Come i palestinesi a Gaza celebrano l’Eid al-Adha

Gaza – PIC. Di Wafa Aludaini. Le preparazioni per la celebrazione e festività dell’Eid al-Adha (Festa del Sacrificio) nella Striscia di Gaza assediata sono iniziate alcuni giorni fa. L’Eid al-Adha è un evento atteso con impazienza dai palestinesi di Gaza, per i quali le opportunità di festeggiare sono rare. Durante l’Eid, che segna la conclusione del pellegrinaggio musulmano (Hajj), i musulmani sacrificano animali accettabili per mostrare reverenza alla sottomissione del Profeta Abramo nel sacrificare suo figlio Ismaele, su comando di Allah.

Durante le preghiere, le persone si uniscono nel recitare in unisono il Takbir, una frase specifica. “Il suono delle persone che si riuniscono e recitano il Takbir è impressionante e riempie il cuore di gioia e allegria”, dice Haj Khadir Khdair, 66 anni. “A volte iniziamo a recitare il Takbir giorni prima dell’Eid e percorriamo le strade o le moschee”, aggiunge Khadir. “In alcune zone, il Takbir viene trasmesso anche in televisione e alla radio”. Il Takbir continua per tutta la durata dei quattro giorni dell’Eid.

Giorni prima dell’Eid al-Adha, i mercati sono affollati di persone che si preparano per la celebrazione. Le famiglie acquistano nuovi abiti, dolci tradizionali e frutta secca. Alcune famiglie preparano Ka’ek e altri dolci tradizionali a casa. “Durante l’Eid al-Adha, tradizionalmente la mia famiglia non prepara dolci, poiché è una festa della carne, ma i nostri vicini non lasciano mai passare un Eid senza preparare Ka’ek o Ma’moul“, dice Haj Khadir.

Il primo giorno dell’Eid, le famiglie palestinesi si riversano in aree aperte per pregare e recitare il Takbir all’unisono. Poi tornano a casa per compiere il rito del sacrificio degli animali, che viene poi distribuito: una parte della carne va ai poveri e una parte viene consumata dalla famiglia, dagli amici e dai vicini.

L’Eid al-Adha è diversa dall’Eid al-Fitr, e una delle forti caratteristiche distintive è “l’ampio utilizzo del fuoco e l’odore del pane Saj e della carne fritta in tutto il territorio palestinese”, spiega Haj Khadir, e aggiunge: “Il pane Saj è una parte essenziale della colazione tradizionale palestinese durante l’Eid al-Adha, che include il fegato ed il rene dell’agnello”.

Alcune famiglie palestinesi segnano l’occasione preparando il pane Saj e distribuendolo tra parenti e vicini, o riunendosi per cucinare nello stesso luogo. In una scena che ricorda una cerimonia nuziale in mezzo ad un raduno di adulti e bambini, e in ogni vicolo, strada e cortile delle case, sale il fumo dei forni che cuociono il pane Saj.

Tuttavia, la grande maggioranza del popolo palestinese celebra tra le difficoltà, aggravate dall’inflazione galoppante e dai prezzi alimentari a causa del persistente assedio israeliano via terra, mare e aria e dalle sue ripetute offensive.

“Le vendite degli animali per i sacrifici hanno registrato un significativo aumento, quest’anno, rispetto agli anni precedenti, nonostante i prezzi elevati”, afferma Abu Antar Abu Hasanain, proprietario di uno dei depositi di bestiame a Khan Younis. Secondo Abu Hasanain, un gran numero di coloro che hanno acquistato gli animali sacrificabili quest’anno ha pagato a rate, indicando le difficili condizioni economiche in cui vivono i residenti della Striscia di Gaza. Spiega che l’acquirente può dividere il prezzo del sacrificio in diversi mesi, in base al proprio reddito mensile. Il ministero dell’Agricoltura ha sottolineato che importa animali e foraggi a causa dello spazio agricolo limitato a Gaza, che è appena sufficiente per ortaggi e alberi da frutto, motivo per cui i prezzi sono così alti.

Abu Hasanain spiega che il ministero importa attraverso il valico egiziano o il valico con Israele, e non sono consentiti ingressi diretti da paesi produttori come l’Australia o la Nuova Zelanda, aggiungendo: “Se avessimo questa opportunità, le pecore a Gaza verrebbero vendute per cento dollari, ma attualmente costano circa 460 dollari”.

Per alcune famiglie, è consuetudine esprimere la loro lealtà e amore per i loro cari deceduti o martiri dell’occupazione visitando i cimiteri e innaffiando i fiori. Questa è una delle usanze tipiche del primo giorno dell’Eid o del giorno precedente. È anche tradizione che le persone distribuiscano dolci ai visitatori nei cimiteri e nelle strade circostanti.

Wafa Aludaini è una giornalista e attivista con sede a Gaza. Ha contribuito a questo articolo per il Palestinian Information Center.

Traduzione per InfoPal di F.L.