Corte israeliana congela vendita edifici di tre chiese di Gerusalemme a gruppo di coloni

Gerusalemme-MEMO. Un tribunale israeliano ha congelato la vendita di tre edifici appartenenti al Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme a un gruppo di coloni, secondo quanto riferito da Haaretz.

Ateret Cohanim, “un’organizzazione che lavora per aumentare la presenza ebraica nella Città Vecchia”, afferma di aver acquistato legalmente gli edifici, “situati strategicamente a Gerusalemme est”.

Un giudice del tribunale distrettuale di Gerusalemme ha accolto la richiesta, ma “la sentenza non è stata presa nel merito del caso”, come ha riferito Haaretz.

Tre società di comodo straniere affiliate a Ateret Cohanim non sono riuscite a presentare una risposta alla mozione della Chiesa ortodossa entro la scadenza richiesta, e il giudice ha ordinato alle società di pagare al Patriarcato 50.000 shekel ($ 14.400) in spese legali e spese giudiziarie.

Come riportato da Haaretz, “la vendita contestata 14 anni fa includeva due grandi hotel, il New Imperial e il Petra, che si affacciano sulla Porta di Giaffa”, con un terzo edificio nel quartiere cristiano.

Nel 2018, un giudice aveva stabilito che, nonostante “i problemi con la vendita della proprietà, la chiesa non aveva dimostrato che le transazioni fossero il prodotto di corruzione e la vendita era valida”. Nel giugno di quest’anno, tale sentenza è stata confermata dalla Corte suprema israeliana.

La decisione finale, come ha osservato Haaretz, “ha spianato la strada affinché Ateret Cohanim alla fine prendesse il controllo degli edifici e potesse sfrattare i loro residenti in futuro”.

Ad agosto, il Patriarcato ha affermato di aver scoperto prove che esponevano presunte “frodi, falsificazione di documenti presentati in tribunale e corruzione, incluso il presunto tentativo di corruzione sessuale”, da parte di Ateret Cohanim.

Traduzione per InfoPal di L.P.