Con gamba amputata, palestinese continua a lavorare dopo attacco israeliano

Gaza-MEMO. Amir Abu Jameh, di ventiquattro anni, raccoglie e ricicla i rottami metallici nella Striscia di Gaza, un lavoro che ha ereditato da suo padre. Amir continua la sua attività nonostante la perdita di una gamba in un attacco israeliano contro Gaza nel 2014.

Usando sedia a rotelle, stampelle e un arto protesico, Amir continua a viaggiare attraverso la Striscia per comprare ferraglia, riportandola al suo laboratorio improvvisato nel cortile di un parente e lavorando sugli articoli per poi rivenderli.

Diversi parenti di Amir sono stati uccisi nell’attacco israeliano che ha costretto i medici ad amputargli una gamba. Anche la casa ed il negozio della famiglia furono distrutti, obbligandoli a ricostruire le loro vite da zero.

Lavorando a Bani Suhail, nel sud della Striscia, Amir afferma: “Pulisco, ordino e smonto i pezzi che raccolgo, e li fornisco ai rivenditori che li comprano per essere venduti ed usati dentro e fuori Gaza”.

“Non ho trovato un altro lavoro, soprattutto dopo essermi sposato nel 2015, e ora ho una famiglia – due bambini e mia moglie – e questo mi obbliga a fornire il fabbisogno quotidiano”, aggiunge.

Oltre alla ferraglia, Amir visita regolarmente la discarica locale per raccogliere la plastica che poi vende alle fabbriche di riciclaggio.

Lavorare in questo settore, spiega, è diventato più difficile a causa della sua ferita.

“Voglio aiutare me stesso e la mia famiglia, e non ho bisogno di nessuno, quindi ho comprato un risciò e lavoro con esso”, afferma.

“Ho perso una gamba, ma non ho perso la speranza ed il desiderio di vivere”, conclude Amir.