Contro la detenzione amministrativa, grandi manifestazioni in Cisgiordania e Striscia di Gaza

Cisgiordania-Ma’an. Circa 100 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane sono entrati venerdì nel loro 16° giorno di sciopero della fame, mentre manifestazioni di solidarietà si sono svolte in Cisgiordania e Striscia di Gaza.

Il Centro di Studi sui prigionieri, venerdì ha dichiarato che i detenuti hanno confermato la loro determinazione a continuare lo sciopero della fame ad oltranza, fino a che le autorità non accoglieranno le loro richieste, che si basano sull’adempimento, da parte di Israele, della promessa fatta nel 2012 per limitare l’uso della carcerazione dei palestinesi senza imputazione o processo, politica utilizzata regolarmente e chiamata “detenzione amministrativa”.

Il Centro ha riferito a Ma’an che due prigionieri che sono in astensione dagli alimenti da prima dell’inizio dello sciopero della fame di massa si trovano “in condizioni critiche”. Si tratta di Ayman Atabeesh, che è in sciopero da 71 giorni, e Adnan Shaytah, da 48.

Giovedì, la maggioranza degli oltre 5000 prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane ha preso parte allo sciopero della fame, insieme ai 100 detenuti amministrativi che stanno rifiutando il cibo dal 24 aprile.

“Venerdì della Rabbia” 

Venerdì, in Cisgiordania e Striscia di Gaza si sono svolte manifestazioni a sostegno dei prigionieri in sciopero della fame, dopo che la Coalizione dei Giovani dell’Intifada, Hamas e il Jihad islamico hanno indetto il “Venerdì della Rabbia”.

Migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni a Hebron, in quella che gli organizzatori hanno definito “la più grande marcia nella città negli ultimi sette anni”.
Il governatore di Hebron, il sindaco, e ministri e leader sia di Hamas sia di Fatah hanno partecipato alla protesta, iniziata nella moschea Hussein.

Amjad Najjar, presidente del Club del Prigioniero di Hebron, ha riferito a Ma’an che la marcia è stata una delle più grandi nella città da quando hanno avuto inizio le divisioni politiche palestinesi, nel 2007, e che è stata “una vittoria della causa dei prigionieri, e una vittoria per tutti i figli del popolo palestinese”, sottolineando che vi hanno preso parte membri di tutti i partiti.

Il Segretario generale di Fatah a Hebron ha dichiarato che il partito è sceso in strada in “massa” per manifestare, evidenziando che la marcia ha mostrato lo spirito dell’unità intra-palestinese emersa dall’accordo di riconciliazione nazionale, siglato a fine aprile.

E ha spiegato: “Sebbene la maggioranza dei prigionieri amministrativi in sciopero della fame nelle prigioni israeliane sia di Hamas, siamo usciti in strada, oggi (venerdì), per sostenere la giusta questione dei prigionieri”.

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Oltre 150 membri di Hamas hanno preso parte alla marcia di solidarietà a Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, in una delle prime apparizioni dei membri del movimento di resistenza islamica nella città, dall’accordo di unificazione nazionale.

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Centinaia di persone hanno preso parte alla manifestazione a Ramallah, di fronte al municipio di el-Bireh.

Molti hanno partecipato alle manifestazioni nella Striscia di Gaza, con le marce del Jihad islamico che sono iniziate in diverse moschee a Khan Younis, mentre Hamas ne ha organizzate dalle moschee del campo profughi di Jabaliya, a Gaza.

Il leader del Jihad islamico, Ahmad Modallal, ha chiesto una sollevazione contro “gli odiosi crimini” dell’occupazione israeliana contro i diritti dei prigionieri, che si espletano attraverso le politiche di negligenza medica e isolamento.

(…) Modallal ha domandato: “Dove sono le organizzazioni internazionali dei diritti umani che avevano chiesto il rilascio di Shalit?”, paragonando il trattamento internazionale verso migliaia di detenuti palestinesi a quello nei confronti del soldato israeliano imprigionato da Hamas per cinque anni.

Un accordo del 2012 che pose fine allo sciopero della fame di 2.000 prigionieri palestinesi, aveva il significato di far cessare la detenzione senza processo a carico dei palestinesi, ma al 1° marzo, 183 erano ancora in custodia amministrativa.

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La pratica della detenzione amministrativa utilizza leggi del periodo del Mandato britannico in Palestina.