Dedicato alla moschea di Gerusalemme e ai detenuti: concluso a Milano il XIV Festival di al-Aqsa

SONY DSCMilano-InfoPal. Dal nostro inviato Ahmad Adi. Domenica 28 aprile, si è svolto a Milano il XIV festival di al-Aqsa, con la presenza di diversi ospiti, provenienti dalla Palestina, dalla comunità araba in Italia e da diversi Paesi arabi.

Il festival, organizzato dall’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp), era dedicato alla moschea di al-Aqsa e ai detenuti nelle carceri israeliane, due temi che occupano un posto centrale per il popolo palestinese, e non solo.

Ha inaugurato l’evento lo Shaykh Raed Da’ana, arrivato da Gerusalemme, che ha parlato dell’importanza della città Santa e della sua moschea.

Dal canto suo, lo Shaykh palestinese, Raed Fathi, ha parlato della storia di Gerusalemme, e ha affermato che essa “è e rimarrà per sempre terra palestinese”, ha quindi esposto i tentativi israeliani atti a cancellare la sua identità arabo-islamica. 

La sofferenza dei detenuti. Nel suo discorso, tenuto a nome di tutti i prigionieri palestinesi, Mahmoud as-Sarsak, 24 anni, ex detenuto e calciatore della nazionale palestinese, ha affermato: “Vi porto i saluti dei detenuti palestinesi, rinchiusi nelle carceri dello stato che dichiara di rispettare i diritti umani, ma che, invece, li sottopone ad ogni sorta di sofferenza. Ho passato quattro anni in quelle carceri, assaggiando una parte di ciò che è diventato una consuetudine per il nostro popolo. Da quando le nostre terre vennero occupate, più di 750 mila palestinesi hanno vissuto l’amarezza della detenzione”. Ha aggiunto: “Siamo riuniti qui per ribadire il nostro sostegno ai palestinesi, le cui dignità e umanità vengono violate in ogni momento nelle carceri israeliane, il tutto perché hanno deciso di proteggere la moschea di al-Aqsa, ed è la stessa ragione per la quale abbiamo sacrificato le nostre vite, passate dietro alle sbarre, e per cui le nostre famiglie vengono uccise e sfollate. Da qui nasce l’importanza dell’evento di oggi, il Festival di al-Aqsa e dei detenuti”.

As-Sarsak ha proseguito: “Oggi vi parlerò della sofferenza di circa 5000 detenuti, centinaia dei quali afflitti da malattie e, in particolare, di 21 morti viventi, rinchiusi nella cosiddetta clinica carceraria di al-Ramle, che in realtà è il peggior centro di detenzione israeliano. Lì, i detenuti attraversano 17 tornelli per raggiungere la loro cella, che Israele chiama clinica carceraria solo per dimostrare di essere uno stato che rispetta i detenuti e i loro diritti. In quel luogo, 21 prigionieri aspettano di essere liberati prima che sia troppo tardi”.

Il calciatore palestinese ha anche ricordato Maysara Abu Hamdiya, deceduto recentemente “a causa della sistematica negligenza medica da parte dell’occupazione israeliana, che rifiuta di fornire i trattamenti necessari minimi alle centinaia di palestinesi afflitti dal cancro e rinchiusi nelle sue celle”.

Ha anche ribadito la complicità del sistema giudiziario dello Stato ebraico, che “infligge condanne razziste ai palestinesi, senza rispettare alcun standard internazionale”.

As-Sarsak ha anche parlato dei giovanissimi detenuti palestinesi: “Sempre con la complicità dei tribunali dell’occupazione, bambini di 13, 14 o 15 anni vedono violata la loro infanzia dietro alle sbarre delle carceri israeliane”.

Ha concluso l’intervento elogiando le vittorie dei detenuti che hanno condotto scioperi della fame “per la dignità di tutto il popolo palestinese”, e ha lanciato un appello alla nazione araba per “rompere il silenzio e sostenere coloro che giacciono ancora nelle prigioni”.

Progetti per Gaza. Mohammad Hannoun, presidente dell’Abspp, ha illustrato i progetti realizzati, e quelli in fase di attuazione, nella Striscia di Gaza, tra cui la costruzione di una centrale per la depurazione dell’acqua, la bonifica dei terreni delle ex colonie israeliane, che verranno adibiti all’agricoltura e all’apicultura, oltre ad altri progetti atti al mantenimento e all’educazione degli orfani palestinesi. Il presidente dell’Abspp ha sottolineato che la maggior parte dei progetti mira allo sviluppo della Striscia di Gaza, invece di limitarsi a coprire semplicemente i bisogni quotidiani della popolazione.

Durante l’evento è intervenuto lo Shaykh Yasser Al-Dosari, arrivato dall’Arabia Saudita, che ha benedetto gli sforzi degli organizzatori, e altri ospiti, provenienti dal Marocco e dalla Tunisia.

Nell’ambito del festival, un gruppo di bambini palestinesi ha eseguito uno spettacolo teatrale che rappresenta la Primavera araba e raffigura l’unità della nazione, stretta intorno alla Palestina.

Prima dell’appuntamento di Milano, il XIV Festival di al-Aqsa aveva fatto tappa a Torino e a Brescia, il 25 e il 27 di aprile.