Danni all’agricoltura, demolizioni e trasferimento dei beduini nel piano di pulizia etnica perseguito da Israele

Cisgiordania – Agenzie. Le forze d'occupazione israeliane hanno demolito questa mattina attrezzature agricole di proprietà palestinese ad est di al-Khalil (Hebron). I macchinari agricoli sono stati danneggiati e l'irrigazione si è arrestata.

'Eiyad Jaber, uno degli agricoltori palestinesi danneggiati oggi, ha raccontanto: “I militari israeliani sono giunti sul posto accompagnati da funzionari dell'amministrazione civile, guardie di frontiera e polizia. Ruspe e macchinari al seguito hanno demolito tutto sui terreni”.

Più volte gli stessi impianti erano stati danneggiati dagli israeliani.

I contadini palesitnesi sanno che l'intento israeliano è quello di allontanarli dalla terra per espellerli definitivamente e disporre di altro spazio per le colonie illegali di Kiryat Arba' e Kharsina.

Si tratta di terreni molto feritili e, anche per questo, sono sottoposti più volte a forme di istigazione contro la sovranità palestinese.

Ieri, il ministero dell'Interno di Israele aveva inviato sotto la scorta della polizia, bulldozers per demolire un'abitazione palestinese nel villaggio di Basma Tabon, in Galilea. Mohammad Yaseen, a capo del consiglio di villaggio, ha riferito l'episodio, giustificato da Israele con la ricorrente presunzione di “mancanza di licenza edilizia”.
La condanna giunge da Yaseen con la proclamazione di uno sciopero generale nel proprio villaggio, oggi.
A Basma Tabon, sono decine le case di palestinesi minacciate di abbattimento. Israele si rifiuta di rilasciare i permessi di costruzione.

I beduini della comunità di Khan al-Ahmar sono al centro dei piani di espulsione perseguiti del regime israeliano. 

Sono circa 27mila i beduini che vivono in questa zona alla periferia di al-Quds (Gerusalemme).
Il direttore del centro per l'Informazione per i diritti umani, Jessica Montell, ha ammesso di sospettare che il piano di espulsione sia collegato con l'espansione dell'illegale insediamento israeliano di Maale Adumim.

“In quest'area vivono 20 diverse comunità e su di esse Israele pianifica il trasferimento forzato”.

Abu Khamis Abu Dahouk, membro della comunità beduina in questione ha condannato le intenzioni israeliane e si è detto intenzionato a non andare via.

“Noi vorremmo che restassero qui e che potessero essere in grado di costruire legalmente….quindi crediamo che sia necessario creare la consapevolezza della necessità di fermare questi piani e restituire a queste comuntà la sicurezza di potervi restare e viverci in dignità”, ha continuato Montell.

Già la comunità di Khan al-Ahmar vive fuori dai canoni di una vita moderna, senza rete elettrica, né acqua potabile.

Il 31 ottobre scorso, un bulldozer israeliano aveva demolito le case di cinque famiglie di beduini. Quel giorno, a Khan al-Ahmar furono furono cacciate 71 persone. Sessanta erano bambini.

Il processo di espulsione dei beduini di Khan al-Ahmar fu avviato da Israele nel 1948, quando furono mandati via dalle loro terre di Tel Arad nel Negev.

Anche dall'Unrwa, Chris Gunness, ha confidato per telefono a Press Tv la preoccupazione del suo gruppo per l'espulsione dei beduini, richiamando Israele a rispettare la legge internazionale.

Agenzie:

http://www1.wafa.ps/arabic/index.php?action=detail&id=117611
http://english.wafa.ps/index.php?action=detail&id=18024
http://www.presstv.ir/detail/210584.html

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