Gaza – Speciale InfoPal. Il reparto per il trattamento di dialisi rischia di essere chiuso negli ospedali della Striscia di Gaza. Nelle strutture ospedaliere non ci sono filtri per i macchinari, né medicine. Il ministero della Salute di Ramallah viene accusato di essersi rifiutato di rifornire Gaza.
Il nostro corrispondente da Gaza ha intervistato Adham Abu Salmiyah, portavoce dei servizi medici per l'emergenza: “450 pazienti in dialisi rischiano seriamente la vita. E' grave la mancanza di filtri per i macchinari”, ha subito informato il responsabile palestinese.
“Sono palestinesi sofferenti che devono sottoporsi almeno a tre lavaggi a settimana. Per carenza di medicinali abbiamo portato il lavaggio ad uno solo a settimana, ma ciascuno di essi rischia la vita”.
Per questo Abu Salmiyah ha chiesto apertamente alle autorità di Ramallah di astenersi dall'assumere decisioni politiche, invitando il ministero competente a sbloccare la situazione.
Da Ramallah respingono le accuse. Il ministero della Salute in Cisgiordania spedisce al mittente le accuse. Dall'ufficio del ministero sostengono che la causa di questa crisi sia il divieto imposto dall'ufficio ministeriale di Gaza alla nomina di un addetto scorte responsabile e dipendente dal ministero.
Per mezzo stampa, inoltre, da Ramallah si chiede alle autorità di Gaza di “smetterla di rivolgersi ai colleghi di Ramallah come fossero attori esterni al pari dei donatori che giungono con le varie missioni internazionali a Gaza” e di avviare, invece, “relazioni politiche strategiche sul da farsi”.
Poi, vengono rivolte accuse precise a Hamas, Movimento di resistenza islamica al governo di Gaza. “Hamas utilizzi i milioni di dollari destinati all'acquisto di medicinali, e rifornisca gli ospedali pubblici di questi farmaci”.