Colonizzazione della Palestina: le IOF reprimono con violenza manifestazioni nel distretto di Nablus

Nablus-Wafa e PIC. Venerdì, le forze israeliane (IOF) hanno represso con violenza una manifestazione contro il furto di terre nella città di Beita, a sud di Nablus, ferendo 20 palestinesi, secondo quanto riportato da fonti mediche.

Ahmad Jibril, capo del dipartimento di emergenza e ambulanze presso la Mezzaluna rossa palestinese (PRCS), ha affermato che le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro gli abitanti del villaggio che protestavano contro il saccheggio delle loro terre, destinate alla costruzione di un nuovo insediamento coloniale su Jabal Sbeih.

Ha aggiunto che due manifestanti sono stati feriti ai piedi da proiettili di acciaio rivestiti di gomma, un altro da un candelotto di gas lacrimogeno, oltre ad altri 15 che hanno avuto problemi respiratori causati dall’inalazione dei lacrimogeni. Altri due sono rimasti feriti a seguito della caduta dall’alto mentre venivano inseguiti dai soldati.

I residenti di Beita e dei villaggi circostanti organizzano manifestazioni settimanali ogni venerdì per protestare contro la costruzione del nuovo insediamento coloniale di Givat Eviatar sul Jabal Sabih e contro il sequestro delle terre appartenenti agli abitanti dei villaggi di Beita, Huwarra e Za’tara destinate da Israele a una nuova tangenziale riservata ai coloni.

Le forze israeliane hanno usato la violenza per disperdere le manifestazioni, uccidendo sei palestinesi e ferendone oltre 600 in un mese.

Oltre al monte Sabih, alcuni mesi fa le forze israeliane hanno eretto un altro avamposto coloniale in cima al monte Al-Arma, a nord di Beita, poiché entrambe le montagne si trovano in una posizione strategica che si affaccia sulla Valle del Giordano, una fertile striscia di terra che corre verso ovest lungo il fiume Giordano e che costituisce circa il 30% della Cisgiordania.

La conquista delle due cime delle colline garantirebbe all’occupazione israeliana una vista panoramica sulla Valle del Giordano e sull’intero distretto di Nablus. Questo è il motivo per cui le autorità di occupazione hanno assegnato loro un posto importante nel progetto di espansione degli insediamenti.

La costruzione dei due avamposti coloniali in cima al monte Sabih, a sud di Beita, e al monte Al-Arma, a nord della città, oltre a una tangenziale a ovest è una misura israeliana per spingere villaggi e città palestinesi in affollate enclavi, ghetti, circondati da mura, insediamenti e installazioni militari, che ne interrompono la contiguità geografica con altre parti della Cisgiordania.

Il numero di coloni che vivono in colonie esclusivamente ebraiche in tutta Gerusalemme Est occupata e in Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale, è salito a oltre 700.000 e l’espansione degli insediamenti è triplicata dalla firma degli accordi di Oslo, nel 1993.

La legge sullo stato nazionale di Israele, approvata nel luglio 2018, sancisce la supremazia ebraica e afferma che la costruzione e il rafforzamento degli insediamenti coloniali è un “interesse nazionale”.