Continua l’attuazione delle politiche di apartheid a Hebron

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Imemc. Per oltre sette mesi, le forze israeliane hanno mantenuto sotto ordine di zona militare chiusa (CMZ), una scala che porta alla scuola Qurtuba e al vicino quartiere occupato di al-Khalil (Hebron), bloccando l’accesso solo ai palestinesi.

Nonostante sia stata tolta la chiusura militare (CMZ) al quartiere di Tel Rumeida e un piccolo tratto della via Shuhada sia ancora accessibile per i palestinesi, l’accesso alla scala Qurtuba continua a essere bloccato. L’accesso-restrizione si applica solo ai palestinesi, ai quali è del tutto negato l’uso delle scale, mentre i coloni sono liberi di usarle a loro piacimento.

Le scale, proprio nel checkpoint di Daboya, segnano la linea che i palestinesi non possono più superare per procedere su via Shuhada: la strada è per “soli coloni.” Le scale erano un passaggio importante per i palestinesi, in quanto erano l’unica possibilità per transitare percorrendo questo piccolo tratto di via Shuhada, accessibile ai palestinesi. Circa 70 famiglie dipendevano dalle scale per accedere alle loro case attraverso via Shuhada. Tutte queste famiglie sono ora costrette a fare una deviazione lunga e faticosa, attraverso gli oliveti. Le famiglie comprendono vecchi, donne, bambini e malati, ma nessuno di loro è autorizzato a passare.

Inoltre, le scale erano il principale accesso al cimitero musulmano e al mercato dell’usato del quartiere di Abu Sneineh, che attira normalmente centinaia di persone. Chiudendo l’accesso alla scala, le forze israeliane costringono tutti questi palestinesi a prendere deviazioni molto più lunghe, che a volte possono richiedere anche 15 minuti di taxi.

Considerando che i coloni e gli stranieri possono usare le scale, non vi è alcun motivo per mantenere il blocco discriminatorio per i palestinesi.

Il 1° giugno 2016, le forze israeliane hanno iniziato a registrare arbitrariamente alcune famiglie palestinesi di via Shuhada per l’uso delle scale Qurtuba, rifiutandosi di registrare tutte le famiglie che effettivamente dipendono da quelle scale per raggiungere le proprie case. L’arbitrarietà della decisione israeliana – e, a volte, la ridicolaggine assoluta – è stata evidenziata quando le forze israeliane al checkpoint di Daboya hanno negato a un Palestinese che portava un cocomero di passare dalle scale, a meno che non abbandonasse il cocomero, nonostante il permesso di passaggio. Che tipo di minaccia quel cocomero rappresentasse per le forze israeliane è una domanda che probabilmente non avrà risposta.

Questo dimostra che la chiusura delle scale è volutamente progettata per allontanare i palestinesi – per il semplice fatto che sono palestinesi – mentre tutti gli altri possono usare le scale senza problemi. Con un ordine ufficiale di zona militare chiusa in atto, al momento, resta da vedere se le forze israeliane sosterranno questa strategia razzista che sembra essere la continuazione di un tentativo di allontanamento forzato. In tal modo, la pulizia etnica, dapprima implementata con la CMZ dell’intera zona, ora continua su scala minore.

Traduzione di Edy Meroli