Tel Aviv – MEMO. Martedì, la Corte Suprema israeliana ha annullato una legge che aveva legalizzato retroattivamente in relazione a quattromila case di coloni, costruite su terreni palestinesi di proprietà privata, nella Cisgiordania occupata, secondo quanto riferito da Reuters.
Una giuria di nove giudici ha votato per abrogare la legge del 2017, in base alla quale i coloni potevano rimanere nei terreni se vi avessero costruito delle strutture senza sapere che erano di proprietà palestinesi. Otto giudici hanno votato a favore e uno contro.
I gruppi per i diritti umani affermano che la misura, che è stata congelata subito dopo la sua approvazione, mentre la corte analizzava petizioni contrarie, aveva legalizzato più di 50 colonie costruite senza l’approvazione del governo.
Il giudice supremo Esther Hayut ha scritto nella sentenza che la legge “viola in modo ineguale i diritti di proprietà dei residenti palestinesi, privilegiando gli interessi proprietari dei coloni israeliani”.
Il partito di destra Likud, del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che è “triste vedere che la corte sia intervenuta su un’importante legge per l’attività delle colonie ed il loro futuro” e che lavorerà per ripristinarla.
Ma il nuovo partner della coalizione di Likud,il partito Blue and White, ha affermato che la legge “nel suo formato [originale] è in contrasto con la situazione costituzionale in Israele, ed i suoi problemi legali erano noti al momento della sua approvazione”.
“Rispettiamo la sentenza della Corte Suprema e (garantiremo) la sua attuazione”, ha dichiarato Blue and White.
Sotto Netanyahu, il governo si è impegnato ad estendere la sovranità alle colonie alla Valle del Giordano in Cisgiordania, territorio annesso da Israele nella guerra del Medio Oriente del 1967, e su cui i palestinesi intendono crearvi il loro stato.
Il governo dovrebbe iniziare a discutere l’annessione il 1° luglio, ma non è chiaro se il principale alleato di Israele, gli Stati Uniti, darà il via libera al passo. Lunedì, Netanyahu ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno ancora dato il via libera.
Le parole di Netanyahu sembrano contraddire quelle di alti funzionari degli Stati Uniti, tra cui il segretario di Stato Mike Pompeo, che, dopo un viaggio di un giorno in Israele il mese scorso, ha dichiarato: “Il governo israeliano deciderà sulla questione, esattamente su quando e come farlo”.
Ciò avviene poche settimane dopo che l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, David Friedman, ha affermato: “Noi non stiamo dichiarando la sovranità – è il governo di Israele che deve dichiararla. E poi siamo saremo pronti a riconoscerla… Quindi voi dovete partire per primi”.
I palestinesi hanno respinto il progetto di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in base al quale la maggior parte delle colonie israeliane sarebbero state incorporate nel “territorio israeliano contiguo”.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.