Continua la crisi dei pellegrini di Gaza: bloccati per terra e per mare.

Continua la crisi dei pellegrini di Gaza: bloccati per terra e per mare.

Gaza – Infopal

31 dicembre

La crisi dei pellegrini di Gaza è ancora in atto: crescono le richieste per mettere fine alla loro sofferenza, perché numerosi di loro sono anziani e malati.
1200 pellegrini che erano sulla prima nave, ieri sono stati trasferiti alla città di al-Arish, in Egitto, mentre il resto si trova ancora al porto di Nuebe, nella penisola del Sinai.

Haj Nahed Salem, uno dei pellegrini che si trovano a al-Arish, ha confermato che essi sono stati sottoposti a perquisizioni minuziose nel porto di Nuebe. Ha aggiunto che pensavano che la loro crisi stesse per essere risolta, invece sono stati sorpresi dalla decisione delle autorità egiziane che li hanno costretti a rimanere a al-Arish.

Salem, in un collegamento telefonico con il corrispondente di Infopal.it, ha chiarito che i pellegrini intendono organizzare una manifestazione all’ingresso della città per protestare contro le pratiche egiziane.

La maggior parte dei pellegrini, per protesta nei confronti del governo egiziano, sono rimasti nei pullman e hanno rifiutato di mangiare e bere.

La sicurezza nazionale egiziana ha circondato la città sportiva.

Il corrispondente di Infopal.it ha contattato telefonicamente uno dei pellegrini sulla seconda nave, bloccati in mare per il quarto giorno consecutivo.
L’uomo ha spiegato che le condizioni dei pellegrini stanno peggiorando di ora in ora: manca anche l’assistenza medica.

I pellegrini palestinesi sono tornati dall’Arabia Saudita dopo aver effettuato il pellegrinaggio rituali. Hanno raggiunto la Giordania, il porto di Aqaba, a bordo di due navi e hanno proseguito verso quello di Nuebe, nel Sinai, dove, da sabato, sono rimasti bloccati in mare. 

Domenica, una parte è stata fatta scendere sulla terra ferma ed è stata condotta a al-Arish, nel nord del Sinai.
I pellegrini hanno rifiutato la richiesta delle autorità egiziane di firmare “una dichiarazione scritta” in cui avrebbero dovuto assicurare di ritornare a Gaza attraverso il passaggio sotto il controllo israeliano, per essere sottoposti a controlli di sicurezza. Essi, invece, chiedono di entrare nella Striscia attraverso il valico di Rafah, da dove, all’inizio di dicembre, su permesso egiziano, erano usciti.

Le autorità egiziane, infatti, avevano permesso ai circa mille pellegrini di lasciare la Striscia di Gaza attraverso Rafah per raggiungere Mecca, in Arabica Saudita. Ne era seguita una protesta ufficiale israeliana nei confronti del governo egiziano: il valico è e deve rimanere chiuso per tutti.

Da qui, il voltafaccia egiziano nei confronti dei cittadini palestinesi di ritorno da Mecca.

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2400 pellegrini sono intrappolati al porto di Aqaba: Israele vuole che attraversino il valico di Karni. A loro rischio e pericolo.

Gaza – Infopal

sabato 29 dicembre

2400 pellegrini di ritorno dal viaggio a Mecca, in Arabia Saudita, sono bloccati a Aqaba, al confine tra Giordania ed Egitto. Sono in mare da due giorni. Egitto e Israele stanno discutendo su dove farli entrare.

I pellegrini chiedono di ritornare nella Striscia di Gaza attraverso il confine egiziano-palestinese di Rafah, mentre Israele pretende che entrino da Kerem, il valico controllato dai suoi militari, dove, tuttavia, i dirigenti di Hamas e di altri partiti non graditi, presenti nel gruppo, verrebbero sequestrati.

All’inizio di dicembre, 2400 pellegrini avevano attraversato il valico di Rafah per recarsi a Mecca, dopo che il governo di Gaza si era accordato con quello egiziano per aprire la frontiere. Israele e Stati Uniti avevano inviato note di protesta: dalla Striscia non si deve uscire.

Ora, il governo egiziano, ritirando le promesse, sta chiedendo ai pellegrini di ritornare nella Striscia attraverso il valico di Kerem/Karni, controllato dagli israeliani. Ciò costerebbe l’arresto a molti.

In attesa che la disputa tra Israele e l’Egitto sia risolta, le migliaia di cittadina sono in attesa ad Aqaba, senza soldi.

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