‘Crisi degli alloggi in Israele? La soluzione sta nelle colonie’

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. In Israele, la crisi per gli alloggi potrebbe trovare soluzione all'interno dei numerosi insediamenti illegali nei Territori palestinesi occupati. Questa è l'ultima idea di alcuni deputati pronti a parlarne al premier Netanyahu.

Il carovita delle abitazioni ha portato un'ondata di proteste e sit-in nel paese.

E' il deputato del Likud, partito all'opposizione, Tzipi Hotovla ad aver individuato anche in Cisgiordania e nella Gerusalemme occupata, i luoghi per la sistemazione di quanti stanno vivendo il disagio dell'inaccessibilità abitativa per via degli esorbitanti prezzi degli affitti.

In una riunione svoltasi ieri sera, Hotovla ha proposto di creare – “laddove saranno espropriate le comunità di beduini” – una “città legale” nella quale i nuovi alloggi saranno costruiti a un basso costo, ma risponderanno comunque alle necessità di base di chi vi abiterà.

Il deputato, inoltre, ha contato di estendere ulteriormente i confini demaniali di al-Quds (Gerusalemme) includendo le nuove unità abitative nel progetto della “Grande Gerusalemme”.
Se per Hotovla il piano di annessione a Gerusalemme degli agglomerati coloniali di Ma'ale Adumim e Jafat Ze'ev (Gerusalemme Est) rientra nella misura di superamento della crisi degli alloggi, non è da escludere, allora, che si stia prendendo in considerazione un loro insediamento proprio in queste colonie illegali.

In attesa degli sviluppi sulla crisi interna, il premier Netanyahu ha annullato la propria visita in Polonia, mentre non cede sul fronte di contrasto ai palestinesi, e oggi, a Tel Aviv, ha incontrato il premier sloveno, Borut Pahor, per chiedere di astenersi dal riconoscere lo Stato palestinese in sede Onu.

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