Coronavirus, il PCHR alla Comunità Internazionale: aiutate il sistema sanitario della Striscia di Gaza

PCHR.  Il Palestinian Centre for Human Rights (PCHR) sta monitorando scrupolosamente le condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza e la preparazione dell’apparato sanitario nel contrastare il nuovo coronavirus (Covid-19) e la sua possibile diffusione. Il PCHR conferma che il sistema sanitario non sarà in grado di affrontare i pazienti affetti da coronavirus se il loro numero raggiungesse alcune decine a causa delle potenzialità limitate che sarebbero invece necessarie per trattare questi pazienti, soprattutto perché il loro trattamento richiede attrezzature mediche e di laboratorio e forniture speciali che non sono disponibili negli ospedali e nei centri sanitari della Striscia di Gaza. Ciò si aggiunge alla già precaria situazione dell’apparato sanitario di Gaza causato dalla politica di chiusura israeliana e dalle divisioni interne tra Palestinesi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la preparazione della Striscia di Gaza e la capacità di affrontare il Coronavirus, allo stato attuale, è sufficiente soltanto fino a 100/150 casi; tuttavia, se i casi aumentassero, il fragile sistema sanitario sarebbe incapace di rispondere ad un più vasto numero di pazienti. L’attuale situazione richiede l’intervento degli organismi delle Nazioni Unite, delle organizzazioni internazionali e locali per unire tutti gli sforzi e fornire le attrezzature indispensabili, le apparecchiature, gli approvvigionamenti di scorte, medicinali e personale medico.

Nel suo rapporto giornaliero del 28 marzo 2020, il Ministero della Sanitá (MOH) di Gaza ha annunciato che il numero di casi confermati di coronavirus nella Striscia di Gaza è di 9, mentre decine di tamponi sono stati finora sottoposti a test di laboratorio ed i loro risultati saranno pubblicati non appena disponibili. Secondo il rapporto, il MOH monitora lo stato di salute di 1719 persone, rientrate dall’estero, presso i centri per la quarantena sparsi nella Striscia di Gaza, compresi 983 pazienti che richiedono assistenza sanitaria diretta in hotel, centri sanitari ed ospedali. Il MOH ha aggiunto che la quarantena sarà estesa da due a tre settimane, secondo le raccomandazioni degli esperti, a causa dei rapporti internazionali che mostrano l’insorgere della malattia anche dopo che il periodo di quarantena di 2 settimane è terminato. Il MOH ha confermato che é in sofferenza data la carenza critica di medicinali, materiali medici di consumo, forniture di laboratorio e banche del sangue e limitazione dei materiali per testare coronavirus, che lo pongono di fronte a sfide complicate ed imprevedibili.

I funzionari del MOH di Gaza hanno dichiarato all’operatore del PCHR sul campo che vi è una grave carenza dei materiali necessari agli operatori per combattere il coronavirus. Hani al-Weheidi, Direttore dell’unità del Sistema Informatico presso il Ministero, ha riferito che il settore sanitario di Gaza possiede soltanto 110 posti letto per terapia intensiva per adulti, compresi 78 che si trovano presso gli ospedali del MOH (Shifa 36, European Gaza 17, al-Aqsa 10, Indonesian 9, Nasser 6) mentre le  ONG hanno 12 posti letto (al-Quds 7, Public Service 5 e Presidi Medici Militari 7, presso il Kamal Owdan Hospital). Inoltre, il settore privato ha 13 posti letto: ospedale al-Hayah (8) e ospedale al-Helo (5). Secondo le dichiarazioni degli ospedali, il 72% dei letti per terapia intensiva del MOH è già occupato, quindi, se il coronavirus si diffondesse maggiormente, solo 22 letti per cure intensive su 78 sarebbero disponibili presso questi ospedali.

Novantatre ventilatori sono disponibili presso le unità di terapia intensiva nella Striscia di Gaza, compresi 63 negli ospedali del MOH (al-Shifa 23, European 15, al-Aqsa 9, Indonesian 10 e Nasser 6); nove presso gli ospedali privati (al-Quds 5, Public Aid 4). In aggiunta a questi, gli analizzatori per la presenza di gas nel sangue sono presenti solo in 7 ospedali: al-Shifa, Nasser, al-Quds, Kamal Odwan, Public Aid, al-Helou e al-Hayat, mentre non sono disponibili negli altri tre ospedali (Indonesian, European e al-Aqsa).

Pertanto, il MOH ha assolutamente bisogno di predisporre urgentemente ulteriori Unità di Terapia Intensiva, ventilatori e kit per effettuare i test, così come dispositivi protettivi, farmaci e materiale medico monouso per combattere il coronavirus. Il MOH-Gaza ha annunciato di aver bisogno immediatamente di:

  • 28 tipi di dispositivi medici (lista emergenza A)
  • 9 tipi di farmaci specifici per il trattamento del coronavirus (lista emergenza A)
  • 6 tipi di kit per testare il COVID-19 ed apparecchiature di laboratorio (bisogno immediato lista A)
  • kit di calibrazione spettrale in tempo reale per sistemi PCR (bisogno immediato lista B)
  • 6 dispositivi per test di laboratorio per migliorare le capacità dello stesso (bisogno immediato lista C).

Alla luce dell’estremo pericolo che minaccia il settore sanitario della Striscia di Gaza, date le sue limitate capacità, soprattutto in termini di attrezzature diagnostiche da laboratorio, farmaci e dispositivi medici, il PCHR:

  • ribadisce che la responsabilità primaria nel fornire la Striscia di Gaza con attrezzature mediche è di Israele, che dovrebbe prendere tutte le misure preventive necessarie e disponibili per contrastare la diffusione di malattie contagiose e di questa pandemia, come stabilito dagli Artt. 55 e 56 della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949.
  • Chiede alla comunità internazionale e all’Organizzazione Mondiale della Sanità di fare pressione su Israele per costringerla ad adempiere ai suoi obblighi e a consentire l’ingresso dei dispositivi medici necessari nella Striscia di Gaza, in particolare delle attrezzature e di altri dispositivi necessari per l’esame medico COVID-19.
  • Chiede alla comunità internazionale e alle associazioni umanitarie di fornire aiuto ed assistenza al settore sanitario della Striscia di Gaza e di fare tutto il possibile per fornire le attrezzature mediche necessarie agli ospedali di Gaza utili per contrastare la diffusione del coronavirus.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi