Gaza. Una relazione dell'Associazione dei prigionieri e degli ex prigionieri “Hisam”, che ha sede a Gaza, riporta (6 aprile) che dallo scoppio dell'Intifada di al-Aqsa (set. 2000) sono oltre 3.000 i ragazzini palestinesi sequestrati da Israele: 320 si trovano ancora nelle carceri sioniste.
La relazione stessa riferisce che numerosi ragazzini hanno subito aggressioni e violazioni, quali la privazione del sonno per periodi prolungati, oppure il divieto di cambiarsi i vestiti, per non parlare delle aggressioni con coltelli e rasoi.
Le punizioni nei loro confronti non si limitano a questo. Gli inquirenti sionisti fanno ricorso a metodi ignobili, come l'uso di acqua gelata alla quale fa seguito quella calda, i sacchetti per soffocarli, i proiettili di plastica…
Gli occupanti israeliani hanno reso l'uccisione e l'arresto di ragazzini una prassi normale, sebbene gli accordi internazionali sui diritti dell'uomo e quelli del bambino insistano sulla protezione dei bambini stessi, delle loro vite e delle loro opportunità di sviluppo.
Per quanto concerne la situazione nelle carceri, la relazione spiega che i ragazzini soffrono per le crudeli ed inumane condizioni di prigionia, al di sotto degli standard minimi riconosciuti a livello internazionale per quanto riguarda i diritti dei bambini e dei prigionieri.
La relazione chiarisce inoltre che gli occupanti impongono sentenze durissime e sanzioni esorbitanti ai danni dei ragazzini: uno di loro è stato condannato a 12 anni, altri tre a 14 anni.
L'Associazione chiude la sua relazione illustrando che nelle carceri israeliane si trovano 60 ragazzini malati, ai quali non vengono garantite adeguate cure mediche.
(Fonti: Palestine.info e Quds Press)
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