Continua lo sciopero dei detenuti, nonostante i tentativi coercitivi di Israele

Ramallah – InfoPal. L’amministrazione carceraria israeliana sta perseguendo nuove misure di repressione al fine di costringere il Movimento dei prigionieri palestinesi ad abbandonare lo sciopero della fame avviato il 17 aprile scorso.

Il Centro studi sui prigionieri definisce queste misure “intimidazioni verbali e trasferimenti diretti a indebolire la comunicazione tra i detenuti in sciopero”.

Si parla anche di più trasferimenti eseguiti da una cella all’altra nello stesso giorno, come forme di pressioni psico-fisiche”.

Ibrahim Hammad an-Naqab, prigioniero in sciopero dal primo giorno dell’azione generale e in detenzione in isolamento è stato lasciato in cella con un solo capo d’abbigliamento. Anche questo episodio viene denunciato da ambienti dei Diritti Umani come una prassi adottata da Israele per umiliare e sfinire la persona.

Nuove adesioni allo sciopero. Oggi avvia lo sciopero della fame anche Siddiqi al-Maqat, leader dei prigionieri del Golan. Condannato a 27 anni di prigione (fu arrestato nel 1985), al-Maqat ha annunciato la protesta nel carcere israeliano di Jilbo’ insieme ad altri 15 detenuti palestinesi proveienti da Israele (Territori palestinesi occupati nel 48, ndr).

Protestano anche gli avvocati. Il ministro Prigionieri, ‘Eisaa Qaraqe’,  comunica che gli avvocati palestinesi non compariranno oggi davanti ai tribunali dell’occupazione israeliana in forma di protesta. I giudici israeliani non hanno accolto nessuno dei ricorsi dei detenuti, nemmeno di coloro che da oggi sono al 65° giorno di sciopero della fame: Bilal Dhiab e Ta’er Halhalha. Oggi, la madre di quest’ultimo è stata ricoverata in ospedale per un malore. La donna era in sciopero della fame da una settimana in solidarietà al figlio.
Per mezzo stampa, Jawad al-‘Imawi, direttore dell’Unità legale del ministero, chiede alla parte israeliana di procedere con l’attività giudiziaria, astenendosi dal fermo del lavoro in ritorsione allo sciopero.

Trasferimenti. Il leader dei detenuti, Karim Younis, proveniente da ‘Ara, in Israele (Territori palestinesi occupati nel 48, ndr), è stato trasferito in detenzione in isolamento dal carcere di Hadarim verso quello di Beersheva.

Nei Territori palestinesi occupati nel ’48, sono stati organizzati diversi scioperi di solidarietà, soprattutto tra gli studenti di Haifa.

L’avvocato di Ahmed Sa’daat, segretario generale del Fronte popolare (FplP), fa sapere che il leader ha perso 9 Kg di peso, e che è deciso a proseguire con lo sciopero.

Detenzioni amministrative. Un tribunale isareliano ha esteso la detenzione amministrativa a sei mesi per Shaiykh Hassan Yousef, deputato di Hamas, arrestato a novembre scorso presso un posto di blocco.

Al 20° giorno di sciopero, il leader di al-Qassam, ‘Abdallah Barghouthi, scrive, dicendo che non negozierà con i suoi carcerieri.
Barghouthi è in detenzione in isolamento nella prigione di Ramle.

Solidarietà con i detenuti in sciopero. Il coordinatore del Comitato per i prigionieri di Gaza, ‘Atiya al-Basiuni, fa sapere che circa 50 personalità delle forze nazionali e islamiche avvierà da oggi uno sciopero in solidarietà ai detenuti.

Infine, per Wasfi al-Qibha, ex ministro dei prigionieri, attualmente detenuto da Israele “il risultato delle forme di repressione adottate dagli israeliani è inversamente proporzionale ai loro scopi”.

“Il Movimento è unito e c’è pieno consenso tra i detenuti in sciopero sulla legittimità dell’azione come anche sulla necessità di portarla avanti fino a quando le proprie richieste non saranno accolte”.