Danni estensi provocati da almeno 2.874 colpi diretti nel nord di Israele

Tel Aviv – Al-Mayadeen. I media israeliani hanno confermato che l’entità dei danni causati dalle operazioni di Hezbollah negli ultimi mesi sta diventando più chiara con il ritorno di alcuni coloni al nord, dove prevale la frustrazione delle autorità locali e dei residenti.

In questo contesto, il canale televisivo israeliano Channel 12 ha riportato i dati del ministero della Sicurezza, che rivelano 2.874 colpi diretti da parte di Hezbollah nelle colonie lungo la “linea di frontiera con il Libano”, che si estende da Kiryat Shmona, nel manico di al-Jalil, a Rosh Hanikra, nella al-Jalil occidentale.

L’Autorità fiscale per le proprietà dell’occupazione ha registrato danni a 9.000 edifici e oltre 7.000 veicoli, tutti completamente distrutti dal fuoco di Hezbollah nelle colonie occupate da Israele nel nord.

Tuttavia, queste cifre escludono molti danni non dichiarati nel nord a causa dello spostamento dei coloni o perché alcune aree colpite rimangono off-limits per ordine delle forze di occupazione israeliane.

Nello stesso contesto, Channel 12 ha evidenziato la “grave frustrazione tra gli israeliani e le autorità locali del nord”, notando la mancanza di un piano organizzato per il ritorno dei coloni. Hedar Getsis, corrispondente dal nord di Channel 12, ha sottolineato l’esistenza di “significative lacune nelle fortificazioni”.

Getsis ha aggiunto che il governo non ha fornito alcun sostegno al nord o al suo futuro, affermando che “non è stata presa alcuna decisione su cosa accadrà dopo” l’accordo di cessate il fuoco tra il Libano e l’occupazione israeliana. Ha spiegato che “non è stato approvato alcun bilancio per le colonie in prima linea”, dove le strutture di base come le scuole rimangono impreparate, aggiungendo che “domani non ci saranno scuole in tutte queste colonie e nelle alture del Golan”.

A Nahariya e nelle colonie della al-Jalil occidentale e del nord, vicino al confine, che non sono stati completamente evacuati, c’è una “routine intollerabile, con i proprietari di attività commerciali che gridano ogni giorno che chiuderanno”.

Il corrispondente militare di Channel 12, Nir Dvori, ha osservato che la situazione nel nord, in particolare da Haifa verso il confine, rimane sotto le precedenti restrizioni. Ha aggiunto che ci sono stime di “potenziali sviluppi”, il che significa “nessun ritorno alla normalità”.

I riservisti israeliani dicono che il cessate il fuoco spreca i “risultati” ottenuti in Libano.

Soldati e riservisti israeliani hanno espresso frustrazione e delusione per il recente cessate il fuoco con il Libano, in un contesto di più ampio malcontento all’interno dei ranghi militari per quella che molti percepiscono come una mancanza di strategia a lungo termine.

Il caporale di prima classe Omer Ben Hamo della Brigata Yiftach ha espresso sorpresa e preoccupazione per l’accordo, affermando: “Questo mette in pericolo le nostre vite per il bene di una calma temporanea. Mantenere la situazione così com’è riflette negligenza. [Il primo ministro Benjamin Netanyahu] sa di non aver completato la missione”.

“Il nemico non si è riposato e sta migliorando. Abbiamo sacrificato molto, ma non capisco questo accordo. Perché abbiamo combattuto? Per distruggere un tunnel che loro ricostruiranno? Mi avete mandato a combattere un nemico o un’infrastruttura. So che mio figlio farà il servizio di riserva lì perché ci rifiutiamo di risolvere il problema”, ha aggiunto.

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha riportato che questa frustrazione è condivisa da molti riservisti.

Anche il capitano Omer Feldman, un ufficiale di artiglieria del battaglione corazzato che ha prestato più di 200 giorni di servizio nella riserva, metà dei quali nel nord, ha criticato la situazione. Ha osservato: “Va detto che la vittoria assoluta non esiste su nessun fronte. La leadership di Hezbollah, che ha affrontato la sconfitta, si ricostruirà”.

“I cittadini libanesi sono tornati alle loro case, mentre i nostri cittadini vivono ancora negli alberghi. Questa è la testimonianza di un fallimento: un gioco politico a nostre spese”, ha aggiunto.

Traduzione per InfoPal di F.L