“Continuava ad urlare”, testimonia il padre della bambina uccisa da un attacco aereo israeliano

Gaza-Ma’an. Una bambola e qualche giocattolo sono le uniche cose rimaste di Rahaf Hassan, una bambina di due anni uccisa insieme alla madre incinta, di 25 anni,  in un attacco aereo israeliano avvenuto domenica 11 ottobre nella zona sud di Gaza.

Poco prima dell’attacco Rahaf e sua madre erano al sicuro nella loro casa, situata in un orto di olivi in un’area agricola apparentemente lontana dalla presenza militare.

Israele sostiene che la casa si trovava vicino una base militare utilizzata dai combattenti della resistenza palestinese, giustificando così il missile lanciato dal M16 israeliano che nelle prime ore della domenica ha colpito la casa radendola al suolo.

La famiglia è rimasta intrappolata nelle macerie.  Il padre di Rahaf, Yahya, come riporta l’agenzia Ma’an, e sua figlia di due anni urlavano sperando arrivasse qualcuno in loro aiuto.

Il genitore ha ascoltato, impotente, quelle grida intrappolato tra le macerie insieme alla piccola.

Rahaf continuava a piangere, ha raccontato l’uomo, mentre la sua voce pian piano si è affievolita, fino a spegnersi.

Quando Yahya si è reso conto che la bambina non emetteva più alcun suono, ha iniziato ad invocare aiuto.

“Sono qui, aiutatemi! Sento mio figlio strillare, ma non sento più la voce di Rahaf, non dimenticatevi di lei”, urlava disperato.

Il cugino di Yahya, Husam ha raccontato all’agenzia Ma’an che l’edificio vicino la loro casa, stato preso di mira dagli israeliani, non aveva niente a che fare con alcun gruppo militare”.

“Che colpa ha la piccola Rahaf? Lei o sua madre in attesa di un altro bimbo avevano forse lanciato missili su Israele?”

In un comunicato rilasciato domenica scorsa l’esercito israeliano ha affermato che l’attacco aereo aveva come obiettivo “due edifici in cui venivano fabbricate armi per Hamas nella parte nord della striscia di Gaza”.

Il comunicato non fa nessun riferimento a morti o danni provocati a civili.

L’attacco è stato realizzato dopo il lancio di un razzo avvenuto nella giornata di sabato 10 ottobre, proveniente dall’enclave dell’area costiera. Il missile è stato distrutto dal sistema di difesa Iron Drome posto nel sud di Ashkelon, senza che provocasse alcun ferito.

Con l’uccisione di Rahaf e di sua madre il numero dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza nelle prime due settimane di ottobre sale a 11, insieme ad altre nove persone morte negli scontri avvenuti nei confini dei territori occupati. Tra le vittime anche due bambini di 13 e quindici anni che hanno perso la vita nella giornata di sabato.

Rahaf e sua madre sono le prime vittime palestinesi ad essere uccise in un attacco aereo dalla devastante Guerra di Gaza dello scorso anno che ha provocato la morte di 2.300 palestinesi, molti dei quali civili. Tra questi 535 erano bambini, il 70% di essi sotto i dodici anni.

Lo zio di Yahaya, Abu Othman, ha raccolto quello che rimane dei vestiti e dei giochi di Rahaf. “Sono forse questi resti di una base militare?” ha chiesto.

Traduzione di Mafalda Insigne