Colono israeliano che uccise i Dawabsha condannato per incendio doloso

Imemc. Di Ali Salam. Secondo quanto riferito dalla testata israeliana Jerusalem Post, lunedì 18 maggio il tribunale distrettuale israeliano di Lod ha condannato il colono israeliano Amiram Ben-Uliel per il suo coinvolgimento nell’incendio doloso che ha provocato la morte del piccolo Ali Dawabsha, di 18 mesi.

Ben-Uliel è stato coinvolto nell’attacco incendiario del 2015 che ha ucciso il piccolo Ali e ha gravemente ustionato il fratello maggiore Ahmad ed entrambi i genitori, Reham e Sa’ad, poi deceduti. Il colono, insieme ad altri complici, lanciò delle molotov nella camera da letto della famiglia.

L’attacco avvenne a Douma, vicino alla città di Nablus, in Cisgiordania. La madre e il padre del bambino morirono in seguito, a causa delle ustioni riportate, mentre Ahmad, che ora ha 9 anni, rimase gravemente ferito.

Il colono è stato condannato per tentato omicidio e per incendio doloso, mentre è stato assolto dall’accusa di appartenere a un noto gruppo terroristico, la “gioventù delle colline“.

Il tribunale ha riconosciuto che l’atto omicida nei confronti della famiglia palestinese fu commesso per “motivi ideologici” e che Ben-Uliel confessò il crimine. Secondo Quds News Network, il pubblico ministero dichiarò che Ben-Uliel aveva scelto intenzionalmente la casa della famiglia Dawabsha e un’altra abitazione della cittadina, entrambe con i muri imbrattati con la scritta “Revenge” (“Vendetta”).

L’accusa sostiene che Ben-Uliel aveva sorvegliato la zona con un minorenne e che entrambi avevano intenzione di compiere attacchi con l’intento di uccidere i palestinesi nelle loro case. L’accusa di omicidio si sono ridotte tuttavia “cospirazione”. Ben-Uliel dapprima lanciò una bomba molotov attraverso la finestra di una casa palestinese vuota, poi lanciò una seconda bottiglia incendiaria nella casa dei Dawabsha attraverso la finestra della camera da letto, proprio dove la famiglia dormiva.

Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, il colono è stato condannato per triplice omicidio e tentato duplice omicidio.

Hussein Dawabsha, il padre di Reham, ha dichiarato: “Non riporterà indietro mia figlia; così come non torneranno in vita neanche suo marito e mio nipote. Tuttavia, non voglio che un altro bambino si trovi al posto di Ahmad. Abbiamo vissuto un grande trauma che non riuscirò a dimenticare neanche tra 100 anni. Non voglio che questo accada a un’altra famiglia”.

(Foto: Douma, Cisgiordania. Ahmad Dawabsha, il sopravvissuto all’incendio doloso che uccise i suoi genitori e il fratello di 18 mesi, è seduto sotto un poster che ritrae i suoi familiari nella casa dei nonni. Alray, AFP).

Fonti: Jerusalem Post, QNNN, Haaretz

Traduzione per InfoPal di Rachele Manna.