“Comandante Hugo Chavez, presente!”

Di Fulvio Grimaldi. Simón Bolívar, padre della nostra Patria e guida della nostra Rivoluzione, giurò di non dare riposo alle sue braccia, né dare riposo alla sua anima, fino a vedere l’America libera. Noi non daremo riposo alle nostre braccia, né riposo alla nostra anima, fino a quando non sarà salva l’umanità. (Hugo Chavez, 1954-2013)

Non si trovano parole che sfuggano a un’emozione incontrollata e, dunque, alla retorica. L’anima di colui che ha affrontato e vinto il mostro nel nome di noi tutti, vola oggi sul mondo e addolora e conforta l’umanità dei giusti, dei bastonati, degli sfruttati, dei dominati, dei rivoltosi, dei resistenti, dei rivoluzionari. Chiuso un secolo nella sconfitta e nell’abiezione, ha aperto un secolo, un millennio nuovi che, nel suo paese, nella nazione latinoamericana da lui avviata alla liberazione e all’integrazione, ha seminato vittoria dopo vittoria: Alba, Unasur, Celac, Mercosur. Popoli alfabetizzati, sottratti alla povertà e al dominio di necrofori, per la prima volta dal loro sterminio padroni della salute e della conoscenza e, soprattutto, restituiti alla dignità, alla libertà, a quel presente-futuro che secoli di predazioni e stupri europei e nordamericani, di servilismi di sguatteri tiranni, avevano conculcato. Un piccolo uomo gigante, un soldato di un piccolo popolo gigante, valoroso e indomito… Continua qui