Commemorando la Giornata della Terra

Commemorando la Giornata della Terra.

A cura di Chiara Purgato.

http://www.ariannaeditrice.it/

La palestina ricorda il giorno della terra

L’appuntamento per i palestinesi e per quanti si battono per la causa della Palestina è fissato per il 30 marzo. Sarà questa l’occasione per rievocare quei tragici avvenimenti del 1976 quando gli arabi-palestinesi rimasti in Palestina dopo l’occupazione israeliana del 1948 – e la conseguente espulsione della maggior parte del popolo – scesero in piazza per difendere il diritto alla loro terra. Ventotto anni di occupazione erano stati, infatti, segnati da leggi repressive, coprifuoco, divieto di spostamento, terrorismo, immiserimento, confisca delle terre, distruzione dei villaggi, divieto di espressione e di organizzazione. Tentativi tutti di cancellare ogni identità fisica, storica, culturale dalla terra palestinese. La storia ricorda che gli arabi-palestinesi affrontarono, quel giorno, a mani nude, i carri armati. Risultato: sette caduti, tra cui una donna, decine e decine di feriti, centinaia di arresti. Si apriva, così, una pagina nuova nella lotta palestinese che vedeva una coesione popolare sempre più stretta. Ed è appunto da quel marzo 1976 che la lotta palestinese è lotta per il mantenimento della terra. Giornata del ricordo, quindi, che verrà celebrata in tutto il mondo. I palestinesi ricorderanno le tragiche tappe della loro esistenza. 

Rievocheranno i massacri di Hanin (16 ottobre 1976, con l’assedio e il bombardamento da parte di Israele), di Bint Jibayl (21 Ottobre 1976 quando contro un mercato si scatenò un bombardamento israeliano), di Khiam (nel marzo 1978 un bombardamento che causò oltre cento morti), di Ausay (15 marzo 1978 con un bombardamento che causò morte e distruzione), di Abbasyyah (15 marzo 1978 quando fu distrutta la moschea provocando una strage)… 

E sempre i palestinesi e il mondo civile ricorderanno il massacro di Sabra e Chatila quando duemila abitanti palestinesi e libanesi di quel campo, alla periferia di Beirut, vennero uccisi dal 16 al 18 settembre del 1982 da miliziani delle forze filo-israeliane, sotto la supervisione e con il sostegno logistico dell’esercito di Tel Aviv che aveva occupato da poche ore Beirut ovest. 
Tra le manifestazioni per la “Giornata della terra” si annuncia quella che si svolgerà a Milano il 2 aprile nel teatro Verdi. La serata si caratterizzerà con la rappresentazione teatrale intitolata “Il Pessottimista” tratta dall’omonima opera di Emil Habibi (scrittore arabo d’Israele nato nel 1922 e scomparso nel 1996) con la partecipazione del regista ed interprete Mohammad Bakri. Un israelo-palestinese che deve la sua fama internazionale non solo alle sue interpretazioni cinematografiche, ma soprattutto per i film-documento, come Jenin-Jenin e per le varie opere teatrali con cui, da anni, denuncia con grande passione civile, le condizioni di vita della minoranza palestinese all’interno dello Stato di Israele. 

Bakri, da sempre impegnato nella ricerca del dialogo tra il popolo palestinese e quello israeliano, porterà a Milano la sua testimonianza. Rievocherà così le pagine salienti della sua biografia: la partecipazione a film di autori israeliani e palestinesi e i documentari dedicati alla memoria della Nakba, la Catastrofe, che colpì il popolo palestinese all’indomani della proclamazione dello Stato israeliano. Si annuncia ancora una volta una giornata della memoria: per la Terra e in difesa della Terra.

Intanto si presenta all’orizzonte un altro problema. Ma questa volta è tutto interno ad Israele. Perché qui si scopre che nei libri di testo per le scuole elementari la storia del conflitto con i palestinesi viene “narrata” in modo del tutto singolare. Anche con falsità. E così, stando ad una indagine del Centro per il Monitoraggio dell’Impatto della Pace, tutti i libri di testo danno per assiomatica la legittimità di Israele come stato ebraico indipendente e il diritto degli ebrei di immigrare nel paese. Tutti i testi sottolineano che furono gli arabi a rifiutare la risoluzione dell’ Onu del 1947 sulla spartizione della Palestina in due stati, arabo ed ebraico. Dai libri (esaminati secondo criteri stabiliti dall’ UNESCO) risultano quindi moltissime forzature storiche. E ricostruzioni interessate si trovano anche nelle carte geografiche presenti nelle scuole soprattutto in quelle ultraortodosse. Qui il solo confine tra Israele e la Giordania è quello disegnato sul fiume Giordano, inglobando così la Cisgiordania che appare con i nomi biblici di Giudea e Samaria. 

Si possono rilevare, comunque, anche atteggiamenti positivi in senso progressista. Perché in molti istituti – soprattutto nelle scuole statali e religiose-statali (l’ 85% degli studenti) – i palestinesi sono ora riconosciuti e accettati come popolo e non sono presentati con stereotipi negativi. Traspare uno sforzo per ammonire contro generalizzazioni negative degli arabi. Il linguaggio è fattuale e privo di termini offensivi e le controversie politiche sono rappresentate in modo obiettivo e corretto, dando spazio anche a storici controversi in Israele: i cosiddetti nuovi storici revisionisti che, contrariamente alla storiografia ufficiale, affermano ad esempio che i profughi palestinesi del 1948 non abbandonarono il paese di loro volontà ma perchè espulsi o cacciati. E non è nemmeno ignorato il punto di vista arabo.

Restano, comunque, – a livello di scuole e di istruzione – tutta una serie di questioni controverse. Secondo il prof. Daniel Bar-Tal, dell’ università di Tel Aviv, “i primi testi tendevano a descrivere gli arabi come nemici, crudeli, immorali, ingiusti, con l’intento di colpire gli ebrei e distruggere lo stato di Israele”, mentre gli ebrei venivano illustrati come “laboriosi, coraggiosi decisi a far fronte alle difficoltà e a migliorare il paese”. In ultima analisi però, osservano i ricercatori, l’impatto più decisivo sulle posizioni delle persone lo ha, sugli israeliani come sui palestinesi, la scuola della vita: il contatto sofferto e spesso traumatico tra due popolazioni in lotta tra di loro. 

Ma risulta sempre più chiaro, nella realtà palestinese e ed israeliana che le conoscenze e le esperienze segnano profondamente la società. Importante è che il dialogo resti aperto e che non si passi – come molti vorrebbero (a Tel Aviv, in particolare) – al gelo.

 

 

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30 marzo GIORNATA DELLA TERRA IN PALESTINA

La giornata del 30 marzo coincide con la Giornata della Terra in Palestina, che commemora l’anniversario dell’uccisione di sei giovani palestinesi – cittadini d’Israele – da parte delle forze di sicurezza israeliane nel 1976, erano  tra le migliaia di persone intente a protestare contro l’espropriazione di terre palestinesi, utilizzate per costruire nuove colonie ebraiche ed espandere le esistenti città israeliane. Oggi, la Giornata della Terra simbolizza la resistenza palestinese contro l’espropriazione, la colonizzazione, l’occupazione e l’apartheid tuttora in corso in Israele.

Il Comitato nazionale del Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni vi invita a partecipare ad una Giornata globale il 30 marzo 2010, in solidarietà con il popolo palestinese per indirizzare la propria azione politica:

1. al boicottaggio e al disinvestimento ai danni delle corporazioni israeliane e di quelle internazionali che sostengono  l’apartheid, il colonialismo e l’occupazione in Israele;

2. a un’azione legale che ponga fine all’impunità israeliana, indaghi e giudichi gli israeliani sospettati di crimini di guerra davanti a corti nazionali e a tribunali internazionali;

3. a fare e promuovere pressioni per un embargo degli armamenti contro Israele e per un blocco o una cessazione del libero commercio e di altri accordi preferenziali con questo stato: un passo cruciale e urgente in direzione di sanzioni vere e proprie;

4. al lancio di un boicottaggio accademico, culturale e sportivo ai danni d’Israele e delle istituzioni sue complici;

Il primo Global BDS Day of Action è stato annunciato dalla società civile palestinese con grande sostegno al World Social Forum del 2009 all’inizio dei 23 giorni di offensiva israeliana “Piombo fuso”, durante la quale morirono più di 1.400 palestinesi e più di 5.000 rimasero feriti nella Striscia di Gaza occupata e assediata. Un anno dopo, Israele prosegue con il suo blocco soffocante sull’intera Striscia di Gaza, in quello che è stato descritto dagli esperti di diritti umani come un atto di “lento genocidio”. Questa è solo la continuazione della brutale oppressione israeliana del popolo palestinese, che vede tra i suoi precedenti l’espulsione dalle case durante la Nakba del 1948, il governo militare, l’occupazione e colonizzazione delle terre, l’apartheid e l’accanita negazione dei diritti dei rifugiati palestinesi a ritornare nelle loro terre e nelle loro abitazioni.

Nel BDS Day of Action del 2009, moltissimi tra sindacati, organizzazioni non-governative e studentesche, partiti politici e gruppi sociali in oltre 40 città in tutto il mondo hanno risposto all’invito – lanciato durante il World Social Forum del 2009 – a intraprendere un’azione coordinata di BDS a livello globale. Le attività dell’anno scorso bersagliarono, tra le altre, compagnie come Connex, una sussidiaria della multinazionale Veolia, complice nella costruzione del sistema israeliano di ferrovie leggere che collega le colonie israeliane nella Cisgiordania occupata a Gerusalemme; la catena di librerie Chapters Indigo, i cui profitti sono versati nei conti dei soldati israeliani “soli”; il gigante dei supermercati Tesco, che vende un assortimento di beni illegalmente prodotti nelle colonie; e Motorola, fornitore delle telecomunicazioni e dei sistemi elettronici delle forze di occupazione israeliane.

Da allora, la campagna globale del BDS è cresciuta. Studenti, aziende del settore privato, sindacati e altri attori della società civile di tutto il mondo hanno compreso che l’oppressione d’Israele ai danni del popolo palestinese non può più essere tollerata, e hanno concordemente adottato diverse forme di BDS contro Israele, fino a che non abbandonerà le sue politiche ostili e osserverà la legge internazionale. Nel solo 2009, sindacati, organizzazioni spirituali, gruppi studenteschi e molti altri movimenti hanno lanciato delle campagne BDS per rendere Israele responsabile delle proprie violazioni della legge internazionale e dei diritti fondamentali palestinesi.

http://electronicintifada.net/v2/article11107.shtml

per informazioni sulla campagna BDS (in italiano) consulta www.boicottaisraele.it

http://www.boicottaisraele.it/files/index.php?c1:o1:e1

marzo 8, 2010

Il 30 marzo Giornata della Terra in Palestina

Il prossimo 30 marzo, in occasione della Giornata della Terra in Palestina, che commemora l’anniversario dell’uccisione di sei giovani palestinesi da parte delle forze di sicurezza israeliane nel 1976, in tutto il mondo si terranno iniziative in solidarietà con il popolo palestinese, per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) ai danni di Israele.

L’appello del Comitato Nazionale Palestinese per il Boicottaggio invita a costruire mobilitazioni per il boicottaggio e il disinvestimento ai danni delle corporation israeliane e di quelle internazionali che sostengono l’apartheid, il colonialismo e l’occupazione. Particolare attenzione viene rivolta al boicottaggio culturale, accademico e sportivo ai danni di Israele e delle istituzioni sue complici.       Il Forum Palestina, che fu tra le prime realtà italiane ad aderire alla campagna BDS sin dal 2005, invita tutte le associazioni e i comitati di solidarietà con il popolo palestinese ad attivarsi affinché anche in Italia la giornata del 30 marzo sia un momento di visibilità del movimento che si oppone all’apartheid israeliano, all’occupazione della Palestina e all’assedio della Striscia di Gaza.   La campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni ai danni di Israele vede crescere il suo consenso di giorno in giorno fra i lavoratori, gli studenti, i giovani in Europa, negli Stati Uniti, in Africa e nell’Estremo Oriente. Dalle Trade Union inglesi alla Confederazione dei Sindacati del Sud Africa, dalla Francia alla Malesia, dove gli interessi israeliani e filoisraeliani sono ormai quotidianamente oggetto di proteste e manifestazioni.       Anche in Italia, la campagna BDS comincia a farsi sentire, attraverso il boicottaggio delle aziende israeliane operanti nel nostro Paese, delle aziende italiane attive in Israele e la denuncia degli accordi di cooperazione fra lo Stato e gli Enti Locali con Israele. In particolare, ribadiamo la denuncia dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele e degli accordi stipulati da alcune Regioni – Toscana, Emilia-Romagna, Friuli – Venezia Giulia, Umbria e Lazio – per finanziare la sanità israeliana attraverso il progetto Saving Children, dei finanziamenti erogati dalla Regione Lazio al Matimop di Israele per la ricerca sulle nanotecnologie, largamente impiegate a fini militari, degli accordi industriali tra Regione Emilia-Romagna e istituzioni israeliane.  Il boicottaggio accademico, culturale e sportivo ai danni di Israele non solo è parte integrante della campagna BDS, ma costituisce un elemento centrale della campagna stessa, perché contribuisce a ad affrontare l’apparato coloniale israeliano proprio sul piano ideologico (un piano strategico per l’occupante), a rendere cioè visibile la natura di apartheid dello Stato di Israele, uno Stato che non ha alcun senso definire “democratico”, uno Stato che occupa la terra di un altro popolo, uno Stato che discrimina i suoi stessi cittadini su base religiosa, uno Stato che disprezza il Diritto internazionale e i Diritti Umani.   Le istituzioni accademiche israeliane sono pienamente corresponsabili della politica israeliana, poiché in una struttura sociale fortemente militarizzata, partecipano alla ricerca scientifica anche in campo militare, senza alcuna distinzione con la ricerca civile. Il “dual use” nei centri di ricerca e in tantissimi ricercatori israeliani è la norma e non una eccezione.       Sosteniamo, quindi, tutte le iniziative di docenti e studenti per il boicottaggio accademico ai danni di Israele, e riteniamo in tal senso contraddittorie le prese di posizione di chi ritiene “priva di senso” una campagna di boicottaggio delle università israeliane, sostenendo che bisogna limitarsi ad intervenire in favore degli atenei palestinesi. Non è risicando qualche finanziamento per le università palestinesi che si può affrontare la natura criminale dell’apparato di apartheid israeliano. L’apparato coloniale israeliano – inclusi i suoi apparati ideologici di stato – vanno combattuti su tutti i terreni, esattamente come è avvenuto con la vittoriosa campagna internazionale contro l’apartheid sudafricano. Recenti dichiarazioni degli ambasciatori israeliani hanno confermato come il danno che temono principalmente dalle campagne di boicottaggio sia soprattutto quello per l’immagine di Israele. Continuare ad avere paura delle parole – e boicottaggio è una di queste – non aiuterà lo sviluppo di un movimento per il BDS ampio anche nel nostro Paese.

Per questi motivi, il Forum Palestina invita le associazioni e i comitati di solidarietà con il popolo palestinese a fare del prossimo 30 marzo una grande giornata di mobilitazione per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni ai danni di Israele.   Con la Palestina nel cuore, fino alla vittoria.       Il Forum Palestina – Campagna italiana per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni N.B. SEGUE il documento palestinese della campagna per il boicottaggio accademico e culturale e gli interventi di Danilo Zolo (pubblicato su Il Manifesto) e di Alfredo Tradardi (ancora non pubblicato su Il Manifesto) 

APPELLO URGENTE DEL PALESTINIAN YOUTH NETWORK (PYN) PER LA MOBILITAZIONE: GERUSALEMME E IL GIORNO DELLA TERRA

Alla luce della situazione attuale nella Palestina occupata, tenuto conto dei rischi e dell’instabilità crescente nella città di Gerusalemme, della continua e rapida confisca della terra e del suo patrimonio (compresi i luoghi santi) e della deportazione della popolazione, delle quotidiane minacce in corso alla vita e alla mobilità imposti alle città della West Bank e del blocco omicida di Gaza (ricordando il prossimo completamento del nuovo e sofisticato muro dell’apartheid al confine Egitto-Gaza), 

La Rete dei Giovani Palestinesi chiama i palestinesi e le organizzazioni della solidarietà per organizzare mobilitazioni globali, con eventi o qualsiasi altra forma di attività per commemorare la Giornata della Terra e per protestare contro quanto sta accadendo a Gerusalemme in questi giorni. Chiediamo che le giornate di mobilitazione internazionale si tengano il 27, 28, 29 e 30 marzo. 

Nella Palestina occupata, i palestinesi si stanno mobilitando per dimostrare la loro rabbia e stanno fronteggiando brutali rappresaglie militari. Come i palestinesi sparsi per il mondo, dobbiamo fare lo stesso mobilitandoci per dimostrare la nostra rabbia e il sostegno alla popolazione palestinese. 

La pulizia etnica di Gerusalemme deve fermarsi ora, la demolizione di case palestinesi devono fermarsi ora, il soffocamento del nostro popolo deve smettere ora, e noi dobbiamo alzare la voce per sostenere i nostri fratelli e sorelle in Palestina mentre la comunità internazionale tace, troppo focalizzata sui negoziati per prestare attenzione alle ingiustizie e a una sofferenza sempre maggiori! 

È possibile scaricare l’appello cliccando sul seguente link: 

http://www.pal-youth.org/eventsdetail.php?id=18 

** Si prega di inviare i dettagli delle mobilitazioni non oltre il 26 marzo affinché siano pubblicati tutti gli eventi organizzati alla pagina web del Pyn www.pal-youth.org e se potete inviarci le immagini direttamente dopo le iniziative che ci aiuteranno a fare un video clip di tutte le attività organizzate. Potete contattarci per domande, commenti, o inviare informazioni alla mail pyn@pal-youth.org ** 

Fino al Ritorno e alla Liberazione 

Rete dei Giovani Palestinesi – Palestinian Youth Network (Pyn) 

Below English/Spanish/Arabic 

In light of the current situation in occupied Palestine, given the increasing dangers and instability in the city of Jerusalem, the continuing and rapid confiscation and displacement of its land, its people and its heritage (including the holy sites), the ongoing threats to everyday life and mobility imposed on West Bank towns and the murderous blockade held in Gaza (remembering the near completion of the new and sophisticated apartheid wall on the Egypt-Gaza border), 

The Palestinian Youth Network is calling on Palestinian and solidarity organizations to organize global demonstrations, speaking events or any other form of activity to commemorate Land Day and protest what is happening in Jerusalem these days. We call for the international day of action to be held on, 27, 28, 29 30 of March. 

In occupied Palestine, Palestinians are mobilizing to show their anger and they are facing brutal military retaliations. As Palestinians spread across the globe, we must do the same and mobilize to show our anger and support. 

The Ethnic Cleansing of Jerusalem must stop now, the demolition of Palestinian homes must stop now, the intensifying suffocation of our people must stop now, and we MUST raise our voices to support our brothers and sisters in Palestine and at the silent international community, too focused on negotiations to pay attention to the heightened injustice and suffering! 
You can download the poster clicking on the following link: 
http://www.pal-youth.org/eventsdetail.php?id=18 
** Please send us the details of your event no later than the 26th of March and we will publish all organized events at the web page of the PYN
www.pal-youth.org and if you can send us some pictures directly after the event that will help us in making a video clip of all activities organized. You can contact us for questions, comments, or to send in information about and pictures of events at: pyn@pal-youth.org ** 

Until Return and Liberation, 
Palestinian Youth Network (PYN) 
—————————————————– 

En vista de la situación actual de la Palestina ocupada, dado el creciente peligro e inestabilidad en la ciudad de Jerusalén, la continua y rápida confiscación y desplazamiento de su tierra, su gente y su herencia (incluyendo los lugares sagrados), las amenazas que llevan a cabo día a día y los problemas de movilidad impuestos en las ciudades del West Bank y el bloqueo asesino que se lleva a cabo en Gaza (recordando la casi completa construcción del nuevo y sofisticado muro del apartheid en la frontera de Gaza con Egipto), 
La Red de Jóvenes Palestinos hace un llamamiento a las organizaciones palestinas y de solidaridad para organizar manifestaciones y protestas de ámbito global, seminarios, u otro tipo de actividades para conmemorar el Día de La Tierra y protestar por lo que está sucediendo en Jerusalén estos días. Hacemos un llamamiento para que este día de acción internacional se lleve a cabo los días 27, 28, 29, 30 de marzo. 
En los territorios ocupados de Palestina, los palestinos están movilizándose para mostrar su enfado y por ello están siendo víctimas de brutales represalias militares. Como palestinos esparcidos por distintas partes del mundo, debemos hacer lo mismo y movilizarnos para mostrar nuestro desacuerdo y nuestro apoyo. 
La limpieza étnica de Jerusalén debe parar ya, la demolición de casa palestinas debe parar ya, la asfixia de nuestro pueblo debe parar ya. Y nosotros DEBEMOS alzar nuestras voces en apoyo de nuestros hermanos y hermanas en Palestina y como respuesta al silencio de la comunidad internacional, Excesivamente centrada en negociaciones como para poner atención a la injusticia y creciente sufrimiento del pueblo palestino. 
Puedes descargarte el cartel haciendo click en el siguiente enlace: 
http://www.pal-youth.org/es/eventsdetail.php?id=18 
** Por favor, mandadnos los detalles de vuestra acción antes del 26 de marzo para que podamos publicar todas las acciones organizadas en la página web del PYN (Red de Jóvenes Palestinos)
www.pal-youth.org y si podéis, enviadnos fotografías del evento para que podamos hacer un video clip de todas las actividades organizadas. Podéis contactar con nosotros para preguntas, comentarios o para que os enviemos más información y/o los detalles y fotografías de otras acciones a: pyn@pal-youth.org ** 

Hasta el Retorno y la Liberación 
Red de Jovenes Palestinos (PYN)

 

IL 30 MARZO ANCHE A CATANIA UNA GIORNATA CONTRO L’APARTHEID ISRAELIANO

Martedì 30 marzo 

Dalle ore 18 presidio informativo di fronte allo SMA in Corso Sicilia 52/54. 

Dalle ore 20.30 serata di solidarietà con proiezione di video sulla Palestina presso Nievsky, via Alessi n.17 ( parte del ricavato della serata verrà devoluto alla ricostruzione dell’ospedale Al Awda di Gaza). 

Comitato catanese di solidarietà col popolo palestinese

IL 30 MARZO ANCHE A CATANIA UNA GIORNATA 
CONTRO L’APARTHIED ISRAELIANO
 

Il 30 marzo, in occasione della Giornata della Terra in Palestina, che ricorda l’uccisione di sei giovani palestinesi da parte delle forze di sicurezza israeliane nel 1976, in tutto il mondo si tengono iniziative in solidarietà con il popolo palestinese, per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) ai danni di Israele. 

L’APPELLO DEL COMITATO NAZIONALE PALESTINESE PER IL BOICOTTAGGIO INVITA A COSTRUIRE MOBILITAZIONI PER IL BOICOTTAGGIO E IL DISINVESTIMENTO AI DANNI DELLE CORPORATION ISRAELIANE E DI QUELLE INTERNAZIONALI CHE SOSTENGONO L’APARTHEID, IL COLONIALISMO E L’OCCUPAZIONE 

Perché boicottare? 

Israele ha finora ignorato tutte le risoluzioni ONU 
Che imponevano il ritiro dai territori occupati. 
questo dimostra il fallimento e l’inefficacia delle 
soluzioni diplomatiche. L’unico modo per manifestare 
solidarietà col popolo palestinese è colpire Israele 
direttamente nei suoi interessi economici. 
Ci rivolgiamo a chiunque intenda dare il suo contributo al raggiungimento di una pace giusta in Medio Oriente. Battiamoci tutti per la liberazione del popolo palestinese e per ridare dignità ad un popolo che ad oggi vive dentro veri e propri campi di concentramento. 

RICORDIAMO CHE ISRAELE IMPEDISCE ANCHE L’INGRESSO DEGLI AIUTI UMANITARI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO CHE OGGI MARCISCONOALLE FRONTIERE ISRAELIANE ED EGIZIANE MENTRE I PALESTINESI MUOIONO DI FAME E GUERRA. 

Martedì 30 marzo 

Dalle ore 18 presidio informativo di fronte allo SMA in Corso Sicilia 52/54. 
Dalle ore 20.30 serata di solidarietà con proiezione di video sulla Palestina presso Nievsky, via Alessi n.17 ( parte del ricavato della serata verrà devoluto alla ricostruzione dell’ospedale Al Awda di Gaza). 

Comitato catanese di solidarietà col popolo palestinese 

In particolare i prodotti da boicottare sono: 

– I prodotti che sono imballati ed etichettati in Israele hanno un codice a barre israeliano che inizia con 729. 
– I prodotti agricoli israeliani a marchio JAFFA e CARMEL 
– I prodotti farmaceutici israeliani della azienda TEVA 
– I prodotti cosmetici del gruppo L’OREAL, già oggetto di boicottaggio per i test effetuati sugli animali. 

– I prodotti dell’azienda LAVAZZA. Il boicottaggio della Lavazza è raccomandato anche dall’organizzazione pacifista israeliana Gush Shalom e dalla Coalizione delle Donne per la Pace israeliana, anche per il legame diretto fra la Lavazza stessa e la Eden Springs Ltd, azienda israeliana che detiene i diritti per la distribuzione delle macchine da caffè “gavazza Espresso Point”. 
– NESTLÉ: La ditta è accusata dagli anni 50 di distruggere l’economia e la salute dei popoli del terzo mondo (ricordiamo la strage compiuta dalla Nestlè che inviò nei paesi del terzo mondo tonnellate di latte in polvere scaduto che causò la morte di migliaia di bambini). La società svizzera possiede il 50,1% dei capitali della catena alimentare Osem israeliana 
-MC DONALD’S: impresa emblematica dell’imperialismo culturale US, Proibisce al suo personale di parlare arabo per discriminare ulteriormente tutti coloro provengono dal mondo AraboIslamicoPalestinese. 
– Pomodorini “di Pachino” marca SHIREN: semi ibridi della multinazionale israeliana HAZERA Genetics venduti a caro prezzo dalla COIS 94 di Belpasso (CT) 

BOICOTTARE è SEMPLICE: 
BASTA ACQUISTARE PRODOTTI EQUIVALENTI MA DI MARCHE DIFFERENTI!


 

30 MARZO 2010 – GIORNATA DELLA TERRA, GIORNATA INTERNAZIONALE PER IL BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTO E SANZIONI

Le iniziative a Roma e provincia

(26 Marzo 2010)

Comunicato stampa 

Noi, diverse associazioni, movimenti e individui della città di Roma e della Provincia, che da anni siamo impegnati sulla questione palestinese, abbiamo raccolto l’invito di “Global BDS Day of Action”, a mobilitarci con azioni coordinate nella “Gornata della Terra” che va dal 27 al 30 Marzo 2010, con l’obiettivo di far crescere la consapevolezza e dare nuovo impulso alla campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni) a livello Locale, Nazionale e Internazionale, e supportare la lotta del Popolo Palestinese per la giustizia, i diritti umani la libertà e la fine dell’occupazione militare israeliana. 

Diamo di seguito notizie delle iniziative che realizzeremo in questi giorni nella città di Roma e ad Aprilia. 

1. Venerdi 26 marzo dalle ore 17.30 Manufatto CSOA Auro e Marco – via Caduti nella guerra di liberazione 268 Spinaceto – 
Palestina: un anno dopo “piombo fuso”: interventi, proiezioni, mostre poi “Balla e Pensa” reggaedancehall 

2. Venerdi 26 ore 18 Via Piero Cossa 42 (p.za Cavour) Aula Magna Ateneo Valdese – Per l’infanzia Palestinese – Concerto pianistico del Duo Bruschi – Feola Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese 

3. Sabato 27 marzo ore 11 Azioni di informazione e sensibilizzazione presso supermercati COOP di via Prenestina e via Laurentina (Stopagrexcoroma e Free Palestine) 

4. Martedi 30 marzo 

GIORNATA DELLA TERRA 
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA CAMPAGNA (BDS) BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTI E SANZIONI contro l’apartheid israeliano 

– ore 15.30 Aprilia Supermercato – Azione di informazione e sensibilizzazione sulla campagna BDS – rete di Nettuno 

– ore 17.00 Supermercato COOP Prenestina – Azione di informazione e sensibilizzazione sulla campagna BDS – Forum Palestina 

– ore 17.00 Sala del parlamento Europeo Via 4 novembre 149 – 
Tribunale Russel – Rapporto Goldstone su Gaza – Action for Peace 

– ore 17 Garbatella Largo delle 7 chiese – Impianto di un Olivo vicino al monumento d Rachel Corrie – Associazione Germogli 

– ore 18 via Ostiense 152/b CdB S. Paolo 
Assemblea/Dibattito “il muro c’e’ e si vede…ma che nasconde? 
con Bassam Saleh, Luigi Sandri, Enzo Mangini 
Interromperemo l’assedio di Gaza via mare Progetto di Free Gaza Movement 
Presentazione di Paola Mandato 

5. Mercoledì 31 marzo ore 17,30 – Redazione di Carta Sala Pintor – Via dello Scalo di San Lorenzo 67 
Incontro Pubblico con Wehbi Badarni, attivista e sindacalista palestinese del sindacato “Sawt al Amal” – La Voce del Lavoratore – Interverranno Emidia Papi – RdB Vincenzo Miliucci – Cobas Roberto Cortese – SdL – Forum PALESTINA 

Il Calendario degli eventi può essere consultato sui siti Web, continuamente aggiornati, di: 
“Forum Palestina”
www.forumpalestina.org 
”Sguardo sul Medio Oriente”
www.sguardosulmedioriente.it 

La “Rete degli attivisti di Roma e provincia”

 

LA GIORNATA BDS DEL 30 MARZO A MILANO

Il 30 marzo 2010, in occasione della Giornata della Terra in 
Palestina, è stata indetta una giornata internazionale per il
 
Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro l’economia di guerra
 
israeliana e in solidarietà con il popolo palestinese.
 

A Milano e in altre città italiane, si svolgeranno iniziative di 
denuncia del Touring Club Italiano, che promuove viaggi “in Israele”
 
includendo territori come Gerusalemme est, Masada e Qumran che non sono
 
israeliani ma bensì occupati da Israele. Nella presentazione del
 
viaggio, il TCI non parla dell’occupazione israeliana né della
 
costruzione del Muro in Cisgiordania, né del sistema di Apartheid a
 
cui è sottoposta la popolazione palestinese, rendendosi complice dei
 
crimini israeliani.
 

Noi non vogliamo essere complici! 

Invitiamo tutti/e a partecipare ad un presidio-volantinaggio 
MARTEDI 30 MARZO dalle ore 17 
davanti al Touring Club in corso Italia 

Rete milanese Boicotta Israele 

per info: www.boicottaisraele.it; 
http://stopagrexcoitalia.wordpress.com/informazioni
 
Oppure scrivici a: palestinamilano@yahoo.it

 

 

ANCHE PARIGI IN PIAZZA IL 30 MARZO PER IL BDS

Manifestazione per il BDS e contro la criminalizzazione della solidarietà con il popolo palestinese

GRANDE MANIFESTAZIONE A PARIGI IL 30 MARZO: 
”IO BOICOTTO L’OCCUPANTE ISRAELIANO. INCRIMINATEMI!” 

La migliore difesa di fronte alla volontà di criminalizzare i militanti che sostengono un popolo in pericolo è la risposta collettiva”. Con questa consapevolezza, CAPJPO (Coordination des Appels pour une Paix Juste au Proche-Orient) chiama per una manifestazione a Parigi il 30 marzo, nel quadro della giornata internazionale di azione per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele. 
Nell’appello del Coordinamento francese si legge: “
Le vostre menzogne, le vostre calunnie, il vostro ricatto dell’antisemitismo non ci intimidiscono, Contrariamente a voi, noi abbiamo una coscienza, dei principi e rispetto per i diritti dell’uomo e il diritto internazionale. Ne abbiamo abbastanza della vostra collaborazione con i criminali di guerra. Poiché non volete adottare sanzioni contro il terrorismo di Stato israeliano – anzi, al contrario! – noi partecipiamo da cittadini alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l’occupante israeliano. 
Lo abbiamo già fatto, i meno giovani fra noi, quando si trattava di boicottare il Sudafrica dell’Apartheid. Lo facciamo, quando si tratta di far cessare una persecuzione ben peggiore, quella del popolo palestinese”. 
Di seguito, l’appello per l’appuntamento di martedì 30 marzo alle 18.30 davanti al Ministero della Giustizia francese.
 

APPUNTAMENTO IL 30 MARZO 2010 ALLE 18.30 DAVANTI AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA: BOICOTTAGGIO DELL’OCCUPANTE ISRAELIANO! 

Cari firmatari del Manifesto BDS, 

vi ringraziamo calorosamente per la vostra determinazione e la vostra coscienza della gravità degli avvenimenti. In meno di tre settimane, siamo stati in 2000 a dire pubblicamente che non ci lasciamo intimidire dalle minacce liberticide del governo francese e dal suo Ministro della Giustizia, signora Michèle Alliot-Marie. Facendo appello per il boicottaggio dell’occupante israeliano, ci assumiamo la nostra responsabilità di cittadini di sostegno ad un popolo in pericolo. (…) 
VI INVITIAMO AD UN GRANDE APPUNTAMENTO DAVANTI AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, IN PLACE VENDOME, MARTEDI’ 30 MARZO ALLE 18.30. 
In occasione della Giornata della Terra, simbolo della resistenza del popolo palestinese contro l’occupante israeliano, nel momento in cui i dirigenti israeliani intensificano la colonizzazione, effettuano gravi provocazioni a Gerusalemme, e mantengono il blocco inumano di Gaza, chiederemo alla signora Alliot-Marie di metterci sotto processo, come ha promesso di fare ai dirigenti israeliani. 
Invitiamo anche a manifestare davanti ai Palazzi di Giustizia di altre città, lo stesso giorno.
 

BOUMEDIENE-THIERY Alima, Senatrice (Parigi) 
KIIL-NIELSEN Nicole, Deputata europea (Rennes)
 
MGR GAILLOT Jacques, Vescovo (Parigi)
 
LANGLOIS Bernard, Giornalista (Parigi)
 
LECOUR-GRANDMAISON Olivier, Storico (Parigi)
 
ROSSI Henri, Militane per i Diritti dell’Uomo (Cannes)
 
BOURGET Jacques-Marie, Giornalista (Parigi)
 
RENOU Xavier, Responsabile associativo (Parigi)
 
PONSIN Jean-Claude, Medico (Parigi)
 
AMARA Jean-Claude, Portavoce di Droits Devant !
 
ZEMOR Olivia, Responsabile associativo (Parigi)
 
FLAMENT Michel, Coordinamento dell’Appello di Strasburgo (Strasburgo)
 
DEPLUS Sylvie, Medico oftalmologo (Parigi)
 
JENNAR Raoul Marc, Consuente delle relazioni internazionali (Mosset, 66)
 
KRIVINE Alain, ex deputato europeo, Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA)
 
BESANCENOT Olivier, portavoce del NPA

www.europalestine.com

http://salaam-ragazzidellolivo.blogspot.com/

La “Giornata della terra” a Padova, con Luisa Morgantini

VENERDI 26 marzo 2010 alle ore 21.00

nella Sala/Cinema Porto Astra – Via S. Maria Assunta Bassanello, Padova

SERATA IN OCCASIONE DELLA

“GIORNATA DELLA TERRA”

Verrà proiettato il documentario

“PIAZZA PULITA”

(memoria di un popolo oppresso che si ostina a resistere)

di Nandino Capovilla e Piero Fontana

INTERVENGONO

Luisa Morgantini – già Vice Presidente del Parlamento Europeo, tra le fondatrici della rete internazionale delle Donne in nero contro la guerra e la violenza, è nel coordinamento nazionale dell’Associazione per la Pace. Dasempre impegnata sulla soluzione nonviolenta dei conflitti e per la giustizia e i diritti umani per tutte e tutti, in special modo riguardo alla questione palestinese

Salman Natour – nato nel 1949 a Daliet Al Carmel (Palestina), a sud di Haifa, scrittore, giornalista e saggista palestinese, studioso di filosofia e traduttore dall’ebraico

PER NON DIMENTICARE: LA GIORNATA DELLA TERRA

Marzo 1976. L’Alta Galilea è già “pulita” da ogni presenza palestinese. Il programma dei governi israeliani prevede l’esproprio di terre anche nella Bassa Galilea, premessa all’evacuazione di 5 villaggi palestinesi.

Il 25 marzo, in un’assemblea pubblica a Sakhnin (uno dei villaggi interessati), i Palestinesi proclamano il 30 marzo “giornata di sciopero generale contro l’esproprio e per la difesa della terra”.

La manifestazione trova massiccia adesione. Per l’esercito, la protesta non è tollerabile. Gli “Arabi d’Israele” (così chiamati per negare loro l’identità palestinese, oltre al diritto) sono considerati intrusi ed imposti allo “Stato Ebraico”.

La polizia investe i manifestanti: ci sono centinaia di arresti, feriti e 6 uccisi.

Aderiscono all’iniziativa: Donne in Nero, Associazione per la pace, Lega ingegneri palestinesi, Mezza luna rossa palestinese, Follow the women, ACS, Per il mondo, Agronomi senza frontiera.

 

http://www.cissong.org/

Giornata della Terra – evento organizzato a Beddawi (LIBANO)

La Giornata delle Terra’ è in ricordo e onore della lotta eroica dei palestinesi per lariappropriazione della propria terra.

All’interno del progetto “MUSTAQBAL: nuove prospettive per giovani palestinesi di Tripoli e Tiro” e nell’ambito delle attività volte al dialogo interculturale, il CISS in partenariato con l’ONG locale National Institution of Social Care and Vocational Training (NISCVT) hanno organizzato e realizzato il 30 marzo 2009 l’iniziativa “Il giorno dellaterra”.

Il 30 marzo 1976 lo stato d’Israele soffocava nel sangue una protesta in Galilea uccidendo sette palestinesi e ferendone a decine. Stanchi dell’occupazione sionista, vessati dalla continua usurpazione di territori, dalla repressione, dal coprifuoco, dai posti di blocco, dalla miseria, dall’annientamento dei villaggi, della cultura, dell’identità, i palestinesi si opponevano a mani nude contro i carri armati del nemico. Da allora il 30 marzo di ogni anno il popolo palestinese celebra la Giornata della terra”, in onore della lotta eroica per la riappropriazione della terra rubatagli dallo stato sionista e per denunciare al mondo i crimini del colonialismo israeliano.

Il luogo scelto dal CISS e dal NISCVT è il Khadear Hall, all’esterno del campo profughi palestinese di Beddawi, che ha accolto per l’occasione circa 2.000 abitanti della zona, palestinesi e libanesi.
La giornata si è aperta con la presentazione al pubblico del programma e del significato che tale giornata riveste per il popolo palestinese profugo in Libano. A seguire si sono alternati canti, poesie e danze tipiche palestinesi. Una parte della giornata è stata dedicata all’esposizione di dipinti e disegni dei giovani beneficiari del campo profughi, attraverso cui hanno avuto modo di esprimersi rispetto alla loro idea di “Terra” e di “tradizione” che il popolo palestinese cerca di tenere viva.

 

 

 

 

 

 

30.03.2009

Giornata della Terra

conflitti globali 

In molte città (Torino, Milano, Roma, Bologna, Venezia, Palermo, Pisa…) si è scesi in piazza per la Giornata della Terra per i palestinesi, giornata in cui si è lanciata – anche in Italia – la campagna BDS  (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni)  verso Israele convocata dal Forum Sociale Mondiale di Belèm. In moltissime altre città si sono svolti incontri e dibattiti proprio sul boicotaggio.

Anche la Palestina ha manifestato, in particolare con un grosso corteo a Dir Hanna, in Galilea. “Israele – ha detto Amir Makhul di Ittijah, dell’Unione delle associazioni arabe – sta commettendo da anni crimini contro il popolo palestinese ed è ora che il mondo si assuma le sue responsabilità”.

Visita il sito della campagna BDS

Visita il sito del Forum Palestina

Ascolta l’intervista con Sergio Cararo del Forum Palestina

 

http://www.giovaniemissione.it/index.php

 30 marzo: Giornata della terra in Palestina – Giornata globale di azione nel mondo  

 

 

 

 

 

 

 

 

Giustizia e pace in Palestina/Israele . 30 marzo: Giornata della terra in Palestina –
Giornata globale di azione nel mondo

L’attacco israeliano su Gaza, con la sua scia di orrore, sangue e distruzione, ha riportato alla ribalta quella che Nelson Mandela ha definito la questione morale numero uno del mondo: la Palestina.
L’assedio e i bombardamenti, le uccisioni dei civili, l’uso di armi illegali, l’occupazione illegale di territori palestinesi, la costruzione del muro che evidenzia un regime di apartheid, la discriminazione verso i cittadini e cittadine palestinesi di Israele, la distruzione dei campi coltivati, le limitazioni all’accesso ai servizi essenziali (acqua e elettricità, istruzione e sanità) sono gravi violazioni del diritto internazionale e crimini contro l’umanità.

Nessun bisogno di sicurezza autorizza e giustifica questi comportamenti. La guerra contro Gaza ha massacrato civili e territorio, non cancellato Hamas
Israele deve essere fermato
Come ogni altro Stato del mondo responsabile di tali violazioni
non deve godere dell’impunità finora concessale

Ce lo chiedono: la legge internazionale, la nostra coscienza, le società civili palestinese e israeliana impegnate da anni nella resistenza nonviolenta

La forma più recente è una campagna in tutto il mondo per il boicottaggio, il disinvestimento, le sanzioni nei confronti di Israele (Campagna BDS), di cui condividiamo le caratteristiche:

* è istituzionale: non intende colpire persone ma la politica di Israele, finché non rispetterà il diritto internazionale e i diritti delle persone;
* si adatta al contesto: chi aderisce decide le pratiche più adatte da adottare nella propria società;
* mira ad informare le persone sull’illegalità della colonizzazione e dell’occupazione, del  muro e dell’apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione.

La “questione militare” è al centro della nostra attenzione, perché:

* il “business” delle armi non è un qualsiasi “affare”, ma  distrugge vite e civiltà; aziende italiane e   multinazionali cooperano con quelle israeliane che producono armi;
* il redditizio commercio delle armi avviene spesso in violazione delle norme esistenti, come la legge 185 e il codice di condotta europeo;
* il nostro Governo ha stipulato nel 2003, e il Parlamento ha votato nel 2005, un accordo quadro di cooperazione militare  con Israele che rende di fatto il nostro paese complice della politica israeliana di distruzione e di guerra; 
* Israele, unico in M.Oriente a detenere armi nucleari, anche se non lo ammette, non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare: è un pessimo esempio per tutta l’area,
* a Gaza nel 2008 Israele ha commesso crimini di guerra – denunciati internazionalmente – e  sperimentato armi micidiali, oltre che illegali, come le bombe al fosforo, le Dime (esplosivo con metallo inerte denso), oltre all’uranio impoverito nelle testate di bombe e missili.

Per questo, in occasione del 30 marzo, giornata della terra per i palestinesi,  giornata di azione globale del Forum sociale mondiale, chiediamo sostegno e partecipazione alla seguenti azioni:
– adesione al ricorso depositato presso la Corte Penale Internazionale da 40 avvocati di vari  paesi  per il riconoscimento di Israele come responsabile di crimini di guerra;
– iniziative in fabbriche che cooperano con aziende israeliane nella produzione militare;
– richiesta di sospensione dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele finché Israele non rispetti il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.

      Per adesioni info@actionforpeace.org


Finmeccanica: dove finisce il nostro lavoro? Vogliamo chiarezza!
30 marzo: Giornata della terra in Palestina. Giustizia e pace in Palestina/Israele

Giornata globale di azione nel mondo

Da troppi anni Israele gode di impunità da parte della comunità internazionale per la sua politica di occupazione illegale dei territori palestinesi, per la costruzione di un muro di centinaia di km che produce un regime di apartheid, per le discriminazioni verso i cittadini e le cittadine palestinesi di Israele, per i crimini di guerra e contro l’umanità.

Le prime indagini svolte da associazioni israeliane, palestinesi ed internazionali sull’attacco israeliano su Gaza (oltre 1300 vittime e migliaia di feriti, prevalentemente civili, tra la popolazione palestinese) confermano  l’uso di armi non convenzionali, violazioni delle convenzioni internazionali e dei diritti umani.

Per questo, dall’Inghilterra al Canada e agli Stati Uniti, dal Sud Africa alla Francia, sta prendendo avvio una campagna di “boicottaggio, disinvestimento, sanzioni” nei confronti della politica illegale e di guerra dello Stato di Israele (Campagna BDS). Questa campagna, le cui caratteristiche sono condivise dalla coalizione Action for Peace, di cui la Fiom fa parte, è uno strumento di azione nonviolente, rivolta non contro i/le cittadini/e di Israele, ma la sua politica. Essa  viene realizzata tenendo conto dei diversi contesti nazionali. La campagna mira anche ad informare sull’illegalità della colonizzazione e dell’occupazione, del  muro e dell’apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione, recentemente denunciati anche da militari dell’Esercito israeliano. Anche per questi motivi, la Fiom ritiene che la “questione militare” debba avere particolare rilievo.

Nel 2005, in seguito al voto dei Parlamenti, israeliano e italiano, è entrato in vigore l’accordo quadro di cooperazione militare Italia-Israele. L’accordo prevede forme di collaborazione fra le industrie belliche  e il personale militare dei due Paesi, con un palese aggiramento della legge sul commercio delle armi italiane (la 185/90) che vieta le esportazioni a Paesi belligeranti o i cui governi si siano macchiati di accertate violazioni delle convenzioni di tutela dei diritti umani. Sosteniamo la richiesta di sospensione di tale accordo, fatta da molte associazioni pacifiste italiane,  finché Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.

Il Gruppo Finmeccanica è in parte proprietà del Governo italiano e, in
particolare per quanto riguarda le attività militari, opera su commesse
pubbliche. Gode quindi di finanziamenti pubblici, che vengono dalle casse
dello Stato, ovvero dai contribuenti. Nel novembre 2008 la stampa israeliana
ha dato notizia dell’intenzione di Finmeccanica di stipulare accordi di
collaborazione con le principali aziende militari israeliane (Elbit, Iai,
Rafael). Risulta che diverse aziende del Gruppo hanno già direttamente e/o
indirettamente rapporti di collaborazione con almeno una di queste aziende.
E’ noto che esistono rapporti commerciali tra Finmeccanica e Israele per le
forniture di sistemi d’arma, così come nell’ambito delle forniture di aziende
israeliane verso l’esercito italiano.

Le lavoratrici ed i lavoratori delle aziende del Gruppo hanno il diritto di sapere che uso viene fatto del risultato del loro lavoro e che ciò avvenga nel più rigoroso rispetto della legge 185 e della legalità internazionale. Nulla può giustificare che tali regole e principi vengano violati o aggirati. Chiediamo chiarezza e trasparenza sui rapporti  commerciali e industriali tra il Gruppo Finmeccanica, il governo israeliano e le industrie militari locali, sia per quanto riguarda le aziende del Gruppo che si trovano sul territorio italiano, che la nuova controllata statunitense DRS.
E’ inaccettabile che una realtà industriale – a maggior ragione perché parzialmente pubblica e finanziata da denaro pubblico – possa essere complice di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Chiediamo su questo informazioni esaurienti e garanzie a Finmeccanica.


Per sostenere queste richieste
3 aprile 2009 dalle ore 11.00 alle ore 13.00
presidio davanti alla sede di Finmeccanica in
Piazza Montegrappa a Roma.

fonte: assopace.org

 

 

 30 marzo: Giornata della terra in Palestina – Giornata globale di azione nel mondo  

 

 

 

 

 

 

 

 

Giustizia e pace in Palestina/Israele . 30 marzo: Giornata della terra in Palestina –
Giornata globale di azione nel mondo

L’attacco israeliano su Gaza, con la sua scia di orrore, sangue e distruzione, ha riportato alla ribalta quella che Nelson Mandela ha definito la questione morale numero uno del mondo: la Palestina.
L’assedio e i bombardamenti, le uccisioni dei civili, l’uso di armi illegali, l’occupazione illegale di territori palestinesi, la costruzione del muro che evidenzia un regime di apartheid, la discriminazione verso i cittadini e cittadine palestinesi di Israele, la distruzione dei campi coltivati, le limitazioni all’accesso ai servizi essenziali (acqua e elettricità, istruzione e sanità) sono gravi violazioni del diritto internazionale e crimini contro l’umanità.

Nessun bisogno di sicurezza autorizza e giustifica questi comportamenti. La guerra contro Gaza ha massacrato civili e territorio, non cancellato Hamas
Israele deve essere fermato
Come ogni altro Stato del mondo responsabile di tali violazioni
non deve godere dell’impunità finora concessale

Ce lo chiedono: la legge internazionale, la nostra coscienza, le società civili palestinese e israeliana impegnate da anni nella resistenza nonviolenta

La forma più recente è una campagna in tutto il mondo per il boicottaggio, il disinvestimento, le sanzioni nei confronti di Israele (Campagna BDS), di cui condividiamo le caratteristiche:

* è istituzionale: non intende colpire persone ma la politica di Israele, finché non rispetterà il diritto internazionale e i diritti delle persone;
* si adatta al contesto: chi aderisce decide le pratiche più adatte da adottare nella propria società;
* mira ad informare le persone sull’illegalità della colonizzazione e dell’occupazione, del  muro e dell’apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione.

La “questione militare” è al centro della nostra attenzione, perché:

* il “business” delle armi non è un qualsiasi “affare”, ma  distrugge vite e civiltà; aziende italiane e   multinazionali cooperano con quelle israeliane che producono armi;
* il redditizio commercio delle armi avviene spesso in violazione delle norme esistenti, come la legge 185 e il codice di condotta europeo;
* il nostro Governo ha stipulato nel 2003, e il Parlamento ha votato nel 2005, un accordo quadro di cooperazione militare  con Israele che rende di fatto il nostro paese complice della politica israeliana di distruzione e di guerra; 
* Israele, unico in M.Oriente a detenere armi nucleari, anche se non lo ammette, non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare: è un pessimo esempio per tutta l’area,
* a Gaza nel 2008 Israele ha commesso crimini di guerra – denunciati internazionalmente – e  sperimentato armi micidiali, oltre che illegali, come le bombe al fosforo, le Dime (esplosivo con metallo inerte denso), oltre all’uranio impoverito nelle testate di bombe e missili.

Per questo, in occasione del 30 marzo, giornata della terra per i palestinesi,  giornata di azione globale del Forum sociale mondiale, chiediamo sostegno e partecipazione alla seguenti azioni:
– adesione al ricorso depositato presso la Corte Penale Internazionale da 40 avvocati di vari  paesi  per il riconoscimento di Israele come responsabile di crimini di guerra;
– iniziative in fabbriche che cooperano con aziende israeliane nella produzione militare;
– richiesta di sospensione dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele finché Israele non rispetti il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.

      Per adesioni info@actionforpeace.org


Finmeccanica: dove finisce il nostro lavoro? Vogliamo chiarezza!
30 marzo: Giornata della terra in Palestina. Giustizia e pace in Palestina/Israele

Giornata globale di azione nel mondo

Da troppi anni Israele gode di impunità da parte della comunità internazionale per la sua politica di occupazione illegale dei territori palestinesi, per la costruzione di un muro di centinaia di km che produce un regime di apartheid, per le discriminazioni verso i cittadini e le cittadine palestinesi di Israele, per i crimini di guerra e contro l’umanità.

Le prime indagini svolte da associazioni israeliane, palestinesi ed internazionali sull’attacco israeliano su Gaza (oltre 1300 vittime e migliaia di feriti, prevalentemente civili, tra la popolazione palestinese) confermano  l’uso di armi non convenzionali, violazioni delle convenzioni internazionali e dei diritti umani.

Per questo, dall’Inghilterra al Canada e agli Stati Uniti, dal Sud Africa alla Francia, sta prendendo avvio una campagna di “boicottaggio, disinvestimento, sanzioni” nei confronti della politica illegale e di guerra dello Stato di Israele (Campagna BDS). Questa campagna, le cui caratteristiche sono condivise dalla coalizione Action for Peace, di cui la Fiom fa parte, è uno strumento di azione nonviolente, rivolta non contro i/le cittadini/e di Israele, ma la sua politica. Essa  viene realizzata tenendo conto dei diversi contesti nazionali. La campagna mira anche ad informare sull’illegalità della colonizzazione e dell’occupazione, del  muro e dell’apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione, recentemente denunciati anche da militari dell’Esercito israeliano. Anche per questi motivi, la Fiom ritiene che la “questione militare” debba avere particolare rilievo.

Nel 2005, in seguito al voto dei Parlamenti, israeliano e italiano, è entrato in vigore l’accordo quadro di cooperazione militare Italia-Israele. L’accordo prevede forme di collaborazione fra le industrie belliche  e il personale militare dei due Paesi, con un palese aggiramento della legge sul commercio delle armi italiane (la 185/90) che vieta le esportazioni a Paesi belligeranti o i cui governi si siano macchiati di accertate violazioni delle convenzioni di tutela dei diritti umani. Sosteniamo la richiesta di sospensione di tale accordo, fatta da molte associazioni pacifiste italiane,  finché Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.

Il Gruppo Finmeccanica è in parte proprietà del Governo italiano e, in
particolare per quanto riguarda le attività militari, opera su commesse
pubbliche. Gode quindi di finanziamenti pubblici, che vengono dalle casse
dello Stato, ovvero dai contribuenti. Nel novembre 2008 la stampa israeliana
ha dato notizia dell’intenzione di Finmeccanica di stipulare accordi di
collaborazione con le principali aziende militari israeliane (Elbit, Iai,
Rafael). Risulta che diverse aziende del Gruppo hanno già direttamente e/o
indirettamente rapporti di collaborazione con almeno una di queste aziende.
E’ noto che esistono rapporti commerciali tra Finmeccanica e Israele per le
forniture di sistemi d’arma, così come nell’ambito delle forniture di aziende
israeliane verso l’esercito italiano.

Le lavoratrici ed i lavoratori delle aziende del Gruppo hanno il diritto di sapere che uso viene fatto del risultato del loro lavoro e che ciò avvenga nel più rigoroso rispetto della legge 185 e della legalità internazionale. Nulla può giustificare che tali regole e principi vengano violati o aggirati. Chiediamo chiarezza e trasparenza sui rapporti  commerciali e industriali tra il Gruppo Finmeccanica, il governo israeliano e le industrie militari locali, sia per quanto riguarda le aziende del Gruppo che si trovano sul territorio italiano, che la nuova controllata statunitense DRS.
E’ inaccettabile che una realtà industriale – a maggior ragione perché parzialmente pubblica e finanziata da denaro pubblico – possa essere complice di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Chiediamo su questo informazioni esaurienti e garanzie a Finmeccanica.


Per sostenere queste richieste
3 aprile 2009 dalle ore 11.00 alle ore 13.00
presidio davanti alla sede di Finmeccanica in
Piazza Montegrappa a Roma.

fonte: assopace.org

 

 

http://sguardosulmedioriente.it/portal/index.php?option=com_content&task=section&id=8&Itemid=43

30- manifestaz. Giornata della terra (palestina)

 

 

 

 

Lunedi 30 marzo manifestazioni per la Palestina 
in occasione della Giornata della Terra
 

 
Roma, ore 17.30
manifestazione a Piazza San Marco (piazza Venezia)

Milano, ore 18.00
Presidio al Comune di Milano davanti a Palazzo Marino

Torino, ore 15.30
presidio davanti alla Regione, Palazzo Lascaris via Alfieri 15

Bologna, ore 17.30
sit-in davanti alla PAM di via Corticella ore 17.30

Monsummano Terme, ore 10
mercato Piazza Giusti

Pisa, ore 17.00
Presidio informativo in Corso italia / angolo Piazza del Carmine

Cagliari, ore 16,30
incontro all’Università, facoltà di lettere, aula 15

Napoli, ore 17.00
videoproiezioni, istallazioni multimediali, letture presso lo SKA

Palermo, ore 16
davanti a Scienze Politiche (Via Maqueda) carovana per la Palestina con conclusione ad Auchan

Catania, ore 19.00
presentazione campagna BDS al Multikulti, via Landolina 41

 

 

http://www.forumpalestina.org/

Palermo, 30 marzo
GIORNATA DELLA TERRA IN PALESTINA

Giornata attivista globale del BDS , in solidarietà con il popolo palestinese, 
per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni ai danni d’Israele.

PRESIDIO-P.ZZA MASSIMO
START ORE 16

 

 

http://home.rifondazione.it/xisttest/component/option,com_frontpage/Itemid,14/

Giornata della Terra il 32° anniversario

 

 

Casa delle Culture, Via San Crisogono, 45-Roma (Trastevere) ore 18

 

 

Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese

 

Commemorazione della “Giornata della Terra” 

 

Palestina:il diritto di esistere

 

 Conferenza  – Dibattito

 Intervengono:

Mohamed Zaydan, direttore Ist. Difesa  diritti umani in Israele (Nazareth)
Luigi Ferrajoli,Professore di Diritto – Università di Roma3 
Domenico Gallo, Pres. Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese
Miriam Marin, Ass.Ebrei contro l’occupazione
Samir Al Qaryouti,Giornalista, Pres. Comunità Palestinese di Roma e del Lazio

Sottoscrizione in favore del progetto:“Adotta un bambino palestinese orfano o ferito”

 

 

http://piemonte.indymedia.org/index.php

giornata mondiale boicottaggio Israele

30 marzo Giornata della Terra del popolo palestinese

·                     iniziative di boicottaggio di Israele in tutto il mondo

BOICOTTIAMO I PRODOTTI DELLE AZIENDE CHE SOSTENGONO ISRAELE E DIFFONDIAMO LE LISTE DEI PRODOTTI DA BOICOTTARE!

ABBIGLIAMENTO. Armani, Timberland, Versace.

ALIMENTARI. Alemagna, Barilla, Buitoni, Campari, Carmel, Coca-Cola, Danone, Ferrero, Findus, Jaffa, Illy, Lavazza, Levissima, Loacker, Motta, Nestlè, Pepsi-Cola, Rio Mare, San Bernardo, San Benedetto, San Pellegrino, Segafredo, Vismara.

COSMETICI – IGIENE. Colgate, L’Oreal, Palmolive, Ahava-Sephora.

ELETTRODOMESTICI. Delonghi, Merloni, Scavolini.

GIOCATTOLI. Clementoni, Bburago.

RISTORAZIONE. Mc Donald’s.

SIGARETTE. Marlboro, Philip Morris.

TELEFONIA. Motorola, Nokia, Telecom-Tim.

Il 30 marzo il popolo palestinese ricorda la Giornata della terra.

Gli eventi che commemorano questo giorno particolarmente importante, risalgono al 30 marzo 1976, a partire dalla confisca, da parte dell’occupazione israeliana, di centinaia di ettari di terreni di proprietà palestinese in zone a maggioranza arabo-palestinese, in particolare in Galilea.

A seguito di questo atto, gli arabi nei territori occupati nel 1948 dichiararono uno sciopero generale, sfidando, per la prima volta dall’occupazione del 1948, le autorità israeliane.

La riposta militare di Israele fu forte: l’esercito, appoggiato da corazzati, ha invaso le cittadine palestinesi, uccidendo e ferendo diverse persone inermi.

Le proteste iniziarono il 29 marzo, con una manifestazione popolare a Deir Hanna, repressa con la forza, e seguita da un’altra, a Arraba, dove la reazione militare israeliana fu ancora più forte e portò all’uccisione di Khair Yassin e al ferimento di altre decine di cittadini.

La notizia dell’uccisione di Yassin amplificò le proteste in tutte le aree arabe. Il giorno successivo furono uccise altre cinque persone: Raja Abu Raia, Khader Khalaylah, Khadija Shawahneh, di Sekhnin; Muhsen Taha di Kufor Kenna, e Rafat al-Zuhairi di Ain Shama.

La Giornata della terra è stata un punto di svolta nei rapporti tra le autorità israeliane e le masse palestinesi dei territori del ‘48. Le autorità israeliane, con la loro risposta, hanno voluto dimostrare a tutti quelli che, per la prima volta, protestavano apertamente contro l’occupazione, chi sono “i padroni della terra”.

flier_boicottaggio_prodotti_israele.doc

http://www.agorapisa.it/index.php

Terra Con la Palestina nel cuore, 30 marzo giornata della

 

 

 

 

 

 

Giornata Globale sul Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele

 

Iniziative a Pisa

Il 29 febbraio 1976 il governo israeliano annunciò un piano per la confisca di 5.500 acri di terra coltivabile di proprietà dei cittadini palestinesi di Israele al fine di utilizzarla per l’esclusivo beneficio di cittadini ebrei.
Ad oggi, tutti i palestinesi celebrano il 30 marzo come il Giorno della Terra per onorare la memoria di tutti quelli
che sono morti per difendere il diritto della popolazione autoctona palestinese alla terra e per ricordare al mondo il continuo furto di terre da parte di Israele”.


29 marzo

Presso il circolo agorà – Via Bovio 48/50, Pisa

Ore 20 cena palestinese (10 euro su prenotazione)
Ore 21,30 concerto del gruppo di musica arabo/palestinese “MARAM”

30 marzo

Ore 17 – 20
Presidio informativo in Corso italia / angolo Piazza del Carmine
Spettacolo teatrale “L’ultimo giorno” della compagnia M K Ultrra

Il ricavato delle iniziative sarà destinato ai progetti di solidarietà con il popolo palestinese

Prenotazione cena 3491394787 – 050500442 – 3296947952

Coordinamento provinciale pisano di solidarietà con la Palestina

coordpalestinapi@alice.it

 

 

http://www.ilmanifesto.it/

30 marzo, giornata della terra in Palestina

riceviamo e volentieri pubblichiamo:

30 marzo: Giornata della terra in Palestina
Giornata globale di azione nel mondo

MAIL A VALANGA
Chiedi la sospensione dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele

http://www.actionforpeace.org/index.php/30-marzo.html

L’art. 11 della Costituzione italiana ripudia la guerra. La legge 185
vieta la fornitura di armi a paesi belligeranti. Mandiamo una valanga di
mail per esigere la sospensione dell’accordo di cooperazione militare
Italia-Israele!

Con un clic, invia un email ai Ministri della Difesa e degli Affari
Esteri, ai Presidenti di Camera e Senato e ai Presidenti delle Commissioni
Difesa e Affari Esteri.

L’accordo va sospeso finché la politica israeliana non rispetterà le
libertà fondamentali e i diritti umani della popolazione palestinese;
finché violerà il diritto internazionale e finché non avvierà realmente
una politica di pace!