“Innamorato della Palestina”

2012436Nakba – 65° anniversario

Innamorato della Palestina
di Mahmud Darwish

I tuoi occhi sono una spina nel cuore lacerano, ma li adoro.
Li proteggo dal vento e li conficco nella notte e nel dolore,
cosi la sua ferita illumina le stelle, trasforma il presente in futuro
più caro della mia anima.

Dimentico qualche tempo dopo, quando i nostri occhi si incontrano,
che una volta eravamo insieme, dietro il cancello.

Le tue parole erano una canzone che io tentavo di cantare ancora,
ma la tribolazione si era posata sulle fiorenti labbra.

Le tue parole come la rondine volarono via da casa mia
volarono anche la nostra porta e la soglia autunnale
inseguendo te, dove si dirigono le passioni ….

I nostri specchi si sono infranti la tristezza ha compiuto 2000 anni,
abbiamo raccolto le schegge del suono e abbiamo imparato a piangere la patria.

La pianteremo insieme, nel petto di una chitarra;
la suoneremo sui tetti della diaspora
alla luna sfigurata ed ai sassi.

Ma ho dimenticato, oh tu dalla voce sconosciuta !
ho dimenticato, è stata la tua partenza ad arrugginire la chitarra,
o è stato il mio silenzio?

Ti ho vista ieri al porto viaggiatore senza provviste … senza famiglia;
sono corso da te come un orfano chiedendo alla saggezza degli antenati: perché trascinare il giardino verde
in prigione, in esilio, verso il porto
se rimane, malgrado il viaggio,
l’odore del sale e dello struggimento,rimane sempre verde?

Ho scritto sulla mia agenda: amo l’arancio e odio il porto,
ho aggiunto sulla mia agenda: al porto mi fermai
la vita era con gli occhi d’inverno, avevamo le bucce dell’arancia
e dietro di me la sabbia era infinita!

Giuro, tesserò per te un fazzoletto di ciglia
scolpirò’ poesia per i tuoi occhi con parole più dolci del miele;
scrivero’ “sei palestinese e lo rimarrai”

Palestinesi sono i tuoi occhi, il tuo tatuaggio
Palestinesi sono il tuo nome, i tuoi sogni
i tuoi pensieri e il tuo fazzoletto
palestinesi sono i tuoi piedi, la tua forma
le tue parole e la tua voce.