Da maggio, Israele ha imprigionato 2800 palestinesi con cittadinanza israeliana

MEMO e SAFA. La polizia israeliana ha arrestato più di 2.800 palestinesi cittadini israeliani, da maggio a settembre. Sono stati arrestati dopo essere scesi in piazza per protestare contro l’offensiva israeliana che ha ucciso oltre 250 persone a Gaza.

Secondo l’avvocato Khaled Zabarqeh, 40 degli arrestati sono stati incriminati nei tribunali israeliani. Trentacinque sono ancora in carcere.

Zabarqeh ha detto che i detenuti sono stati interrogati sulle loro attività a maggio. Le accuse contro di loro includono “uccisione di ebrei” o “partecipazione a scontri con la polizia israeliana e cittadini ebrei”. Difficilmente gli incriminati otterranno brevi pene detentive.

“L’incitamento da parte dei media israeliani e il fallito attacco dei militanti ebrei ai cittadini arabi israeliani sono stati pianificati a livello politico per seminare il caos all’interno della comunità durante l’offensiva israeliana su Gaza”, ha spiegato. “Quindi, stiamo affrontando una grande campagna destinata a punirci per questo”. Lo scopo del caos e del panico è spaventare i cittadini arabi israeliani in modo che possano essere facilmente controllati dalle forze di sicurezza in futuro.

Il politico arabo Mazen Ghanayim ha sottolineato che la maggior parte dei detenuti ha un’età compresa tra i 17 e i 21 anni e che Israele ha paura che la disuguaglianza tra arabi ed ebrei in Israele possa essere una ragione per cui questi giovani si ribellano contro l’occupazione israeliana. “Ecco perché stanno conducendo campagne di terrore e cercando di traumatizzare i nostri giovani in modo che non vengano coinvolti in alcuna attività per i diritti umani e civili in futuro”, ha detto Ghanayim a Safa.

(Foto: Palestinesi organizzano una manifestazione alla Porta di Damasco il 19 giugno 2021 a Gerusalemme [Mostafa Alkharouf/Agenzia Anadolu]).