Usando sedia a rotelle, stampelle e un arto protesico, Amir continua a viaggiare attraverso la Striscia per comprare ferraglia, riportandola al suo laboratorio improvvisato nel cortile di un parente e lavorando sugli articoli per poi rivenderli.
Diversi parenti di Amir sono stati uccisi nell’attacco israeliano che ha costretto i medici ad amputargli una gamba. Anche la casa ed il negozio della famiglia furono distrutti, obbligandoli a ricostruire le loro vite da zero.
Lavorando a Bani Suhail, nel sud della Striscia, Amir afferma: “Pulisco, ordino e smonto i pezzi che raccolgo, e li fornisco ai rivenditori che li comprano per essere venduti ed usati dentro e fuori Gaza”.
“Non ho trovato un altro lavoro, soprattutto dopo essermi sposato nel 2015, e ora ho una famiglia – due bambini e mia moglie – e questo mi obbliga a fornire il fabbisogno quotidiano”, aggiunge.
Oltre alla ferraglia, Amir visita regolarmente la discarica locale per raccogliere la plastica che poi vende alle fabbriche di riciclaggio.
Lavorare in questo settore, spiega, è diventato più difficile a causa della sua ferita.
“Voglio aiutare me stesso e la mia famiglia, e non ho bisogno di nessuno, quindi ho comprato un risciò e lavoro con esso”, afferma.
“Ho perso una gamba, ma non ho perso la speranza ed il desiderio di vivere”, conclude Amir.