Continuano gli attacchi dell’esercito israeliano contro i caschi blu dell’Onu in Libano.

Riceviamo dalla dottoressa Paola Canarutto e pubblichiamo.

Dopo lungo bombardamento, uccisi dagli israeliani quattro caschi blu ONU. Israele ha detto che ‘gli dispiace moltissimo’. L’effetto immediato è di far sì
che l’ONU se ne vada, in modo che ‘debba’ essere sostituita da una forza internazionale che ammazzi chi sta antipatico a Israele liberando Israele medesimo dalla suddetta incombenza.

Da www.ilmanifesto.it del 26 lugliohttp://www.unita.it/view.asp?IDcontent=58425

Il nuovo Medio Oriente
L’Onu accusa: «Aerei israeliani hanno colpito sede Unifil, è strage, quattro osservatori uccisi». E Rice e Olmert discutono il riassetto della regione. Battaglia al sud. In Libano catastrofe umanitaria. Razzi su Haifa. Israele: occupiamo una «fascia» aspettando la forza «di pace». Oggi la conferenza di Roma. Prodi: tregua subito PAGINE 4, 5

(che l’attacco alle forze ONU fosse quello di cui sopra è detto esplicitamente al secondo paragrafo di questo articolo di Haaretz:
http://www.haaretz.com/hasen/spages/743210.html).


Vedere anche
http://www.cyberpresse.ca/article/20060726/CPMONDE/607261501/5968/CPMONDE,
http://www.cyberpresse.ca/article/20060726/CPACTUALITES/60726100/5032/CPACTUALITES,
http://www.kibush.co.il/show_file.asp?num=15395.

Lo stesso Giulietto Chiesa, su il Manifesto di oggi: www.ilmanifesto.it 

Qui, il commento di due universitari israeliani: Zalman Amit, che se non erro normalmente sta in Canada, e Ran HaCohen, di origine olandese, ora in Israele.

Da www.unita.it

Bombe sull’Onu, 4 morti: «Gli attacchi continuano»


 Libano del Sud, bombardamenti di Israele (epa)

Per 10 volte gli osservatori Onu hanno chiesto a Israele di cessare l’attacco contro la missione Unifil (la forza di interposizione della Nazioni Unite in Libano) a Khiam, nel Libano sud orientale. Richiesta vana. Quattro di loro, un austriaco, un canadese, un finlandese e un cinese, sono rimasti uccisi nella notte fra martedì e mercoledì, dopo 6 ore di bombardamenti, da un missile telecomandato sulla postazione dell´Onu.

Dopo le accuse del segretario generale Kofi Annan (che ha parlato senza mezzi termini di «attacco apparentemente deliberato») adesso è un primo rapporto delle Nazioni Unite presentato al Consiglio di Sicurezza (convocato urgentemente dalla Cina) a mettere sotto accusa Israele.

Ma non solo. Il giorno dopo la morte dei 4 osservatori Israele continua i propri attacchi in prossimità di postazioni dell’Onu. A denunciarlo Jane Holl Lute, vicesegretario generale dell’ Onu per le operazioni di mantenimento della pace, che ha denunciato davanti al Consiglio di Sicurezza dell´Onu riunitosi al Palazzo di vetro, come anche mercoledì nei pressi della postazione Onu di Khiam siano stati registrati attacchi israeliani: «Incidenti vicino alle postazioni dell’Unifil proseguono: questa mattina l’Unifil ha segnalato che alle 08:00 ora di New York (ndr. le 14:00 in Italia, le 15:00 in Medio Oriente) un colpo di artiglieria ha raggiunto il suolo a circa 10 metri dal quartier generale di Naqura». Nella giornata di mercoledì invece, quando sono stati uccisi i 4 osservatori, l’Unifil aveva segnalato al quartier generale dell’Onu «21 operazioni verificatesi in un perimetro di circa 300 metri attorno alla postazione di Khiam, oltre a 12 tiri di artiglieria in un raggio di 100 metri, quattro dei quali hanno centrato la postazione».

Intanto il Consiglio di sicurezza sta preparando una dichiarazione in cui si condanna l’attacco, da parte di Israele. La bozza di una cosiddetta "dichiarazione della presidenza" è comunque un documento non vincolante che dovrà essere approvato all’unanimità.

«Noi non abbiamo preso di mira il personale dell’Onu – replica il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Mark Regev, che si dice «sinceramente dispiaciuto» – Fin dall’inizio di questo conflitto abbiamo fatto uno sforzo consistente per assicurare la sicurezza di tutti i membri dell’Unifil. Su questo tragico fatto verrà fatta un’indagine approfondita». Parla di «errore», pur esprimendo «profondo dispiacere», anche il premier israeliano Ehud Olmert.

Tarja Halonen, premier finlandese e presidente di turno dell’Unione europea, chiede un’inchiesta, mentre il ministro degli esteri Erkki Tuomioja accusa: «I cosiddetti attacchi chirurgici sembrano colpire tutti tranne gli Hezbollah. Ci sono stati già stati centinaia di civili, di lavoratori stranieri e altri uccisi e non mi pare che si possa ottenere una soluzione militare in questo modo». Dagli Stati Uniti, l’ambasciatore presso le Nazioni Unite John Bolton e il dipartimento di Stato accreditano subito l’ipotesi «incidente».

Pubblicato il 26.07.06

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