In un report, il Comitato delle famiglie ha dichiarato che tali violazioni sono estese a 124 prigionieri liberati delle carceri dell’occupazione e 87 ex detenuti politici.
Ha inoltre chiarito che tra le trasgressioni commesse vi è anche l’uccisione dell’adolescente Salah Zakarna e il ferimento di altre persone, avvenuti durante l’attacco israeliano in occasione dei festeggiamenti per dare il benvenuto a un prigioniero liberato a Qabatiya, nel sud di Jenin.
Il report ha inoltre fatto riferimento a 93 casi di arresto, 127 abusi, 137 sequestri, 46 irruzioni in case e posti di lavoro, 6 casi di confische di proprietà, 23 casi di repressione della libertà, 2 scioperi della fame da parte dei prigionieri a causa delle condizioni di detenzione e 28 processi arbitrari.
Il rapporto ha individuato un incremento della repressione israeliana ai danni di studenti universitari – nello specifico 61 violazioni, inclusi sequestri di fronte alle università e per le strade.
Le autorità israeliane hanno commesso 48 violazioni dei diritti umani a danni di giovani, 38 a danno dei lavoratori, 4 contro i media, 3 contro quelli degli avvocati, 2 contro gli ingegneri, 11 degli insegnanti, direttori e professori universitari e infine 6 contro il diritto di espressione.
In ambito politico le autorità israeliane hanno continuato a rifiutarsi di applicare i mandati di rilascio dei prigionieri politici: il rapporto ha evidenziato 6 casi nel mese di febbraio.
Le violazioni hanno riguardato diverse regioni della Cisgiordania e si sono concentrate nel governatorato di Hebron per un totale 102 casi, seguite da 97 perpetrati nel governatorato di Ramallah.
Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario