Continuano gli attacchi israeliani su Gaza. Israele: nessun cessate il fuoco. Bilancio del genocidio: oltre 1720 morti

Gaza. Sabato pomeriggio 2 agosto, in una serie di attacchi sulle abitazioni, altri 15 palestinesi sono stati uccisi dalla furia omicida dello stato sionista, compresi sei membri di una stessa famiglia.

Israele non accetta nuovi cessate-il-fuoco, dopo averne violati due negli ultimi giorni, dando la colpa alla resistenza palestinese.

“Non parleremo più di cessate-il-fuoco” e “non ci accorderemo con Hamas”, ha dichiarato al quotidiano israeliano Haaretz un ufficiale di Tsahal. L’obiettivo ormai palese è quello di portare a termine il genocidio di Gaza, con la giustificazione di distruggere i tunnel attraverso i quali la resistenza palestinese risponde ai massacri contro la Striscia.

“L’obiettivo è ora terminare l’offensiva in modo unilaterale. Se sentiremo che la deterrenza (la strage di intere famiglie e di bambini, ndr) non è stata raggiunta, continueremo l’operazione dentro la Striscia di Gaza o usciremo e continueremo con i bombardamenti aerei”.

Fonti mediche a Gaza hanno reso noto che il bilancio dei morti di sabato è salito a 80. Il totale delle vittime, in quattro settimane di bombardamenti di cielo, terra e mare, è attualmente di oltre 1720.

Il portavoce del ministero della Salute,

Ashraf al-Qidra, ha affermato che un attacco aereo contro una casa nel campo di al-Nuseirat ha ucciso Yousef Madi e i suoi tre bambini – Hassan, Amin e Abd al-Rahman.
Un altro bombardamento contro un’abitazione di Rafah ha ucciso quattro membri della famiglia Abu Taha.

Un terzo raid ha colpito la casa della famiglia Salim a al-Qarara, a Khan Younis, uccidendo una persona e ferendone diverse.

Un’altra famiglia, al-Bahabsa, a Rafah, è stata parzialmente sterminata, con sei membri uccisi.
Tregua

Nonostante il rifiuto israeliano al cessate-il-fuoco, una delegazione palestinese, rappresentata da membri dell’Olp e di Hamas, è al Cairo.

Il nuovo casus belli per gli israeliani è la presunta cattura di un soldato di Tsahal.

(Fonti: Quds Press, Maan, Pic. Foto: Maan)