Commissione ONU sollecitata a indagare anche su Nakba e su pratiche di apartheid

MEMO. Adalah, il Centro Legale per i Diritti delle minoranze arabe in Israele, ha invitato la Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite per i  Territori Palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme est, e Israele (CoI-OPTI) a “indagare sulla Nakba e sull’ininterrotta esistenza di un regime coloniale con caratteristiche di apartheid”.

Il presidente dell’Alto Comitato di controllo per i cittadini arabi di Israele, Mohammed Barakeh, e i rappresentanti di Adalah sono comparsi mercoledì davanti al CoI ad Amman, in Giordania, per indagare sulle “cause profonde” del conflitto, inclusa l’espulsione di 750.000 Palestinesi dalle loro case a cui si fa riferimento come Nakba (Catastrofe).

La Commissione ONU è stata, inoltre, sollecitata a indagare sulla “massiccia confisca di terre ai Palestinesi; il continuo divieto di ricongiungimento familiare palestinese; la discriminazione sistematica nella distribuzione delle risorse statali, che approfondisce il divario tra i cittadini ebrei e palestinesi di Israele; e le restrizioni alla partecipazione politica”. Adalah ha messo in evidenza le leggi discriminatorie, come quella sullo stato-nazione ebraico, la legge sul ritorno e la legge sulla proprietà degli assenti.

“Adalah accoglie con favore l’istituzione della Commissione d’inchiesta dell’ONU, che consente a un organismo indipendente dell’ONU di esaminare approfonditamente, per la primissima volta, le cause profonde del conflitto e le gravi violazioni dei diritti umani commesse contro i Palestinesi da entrambe le parti della Linea Verde”, ha affermato il gruppo per i diritti.

“Ci sono abbondanti prove che Israele persegue pratiche razziste contro tutti i Palestinesi sotto il suo controllo, pratiche contrarie alle norme del diritto internazionale che non hanno posto nel mondo. Ora che Israele ha sancito costituzionalmente la supremazia ebraica, secondo la legge dello stato-nazione ebraico, è un obbligo morale difendere i diritti umani di tutti i palestinesi, compresi quelli che hanno la cittadinanza israeliana”.

Il CoI-OPTI è stato istituito dal Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU (HRC) con una risoluzione adottata il 27 maggio 2021, a seguito dell’assalto israeliano ai fedeli palestinesi durante il mese sacro musulmano del Ramadan, lo scorso anno, e dei suoi 11 giorni di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, che ha provocato 256 morti palestinesi, di cui 66 bambini e 40 donne (5 disabili).

 Quest’ultima inchiesta differisce in modo significativo dalle precedenti commissioni indipendenti dell’ONU. In primo luogo, il suo mandato include gli OPT e Israele, che consentirà al CoI di dedicarsi alle violazioni dei diritti umani perpetrate contro i cittadini palestinesi di Israele.

In secondo luogo, l’indagine non è vincolata nel tempo: è un’indagine in corso che esaminerà tutti gli aspetti delle violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte di Israele commesse prima e dopo il 13 aprile 2021.

In terzo luogo, l’HRC ha anche conferito alla commissione d’inchiesta un ampio mandato per esaminare tutte le cause profonde alla base delle tensioni ricorrenti, dell’instabilità e del protrarsi del conflitto, compresa la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull’identità nazionale, etnica, razziale o religiosa.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli