Commissione d’inchiesta ONU: Israele pratica la segregazione razziale contro i cittadini palestinesi

Haifa-WAFA. Adalah – Il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele ad Amman, in Giordania, ha dichiarato alla Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est, e in Israele (CoI-OPTI), che quest’ultimo pratica la segregazione razziale nei confronti dei cittadini palestinesi di Israele.

Il direttore generale di Adalah, Hassan Jabareen, e gli avvocati Nareman Shehadeh-Zoabi e Adi Mansour, insieme al presidente dell’Alto comitato di follow-up per i cittadini arabi di Israele, Mohammed Barakeh, hanno presentato una panoramica storica al CoI-OPTI con suggerimenti per indagare sulle cause profonde del conflitto, tra cui la Nakba del 1948 (la catastrofe), sui profughi palestinesi, sulla massiccia confisca di terre ai palestinesi, sul continuo divieto al ricongiungimento familiare palestinese, sulla discriminazione sistematica nella distribuzione delle risorse statali, che approfondisce il divario tra i cittadini ebrei e palestinesi di Israele, e sulle restrizioni alla partecipazione politica.

Adalah ha constatato l’esistenza di leggi discriminatorie, come la legge sullo stato-nazione ebraico, la Legge del Ritorno, la legge sulla proprietà degli assenti e altro ancora. Inoltre, ha presentato le principali violazioni dei diritti umani contro i cittadini palestinesi di Israele durante gli eventi del maggio 2021. Queste violazioni includono l’estrema brutalità della polizia contro i manifestanti, la riluttanza di Israele a indagare e perseguire i responsabili di ferimenti e uccisioni – sia la polizia che i cittadini ebrei israeliani – e la collusione della polizia con israeliani di estrema destra che hanno incitato, sui social media, ad atti di violenza contro i cittadini palestinesi di Israele in città arabo-ebraiche.

Adalah ha sottolineato che Israele sta utilizzando due sistemi distinti di applicazione della legge, basati esclusivamente sull’affiliazione etnica e nazionale, con conseguente discriminazione sistematica contro i cittadini palestinesi di Israele. Ha, inoltre, presentato dichiarazioni di incitamento della leadership politica israeliana durante gli eventi del maggio 2021, mentre Mohammed Barakeh ha ricordato l’appello dell’Alto Comitato di follow-up per la protezione internazionale dei cittadini palestinesi di Israele.

Mohammed Barakeh ha sottolineato i pericoli della legge sullo stato-nazione ebraico, che rafforza la supremazia e il razzismo da parte di ebrei, in particolare la sua prima clausola che prescrive che tutta la Palestina è la patria storica del popolo ebraico. Questa legge costituisce l’apartheid moderno, che unisce decenni di apartheid israeliano alla demolizione di più di 500 villaggi e allo sfollamento del popolo palestinese.

Ha anche espresso profonda preoccupazione per il fatto che le autorità israeliane distribuiscono armi ai gruppi di coloni di destra, soprattutto dopo che il primo ministro ha invitato i cittadini a prendere le armi e a usarle contro i palestinesi nelle strade.

Il CoI-OPTI è stato istituito da una risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (HRC) adottata il 27 maggio 2021, sullo sfondo degli eventi di aprile-maggio 2021 nei TPO, anche a Gerusalemme est, e in Israele. I tre commissari a capo del CoI sono Navi Pillay (Sud Africa), Miloon Kothari (India) e Chris Sodoti (Australia).

La risoluzione dell’HRC ha istituito una “Commissione d’inchiesta internazionale in corso e indipendente per indagare nel Territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme est, e in Israele, tutte le presunte violazioni e abusi del diritto internazionale dal 13 aprile 2021”. Il CoI è stato incaricato di riferire all’HRC e all’Assemblea Generale.

Il CoI differisce in modo significativo dalle precedenti commissioni d’inchiesta indipendenti delle Nazioni Unite. In primo luogo, il suo mandato include i TPO e Israele, per la prima volta, consentendo al CoI di affrontare le violazioni dei diritti umani perpetrate contro i cittadini arabo-israeliani in Israele. In secondo luogo, il CoI non è vincolato nel tempo; è un CoI in corso che esaminerà tutti i sospetti di violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte di Israele commesse fino al 13 aprile 2021 e dal 13 aprile 2021 in poi. In terzo luogo, l’HRC ha anche conferito al CoI un mandato ampio per esaminare tutte le cause profonde alla base delle tensioni ricorrenti, dell’instabilità e del protrarsi del conflitto, inclusa la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull’identità nazionale, etnica, razziale o religiosa.

Adalah ha aggiunto di accogliere con favore l’istituzione della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, “che consente a un organismo indipendente delle Nazioni Unite di esaminare, per la prima volta in modo approfondito, le cause profonde del conflitto e le gravi violazioni dei diritti umani commesse contro i palestinesi su entrambi lati della Linea Verde. Ci sono ampie prove che Israele persegue pratiche razziste contro tutti i palestinesi sotto il suo controllo, pratiche contrarie alle norme del diritto internazionale che non hanno posto nel mondo. Ora che Israele ha sancito costituzionalmente la supremazia ebraica, ai sensi della legge sullo stato-nazione ebraico, c’è un obbligo morale di difendere i diritti umani di tutti i palestinesi da discriminazione e repressione sistematiche basate sull’identità nazionale, etnica, razziale o religiosa

Adalah ha aggiunto: “Ci sono ampie prove che Israele persegue pratiche razziste contro tutti i palestinesi sotto il suo controllo, pratiche contrarie alle norme del diritto internazionale. Ora che Israele ha sancito costituzionalmente la supremazia ebraica, ai sensi della legge sullo stato-nazione ebraico, c’è l’obbligo morale di difendere i diritti fondamentali di tutti i palestinesi, compresi quelli che detengono la cittadinanza israeliana”.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi