativa carenza di forniture di acqua potabile nei Territori palestinesi occupati. 

Con il controllo di Israele sull’85% dell’acqua palestinese nei Territori occupati, i residenti palestinesi sono costretti ad acquistare il loro fabbisogno idrico dalla compagnia israeliana Mekorot.

A causa della scarsità d’acqua e delle restrizioni israeliane all’accesso alle risorse, i palestinesi sono costretti ad acquistare l’acqua dalla compagnia idrica israeliana Mekorot. Nel 2021, hanno acquistato il 22% dell’acqua disponibile in Palestina, mentre il resto del fabbisogno idrico proveniva da sorgenti palestinesi, pozzi sotterranei e acqua potabile desalinizzata.

Il PCBS e la PWA hanno affermato che il consumo medio di acqua palestinese pro capite è ancora inferiore al livello minimo raccomandato a livello globale secondo gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è di 100 litri al giorno. Questo è il risultato del controllo israeliano su oltre l’85% dell’acqua palestinese.

Nel 2021, la disponibilità giornaliera pro capite di acqua consumata per scopi domestici era di 86,3 litri pro capite al giorno (89,0 l/c/d) in Cisgiordania e 82,7 nella Striscia di Gaza.

Tenendo conto dell’aumento della popolazione, dell’alta percentuale di inquinamento idrico nella Striscia di Gaza e calcolando le quantità di acqua adatte all’uso umano da quelle disponibili, la quota pro capite di acqua dolce è di soli 21,3 litri al giorno nella Striscia di Gaza. Confrontando questo tasso con l’allocazione giornaliera pro capite israeliana, notiamo che quest’ultima è più di tre volte quella palestinese, circa 300 litri al giorno. Questo tasso raddoppia per i coloni israeliani, raggiungendo livelli fino a più di 7 volte il consumo pro capite palestinese.

La quantità di acqua estratta dalla falda acquifera costiera nella Striscia di Gaza è stata di 192,5 milioni di metri cubi (MCM) nel 2021. Tuttavia, questa quantità è ottenuta attraverso un pompaggio non sicuro che mette a rischio la sostenibilità della fonte, dato che il rendimento del bacino non dovrebbe superare i 50-60 MCM all’anno. Il livello delle acque sotterranee nella falda costiera ha raggiunto i 19 metri sotto il livello del mare, portando all’esaurimento delle riserve idriche. Ciò ha fatto sì che il 97% dell’acqua pompata dalla falda acquifera costiera nella Striscia di Gaza non soddisfacesse gli standard di qualità dell’acqua dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il rapporto ha sottolineato che la Palestina soffre di una carenza di acque di superficie, a causa del controllo dell’occupazione israeliana sulle acque del fiume Giordano e del Mar Morto.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.