Gaza. Il portavoce della municipalità di Gaza, Asem al-Nabih, ha dichiarato che l’acqua raggiunge solo il 40% dell’area totale della città, sottolineando che “gli sfollati stanno soffrendo per accedervi”.
Con il continuo assedio israeliano sul nord della Striscia di Gaza, la crisi dell’acqua potabile è diventata più grave, poiché molte famiglie della città di Gaza lottano ogni giorno per ottenerne un secchio, mentre l’accesso all’acqua potabile sicura e pulita è senza speranza.
Al-Nabih ha spiegato nelle dichiarazioni alla stampa di lunedì che le quantità di acqua che raggiungono i cittadini sono molto limitate e non soddisfano tutte le necessità quotidiane.
Ha sottolineato che più del 75% dei pozzi d’acqua a Gaza sono stati completamente o parzialmente danneggiati, oltre alla distruzione di più di 100 metri lineari di reti idriche, rendendo impossibile il processo di consegna dell’acqua a tutte le aree.
Al-Nabih ha avvertito che la mancanza di quantità d’acqua sufficienti porta alla diffusione di epidemie e malattie, soprattutto quelle della pelle.
In un precedente rapporto, il comune di Gaza ha dichiarato che l’esercito di occupazione israeliano ha distrutto circa 126 veicoli per il servizio idrico e fognario, pari all’80% dei veicoli della municipalità, in particolare quelli relativi alla raccolta dei rifiuti, al trattamento delle acque reflue e ai servizi idrici.
La municipalità ha fatto appello alle organizzazioni internazionali e alle istituzioni delle Nazioni Unite affinché contribuiscano urgentemente a risolvere la crisi idrica della città, aumentando le quantità di carburante per potenziare le ore di funzionamento dei pozzi, oltre a far arrivare i macchinari e le attrezzature pesanti necessari per la manutenzione delle linee e delle reti idriche.
(Fonti: PIC e Quds News).