Dall’UE dure critiche per le discriminazioni di Israele verso i palestinesi

PressTv. Gli inviati dell'Unione Europea (Ue) hanno criticato Tel Aviv per il maltrattamento ai danni dei palestinesi che abitano nelle proprie case, oggi Stato di Israele. Le critiche sono emerse da un documento sulle violazioni dei Diritti Umani.

“Mentre la comunità internazionale è concentrata soprattutto sulla ripresa del processo di pace tra Israele e palestinesi, noi dovremmo invece affrontare la questione della minoranza palestinese in Israele come aspetto principale, e non porla su un piano secondario del conflitto”, questo è quanto si legge in un documento di 27 pagine.

Nel rapporto si legge che i palestinesi che abitano in Israele vivono in condizioni ancora peggiori dei non palestinesi in quanto a condizioni salariali, istruzione, diritto alla casa e accesso alla terra.

In una bozza del documento, datata novembre 2011, si sosteneva che sono le “politiche di sicurezza” di Israele a prendere di mira i palestinesi.

E' con frequenza che l'Ue pubbluca rapporti sul peggiormanento dei Diritti Umani in Cisgiordania, tuttavia questo è il primo studio sul 1.37 milione di palestinesi, pari al 20% dell'interna popolazione israeliana.

Sono i palestinesi, o i loro discendenti, che sono sempre rimasti sulla propria terra nei giorni della Nakba, la Catastrofe palestinese della perdita della terra storica e la fondazione dello Stato di Israele su di essa.

Quell'anno, nel 1948, circa 800mila palestinesi furono espulsi con la forza dalle loro case, spinti verso territori della Palestina storica, oggi chiamati Cisgiordania e Striscia di Gaza. Si ritrovanono a vivere nello status di profughi nei Paesi arabi confinanti e in altri paesi del mondo. Centinaia i villaggi palestinesi rasi al suolo dai gruppi terroristici ebraici che, a partire dal 1948, confluirono in quello oggi noto come esercito dello Stato di Israele.

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