Gerusalemme-Ma’an. Venerdì un tribunale israeliano ha esteso la detenzione di otto palestinesi di Gerusalemme per l’”istigazione” via Facebook per almeno altri tre giorni.
Il capo di un comitato per le famiglie dei prigionieri a Gerusalemme, Amjad Abu Asab, ha individuato gli 8 prigionieri detenuti dalle autorità israeliane come Omar al-Shalabi, Uday Sunuqrut, Tareq al-Kurd, Sami Ideis, Ibrahim Abdeen, Nasser al-Hidmi e Fouad Ruweidi.
Gli otto sono stati arrestati lunedì, a quanto pare, a causa di post su Facebook che le autorità hanno detto contenere messaggi di “incitamento alla violenza”.
Negli ultimi anni, le autorità israeliane hanno arrestato numerosi palestinesi all’interno di Israele e Gerusalemme per la pubblicazione di commenti o status su Facebook con la giustificazione che, in qualche modo, elogiavano la violenza contro Israele.
Nella sua relazione del 2013, l’associazione “Giornalisti senza frontiere” ha classificato Israele al 112° posto nel mondo per la libertà di stampa, sostenendo che, mentre i giornalisti israeliani godono della libertà di espressione, ci sono grandi barriere strutturali relative a questioni di controllo e di sicurezza militari che impediscono la libertà di stampa in generale.
Le limitazioni imposte contro i cittadini palestinesi di Israele e i residenti di Gerusalemme Est sono generalmente molto superiori a quelli contro cittadini ebrei di Israele.
Traduzione di Gabriele Roi