Corte israeliana chiede a residenti palestinesi di Sheikh Jarrah di pagare affitto ai coloni

Gerusalemme occupata – MEMO. Lunedì, la Corte Suprema israeliana ha offerto lo status di “residenza protetta” ai cittadini palestinesi del quartiere occupato di Sheikh Jarrah, affermando che se pagano l’affitto all’organizzazione di coloni che rivendica la terra su cui sono costruite le loro case, le loro proprietà non saranno demolite. Le famiglie hanno respinto la proposta, facendo obiezione alle pretese di proprietà di Nahalat Shimon e ai successivi piani per il loro sgombero forzato, secondo quanto riferito da Ir Amim.

L’udienza si è svolta davanti ad un collegio di tre giudici – Yitzhak Amit, Noam Sohlberg e Daphne Barak-Erez -, che si sono pronunciati su un appello presentato dalle famiglie el-Kurd, Jaouni, Abu Hasna e Askafi, che sono sotto minaccia di sfratto dalle loro case a Sheikh Jarrah, portato avanti dalla compagnia di coloni Nahalat Shimon.

Entrambe le parti hanno successivamente presentato le proprie argomentazioni e l’udienza si è conclusa senza la pronuncia di una sentenza del tribunale. Nei prossimi giorni, i giudici dovrebbero emettere un pronunciamento. Secondo uno degli avvocati che rappresentano le famiglie, probabilmente sarà fissata un’ulteriore udienza sulla questione. Originariamente prevista per l’inizio di maggio, l’udienza è stata rinviata fino ad ora per consentire al procuratore generale di valutare il suo intervento nel caso, che alla fine ha rifiutato.

La decisione della corte, in questo caso, avrà probabilmente un impatto sulle altre famiglie di Kerem al-Jaouni, a Sheikh Jarrah, che affrontano cause di sfratto presentate da Nahalat Shimon, incluso il caso delle famiglie Dajani, Daoudi e Hammad, anch’esse in attesa presso la Corte Suprema.

Il 28 luglio, l’avvocato rappresentante delle tre famiglie ha presentato richiesta di rinvio della data di sgombero fissata per lunedì 2 agosto.

In risposta, la Corte Suprema ha emesso un’ingiunzione temporanea, congelando provvisoriamente il loro sgombero e chiedendo al gruppo di coloni di rispondere entro l’8 agosto. Sebbene le tre famiglie abbiano ugualmente presentato domanda di appello alla Corte Suprema, non è stata né fissata l’udienza, né è stata emessa una decisione.

Attualmente, ci sono cause di sfratto aperte contro un totale di circa 50-60 famiglie a Sheikh Jarrah (30 famiglie nella frazione Kerem al-Jaouni e 20-30 famiglie nella frazione Um Haroun), che sono in varie fasi del procedimento legale.

Molte altre famiglie sono a rischio di ricevere ordini di sfratto a causa delle procedure di registrazione dei terreni che le autorità israeliane hanno iniziato nel 2020 nella Gerusalemme Est occupata, per la prima volta dal 1967.

“All’insaputa del pubblico, le autorità hanno registrato con discrezione i diritti fondiari delle proprietà di Um Haroun a presunti proprietari ebrei. Questa mossa è senza precedenti e ha potenziali conseguenze acute sulle proprietà palestinesi, non solo a Sheikh Jarrah, ma in tutta la Gerusalemme Est”, ha affermato il gruppo Ir Amim sul suo sito web, aggiungendo che “potrebbe in definitiva portare ad una diffusa espropriazione palestinese nella città e all’espansione della colonizzazione ebraica”.