Colonialismo israeliano in Palestina: il 2019 è stato l’anno peggiore

Il direttore delle mappe dell’Arab Studies Association, il dott. Khalil Al-Tufakji, ha affermato che l’anno scorso a causa dei progetti di insediamento nella Cisgiordania occupata e Gerusalemme il “sogno di uno stato palestinese” è stato completamente rimosso.
Al-Takfaji ha confermato nelle dichiarazioni al quotidiano “Palestina” che il 2019 è stato il peggiore in tema di insediamenti e per l’imposizione da parte delle autorità di occupazione israeliane del fatto compiuto, che ha effettivamente posto fine a qualsiasi possibilità di stabilire un futuro stato palestinese.
Ha aggiunto che nel 2019 il progetto israeliano è diventato definito e chiaro, e che non vi è nulla, in concreto, chiamato stato palestinese, ma, al contrario, l’attività di insediamento è proseguita nell’ambito dei piani prestabiliti.
Ha sottolineato che l’occupazione ha accelerato i passaggi per costruire più unità di insediamento in Cisgiordania e Gerusalemme e per stabilire infrastrutture di superficie, sotto terra e nello spazio istituendo treni e una funivia turistica.
Ha spiegato che l’occupazione ha seguito la nuova politica di insediamento stabilendo l’infrastruttura attraverso la quale gli insediamenti sono collegati e tagliando i legami della Cisgiordania con i cantoni di una popolazione sporadica.
Al-Takfaji ha sottolineato che l’attuale amministrazione americana e le sue decisioni a favore dell’occupazione, come nel caso del trasferimento dell’ambasciata a Gerusalemme, e il sostegno alla legislazione sugli insediamenti e alla loro annessione allo stato di occupazione, hanno incoraggiato quest’ultimo ad avanzare nei progetti coloniali e a completare con anticipo quelli per il 2020.
Ha evidenziato il fatto che la situazione è favorevole all’occupazione per far avanzare tutti i precedenti piani con un sostegno statunitense senza precedenti e un governo di destra per eccellenza: “L’anno 2019 ha visto un boom negli insediamenti, sia in Cisgiordania sia a Gerusalemme”.
Al-Takfaji ha aggiunto che l’occupazione non solo si è stabilita sul territorio durante l’anno passato, ma ha portato avanti anche percorsi pericolosi legati alle famiglie di Gerusalemme, un lavoro diplomatico per annettere la Valle del Giordano e la chiusura di istituzioni che indicano l’identità del luogo, la sua origine e i suoi proprietari.
L’occupazione ha annunciato negli ultimi mesi dello scorso anno la costruzione di 11 mila unità di insediamento coloniali a Qalandia e la costruzione di zone industriali nelle aree a nord, e l’inizio del piano di Gerusalemme 2050, che dovrebbe annettere più terre e regioni.
Al-Takfaji ha avvertito che il governo di occupazione ha iniziato a implementare i progetti sul campo, senza alcuna riserva o paura di una reazione, sottolineando che essi si estendono su tutti i Territori Palestinesi e entrano profondamente in Cisgiordania.
Ha sottolineato che l’occupazione lo scorso anno ha sottratto più di 18.000 dunum di terre in Cisgiordania e Gerusalemme a fini di insediamento e ha aumentato il budget coloniale di oltre 15 milioni di dollari, mentre i dati delle istituzioni locali e internazionali per i diritti umani hanno mostrato un aumento del ritmo di espansione degli insediamenti nel 2019 del 70% rispetto al 2018.