Crisi energetica: un nuovo rischio di catastrofe sanitaria sta per abbattersi su Gaza

Gaza – InfoPal. Dall’ufficio del ministero della Sanità della Striscia di Gaza informano di aver terminato il combustibile necessario al funzionamento dei generatori negli ospedali, nelle cliniche e nei pronto soccorso. La capacità resta limitata a uno o due giorni.

Il portavoce del ministero, Ashraf al-Qudrah, parla di una capacità attuale che minaccia fino all’80% dei malati di Gaza.
La mancanza di carburante investe il 72% delle strutture medico-ospedaliere di Gaza.

Alla catastrofe umanitaria si aggiunge il rischio delle blocco delle comunicazioni, e i reparti maggiormente colpiti sono quello neonatale con 100 bambini attualmente presenti e la cui sopravvivenza è legata a un macchinario.

Rischiano la vita oltre 400 pazienti che dalle due alle tre volte a settimana devono sottoporsi a trattamenti di dialisi, tra di essi 15 sono bambini. In terapia intensiva ci sono 66 donne e bambini.

Trentanove sale operative rischiano la chiusura entro poche ore, ci sono lunge liste di pazienti che devono sottoporsi a cure cardiologiche, anche interventi chirurgici al cuore, e molte altre emergenze che vanno dalla ginecologia alla radiologia.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) e l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sono state richiamate a intervenire subito a protezione della popolazione (1,7milioni di palestinesi assediati dal 2006), e aiutare Gaza ad uscire dall’avversità che sta per abbattersi.

Di fronte all’attuale crisi energetica è anzitutto l’Egitto ad essere stato interpellato da Gaza: il governo di Tantawi e Mohammed Sa’ad Katatni, dell’Assemblea popolare, vengono invitati personalmente ad assicurare una distribuzione dell’energia a Gaza, allacciando il territorio palestinese assediato all’Egitto, e a porre fine in concreto a questo “ricatto mortale”.

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