Malta Today. Di Karl Schembri/Oxfam.
Un bimbo palestinese di sette mesi affetto da insufficenza renale è deceduto in un ospedale della Striscia di Gaza, mentre si attendeva il consenso delle autorità israeliane a portarlo fuori da Gaza per sottoporlo a un intervento d'urgenza. Le autorità israeliane sono gli stessi responsabili dell'assedio su Gaza.
Adham Baroud è morto all'ospedale ar-Rantisi, a Gaza City, intorno all'una di notte del 26 dicembre scorso. Il 1° dicembre, i medici avevano deciso di trasferirlo in Israele per un trattamento d'urgenza.
A partire dal 19 dicembre, lo stesso giorno a cui la foto risale, i medici avevano descritto lo stato di Adham dal reparto di terapia intensiva come “terminale”.
Il medico Mustafa al-Aqila ha raccontato ad Oxfam che Adham doveva essere trasferito in Israele dopo che un catetere inseritogli circa quattro mesi fa, sempre in Israele, gli aveva procurato un'infenzione. Il bambino era affetto da problemi renali congeniti che a Gaza non è possibile curare.
“Adham aveva bisogno di un'operazione chirurgica immediata e a Gaza non siamo in grado di fare questo tipo di interventi. (…) Abbiamo atteso il permesso di Israele per poterlo trasferire, come abbiamo fatto in passato, ma quanto più passava il tempo, tanto più si complicava la sua salute”, ha aggiunto al-Aqila.
“Vorremmo essere nelle condizioni di fornire i servizi medici, ma l'assedio limita qualunque possibilità di miglioramento”.
Mentre i pazienti che occupano il reparto di emergenza sono in attesa di un permesso di viaggio per curarsi, e questo permesso non arriva nell'immediato, Israele, in qualità di potenza occupante, è obbligato dalla legge internazionale ad assicurare il benessere dei civili palestinesi laddove le risorse esistenti non sono sufficienti.
Al momento, nella Striscia di Gaza, vi è carenza di filtri per dialisi e sono 450 i pazienti a rischio, 15 i bambini.
Lo stesso problema ha un'altra radice, la mancaza di coordinamento con le autorità di Ramallah, responsabile di inviare rifornimento medico a Gaza.
I filtri per le dialisi sono essenziali per il lavaggio dei reni e, di norma, i pazienti devono sottoporsi da due a tre dialisi a settimana.
“La dialisi è un ciclo, quindi se si perde una seduta, l'intero ciclo si arresta, e compromette tutto il trattamento”, stando a quanto riferisce al-Aqila.
La scorsa settimana, circa 960 filtri erano stati spediti dalla Cisgiordania a Gaza, misura d'emergenza che aveva reso possibile proseguire i trattamenti di dialisi, tuttavia il problema resta e lo stesso disagio riguarda attrezzature mediche monouso e medicinali.
A Gaza è crisi medica cronica.
Partner di Pchr, Oxfam ha chiesto al presidente dell'Autorità palestinese (Anp), Mahmoud 'Abbas, di intervenire quanto prima e inviare i filtri da Ramallah a Gaza. Stando ai dati di Pchr, sono attualmente 178 i tipi di medicine e 190 medicinali esauriti e fuori scorta nelle strutture ospedaliere di Gaza.
“Pchr lancia l'allarme sull'impatto della carenza di medicinali sui pazienti di Gaza. La crisi è riemersa, e si pone l'enfasi sulla necessità del coordinamento tra i due governi, soprattutto sulla scia del processo di riconciliazione politica in corso.
(Foto: Karl Schembri/Oxfam).