Ramallah-Afp. Giovedì 5 giugno, un alto funzionario ha dichiarato che l’OLP ha deciso di fare appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla costruzione insediamenti da parte di Israele, dopo che quest’ultimo ha indetto una gara d’appalto per altre 1.500 case coloniali.
Hanan Ashrawi ha dichiarato: “Il comitato esecutivo dell’OLP vede quest’ultima escalation con la massima serietà”. Il comitato esecutivo “la contrasterà rivolgendosi sia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che all’Assemblea Generale, essendo il modo adeguato di contenere questa grave violazione”.
Durante la notte, il ministero delle Politiche abitative di Israele ha svelato i piani per le nuove case, 400 delle quali nella Gerusalemme Est annessa, in quello che ha definito la “risposta sionista adatta” alla formazione di un governo di unità palestinese comprendente Hamas.
L’OLP ha minacciato una risposta “senza precedenti” a questa mossa. Un alto funzionario ha dichiarato anonimamente ad AFP: “La leadership palestinese sta cercando seriamente di appellarsi ai tribunali internazionali contro le attività di insediamento”. La possibilità di azioni legali contro la costruzione di insediamenti israeliani presso il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja si è aperta da quando i palestinesi hanno vinto lo status di Stato osservatore presso le Nazioni Unite nel 2012.
L’OLP aveva però deciso di non presentare tale ricorso per tutta la durata dei negoziati di pace con Israele mediati dagli Usa, interrotti all’inizio di quest’anno.
Il capo negoziatore Saeb Erekat ha dichiarato ad AFP: “È tempo di ritenere Israele responsabile di fronte a organizzazioni internazionali, alla luce del diritto internazionale. Coloro che temono i tribunali internazionali dovrebbero interrompere i loro crimini di guerra contro il popolo palestinese, in primo luogo l’attività di insediamento”.