Decine di asfissiati durante “scontri” con le IOF a Betlemme e Gerusalemme

PIC, Quds Press e Wafa. Venerdì sera, decine di palestinesi sono rimasti asfissiati dall’inalazione di gas lacrimogeni sparati dalle forze di occupazione israeliane (IOF) nel campo profughi di ‘Aida, a nord di Betlemme, durante proteste dei residenti.

Scontri (*) sono scoppiati quando le IOF hanno attaccato i palestinesi vicino alla moschea Bilal Bin Rabah con lacrimogeni e bombe sonore.

Nella Gerusalemme occupata, le forze di polizia israeliane hanno inasprito le restrizioni all’accesso dei palestinesi alla Città Vecchia e alla Moschea di al-Aqsa.

Testimoni hanno riferito che decine di giovani sono stati fermati e perquisiti nella zona di Bab al-Amoud.

Nel frattempo, scontri sono scoppiati nella città di Biddu, a nord-ovest della Gerusalemme occupata, dopo che le forze israeliane hanno soppresso con la violenza una manifestazione palestinese che chiedeva il rilascio delle salme dei martiri palestinesi.

I residenti locali hanno chiesto l’immediato rilascio dei corpi di tre giovani locali detenuti negli obitori israeliani dopo essere stati uccisi dai proiettili israeliani, lo scorso settembre.

Da settembre 2015, Israele detiene le salme di 88 palestinesi uccisi dalle IOF con l’accusa di aver compiuto o tentato di compiere attacchi contro obiettivi israeliani, e si rifiuta di restituirli alle loro famiglie.

Ciò causa immense sofferenze alle famiglie, poiché non sono in grado di seppellire i propri cari e di eseguire i rituali del lutto.

(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.