
Nablus-PIC. Decine di giovani palestinesi hanno sofferto per l’esposizione ai gas lacrimogeni durante gli scontri (*) di lunedì sera con le forze di occupazione israeliane (IOF) nel villaggio di al-Lubban ash-Sharqiya, a sud di Nablus.
Secondo fonti locali, gli scontri (*) sono iniziati quando le truppe israeliane a bordo di 12 veicoli militari hanno fatto irruzione nel villaggio, chiuso tutti gli ingressi e posto quattro posti di blocco nelle sue strade.

Le IOF hanno anche impedito per oltre tre ore a qualsiasi palestinese di entrare o uscire dal villaggio.
Soldati e coloni hanno ripetutamente attaccato lo storico caravanserraglio di Khan al-Lubban. Negli ultimi mesi, coloni dell’insediamento illegale di Ma’ale Levona hanno devastato il luogo, distruggendo le porte, le condutture dell’acqua, gli aranceti e i gli edifici.

Il proprietario del caravanserraglio, Khaled Daraghmeh, afferma che la sua proprietà è esposta a frequenti attacchi da parte dei coloni che hanno l’obiettivo di impadronirsi del luogo e annetterlo ai vicini insediamenti illegali.
Khan al-Lubban risale all’era ottomana e si estende su un’area di 300.000 m² di terra).
(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.